La valle del Rio Castellano

L’itinerario è in due tappe. Prima una comoda passeggiata tra boschi di abete e faggio lungo le ombrose sponde del Rio Castellano, confine naturale tra Stato pontificio e Regno borbonico e tutt’oggi linea di demarcazione tra il territorio di Marche e Abruzzo. In auto ci si sposta poi lungo il percorso del fiume, toccando bacini artificiali e centrali idroelettriche, per visitare il medievale Castel Trosino, arroccato su uno sperone roccioso da cui si gode una magnifica vista su tutta la valle del Castellano. Per la spettacolare e strategica posizione, il Castello e il suo borgo, insieme al convento di San Giorgio, costituivano un sistema di difesa e vigilanza sui percorsi lungo l’antico confine, che dalle montagne di sud ovest portavano verso le città delle colline vicino al mare.

Il quadro ambientale


Siamo all’estremità settentrionale dei Monti della Laga, nella solitaria valle scavata dal Rio Castellano. A differenza del resto dell’Appennino Centrale, di natura prevalentemente calcarea, le creste e le montagne della Laga sono formate da più friabili marne e arenarie. Le caratteristiche geologiche hanno influenzato la morfologia della catena, modellata dagli agenti atmosferici e soprattutto dall’abbondanza d’acqua, che scorrendo in superficie su rocce impermeabili ha inciso profondi fossi e lunghe valli. L’altra peculiarità di questa catena sono i magnifici boschi, dove si riconoscono il faggio, l’abete bianco, il cerro e il castagno.

La Laga ha un crinale orientato da nord a sud, ed è caratterizzata da versanti ripidi verso il Lazio e il Lago di Campotosto, e declivi più dolci, ma segnati da profondi valloni, nel territorio tra le province di Ascoli Piceno e Teramo, dove si svolge l’itinerario. La Laga settentrionale è segnata da tre principali crinali: la dorsale che raggiunge il monte Comunitore e la vetta della Macèra della Morte (2073 m), che segna oggi il confine tra Lazio, Abruzzo e Marche; la dorsale che separa il Fosso della Montagna dalla Valle del Rio Castellano, con le cime del Pizzitello (2221 m), Pizzo di Sevo (2419 m) e Cima Lepri (2445 m); il crinale di Monte Pelone (2057 m) e di Colle Romicito (1800 m), spartiacque tra il fosso Cannavine e il fosso di Valle Castellana a sudest, e la Valle del Rio Castellano a nordovest. Più a sud la catena continua con il monte Pelone, il Pizzo di Moscio, il monte Gorzano (2458 m), cima più elevata della Laga, le tre cime della Laghetta e il Monte di Mezzo.


L’itinerario


Da Acquasanta Terme (411 m), da Ascoli Piceno per Valle Castellana (625 m), da Teramo attraverso la località Il Ceppo (1334 m, centro visite del Parco) si raggiungono le località di San Giovanni e Collefrattale (847 m). Sulla strada per il Rio Castellano c’è qui il segnale di divieto di accesso. Per proseguire in auto è necessario munirsi in loco di un permesso di transito a pagamento (chiedere del signor Guerino) da esporre sul cruscotto (rischio di contravvenzioni da parte delle guardie forestali). La strada prosegue sterrata, risale la valle sulla sinistra orografica del Castellano, passa accanto ad alcuni edifici diroccati sulla destra e offre la visuale dell’altro costone. Tenendo la sinistra a un bivio, si arriva dopo circa 4,5 km al guado di Fonte delle More (930 m). Qui conviene lasciare l’auto. Si comincia a camminare sull’ampia sterrata, percorribile in fuoristrada, che prosegue ora sulla destra orografica del fiume e che alterna tratti in pianura ad altri in salita. Dopo circa un’ora, il fitto bosco che protegge la valle si dirada leggermente, permettendo di allargare la vista sulle cime della Laga e sul Pizzo di Sevo. Con un’altra ora di cammino si arriva alla bella Piana dei Cavalieri, dove sono le prese dell’Enel (1350 m). Il luogo è adatto alla sosta e a uno spuntino.

Ritornati al guado e ripresa l’auto, si lascia Collefrattale, in direzione di Morrice e Valle Castellana (dove si può fare una sosta al centro visite del Parco). Si prosegue ora verso Ascoli, costeggiando il percorso del Castellano e il lago di Talvacchia, fino al bel borgo medievale di Castel Trosino (418 m). Questo sito fu abitato già dai Longobardi, divenendo probabilmente il centro principale del bacino imbrifero del Castellano: nel 1893 è stata portata alla luce una vasta necropoli, nelle cui tombe furono rinvenuti ricchi armamenti di cavalieri longobardi della metà del settimo secolo. Oggi si può provare l’emozione di visitare un luogo dove il tempo sembra essersi fermato, passeggiando nel borgo completamente restaurato, ammirando la porta fortificata e la cinta muraria, mantenutesi integre nonostante i secoli, facendo tappa alla “Casa della regina” e, nel punto più alto del paese, alla chiesa di San Lorenzo, ricostruita nel 1855.

Da qui si può osservare il magnifico scenario offerto dalla Valle del Rio Castellano, e far correre lo sguardo al monastero di San Giorgio che spicca tra i boschi nel versante opposto della valle, anch’esso in posizione strategica di controllo e avvistamento.


Lungo le vie dell’energia


Oltre che immersione ristoratrice nella rigogliosa natura dei Monti della Laga e percorso storico tra i borghi e le fortezze posti a presidio dell’antico confine, la visita alla valle del Rio Castellano costituisce anche un “illuminante” itinerario lungo le “vie dell’energia”.

