Casabona, città rupestre del Crotonese



1 - Panorama di Casabona


Casabona. Un bel nome per questo centro disteso sulle colline di Crotone, a cavallo tra le vallette del Vìtravo e del Seccato, la cui fama è legata a uno dei principali insediamenti rupestri della Calabria. Già risalendo le tortuose strade che provengono dalla costa e dalla valle del Neto, si resta colpiti dalle forme del paesaggio. A oriente del paese stagliato sul colle, si osservano le “sciolle”, caratteristiche formazioni d’argilla, mescolate con sabbia e arenaria, collinette erose, che restano a testimonianza dell’antico borgo, abbandonato a seguito di una serie di terremoti, frane e alluvioni. Giunti in paese, si cerca la Valle cupa, un cuneo vallivo a forma di testa d’anatra che s’infila nel grembo dell’abitato e lo separa in due parti.




2 - Il presepe in grotta


L’itinerario




3 - L'accesso al parco rupestre


Dal parcheggio sommitale della variante ovest si osserva la stradina che scende ripida sul fondo della forra, fiancheggiata dai due pendii del colle, sforacchiati da una successione di grotte a schiera scavate nel tufo. Il versante esposto a est conserva la sua configurazione tradizionale. Il versante opposto è stato oggetto di un buon intervento di restauro ambientale. Sono stati impiantati i pannelli informativi, recuperati