Le acque di questo fiume, secondo una sorte comune a molti corsi d’acqua dell’Appennino, sono utilizzate per alimentare le centrali che producono energia idroelettrica: lungo tutto il suo corso, dalle prese dell’Enel di Piana dei Cavalieri alla diga di Talvacchia, sono riconoscibili gli elementi di quello che, con un pizzico di creatività, potrebbe essere definito il “paesaggio elettrico”.

L’elettrificazione in Italia ha una storia lunga ormai più di un secolo, e ha operato profonde trasformazioni nel paesaggio e nello stile di vita della popolazione. Già a cavallo tra Ottocento e Novecento questo fenomeno doveva risultare chiaramente percebile, se nel 1911 l’Associazione tra Esercenti Imprese Elettriche in Italia, nel presentare i propri impianti, poteva dire dei viaggiatori: essi si imbattono per ogni dove in linee che percorrono e attraversano campagne, strade e fiumi, incontrano nelle valli tubi che s’arrampicano per le montagne, ammirano nuovi edifici a cui manca il caratteristico camino, vedono vecchi camini privi del loro pennacchio di fumo.

L’opera simbolo per eccellenza di queste trasformazioni è il lago artificiale di Campotosto, a 1300 metri d’altezza, secondo in Europa per estensione. Fu costruito nel 1939-40 con gli sbarramenti delle dighe di Rio Fucino (a gravità in calcestruzzo e ferro), di Poggio Cancelli (a gravità in terra battuta) e di Sella Pedicate (a gravità in terra battuta con uno strato di ferro e cemento). Contemporaneamente la conca preesistente venne riempita bloccando le acque del Rio Fucino, degli affluenti del Vomano e quelle del Trontino. Le acque del Lago di Campotosto, sfruttando un dislivello di quasi 300 m, alimentano direttamente tre centrali elettriche poste nella galleria di Provvidenza con una potenza di circa 466.000 Kw. Poi, grazie agli sbarramenti posti lungo il letto del Vomano (Lago di Provvidenza e Lago di Piaganini) e sfruttando sempre dislivelli notevoli, vengono alimentate anche le Centrali di San Giacomo e Montorio. Di notte, con un sistema di pompaggio che sfrutta l'energia elettrica in eccedenza, le acque vengono riconvogliate tramite dei bacini artificiali intermedi fino al Lago di Campotosto. L’energia elettrica prodotta, che mediamente ogni anno è superiore a 800/900 milioni di Kwh, viene immessa nel circuito nazionale.

Anche il Rio Castellano, insieme all’alto Tordino, contribuisce a questa immensa produzione. Lo possiamo verificare nelle tre soste del nostro “cammino dell’energia”: Piana dei Cavalieri, Talvacchia e Castel Trosino.

A Piana dei Cavalieri l’acqua del Castellano viene captata (si consiglia di osservare con attenzione le opere di presa, filtraggio e canalizzazione) e trasportata al Lago di Campotosto, attraverso il canale di gronda orientale (mentre quello occidentale attinge all’Alto Tronto).

La seconda tappa è il lago artificiale di Talvacchia, creato dallo sbarramento del fiume con una diga muraria ad arco-gravità. Le acque del lago, che oggi ha assunto anche una notevole valenza ambientale e turistica, vengono utilizzate per alimentare la centrale di Capodiponte, nel territorio di Ascoli Piceno, in località Palmaretta, a pochi chilometri dall’ingresso in città. L’impianto, realizzato sulla riva destra del Tronto dall’Unione Esercizi Elettrici nel 1955, presenta un certo interesse architettonico per i suoi riferimenti razionalisti.

Continuando nel nostro percorso lungo il Castellano, dalle montagne dove nasce la risorsa acqua, attraverso le centrali, fino alle città e ai luoghi dove l’energia viene utilizzata, siamo ormai arrivati quasi alla fine del nostro itinerario, nei pressi di Castel Trosino e in vista di Ascoli Piceno. Qui si trova un secondo bacino artificiale, anch’esso di grande valore ambientale e paesaggistico, che alimenta una centrale posta poco più a valle sul territorio comunale di Ascoli, in Via Mediterraneo. Quest’impianto, costruito come il precedente secondo uno stile razionalista dall’Unione Esercizi Elettrici nel 1947, prende il nome di Castellano.

Per approfondire

Per studio cartografico dell’itinerario si può utilizzare la carta turistico escursionistica Monti della Laga del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, a scala 1:50.000, Selca 2004, disponibile nei centri di visita del parco.


Per avere indicazioni sui sentieri che attraversano i monti della Laga si suggeriscono i testi di Stefano Ardito A piedi in Abruzzo, vol. 1, e A piedi nel Lazio, vol. 2 (Edizioni Iter, Subiaco); Monti della Laga. Guida escursionistica, di Alberico Alesi, Maurizio Calibani e Antonio Palermi (Società editrice ricerche, 1991); Il trekking aprutino, edito dalla sezione di Teramo del Cai. Alcune informazioni su Castel Trosino si trovano nel libretto Alla scoperta di Rocche e Castelli del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, pubblicato dal Parco e dalla Kylix, edizioni Edigrafital.


Per approfondire le tematiche dell’energia, si suggerisce di consultare il sito www.enel.it/, ricchissimo di informazioni. In particolare riguardo il tema di energia e ambiente, si rimanda alle sezioni “paesaggi elettrici” e “sentieri energia”, molto interessanti, con numerose idee e percorsi attraverso le regioni d’Italia. Editi dall’Enel, sono anche le guide I Piaceri dell’energia. Natura, sport, gastronomia, arte e musica, e I paesaggi elettrici, a cura di Rosario Pavia, pubblicato nella collana Cultura e industria.

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Ad limina Petri

Passeggiate sull’antico confine tra Stato pontificio e Regno di Napoli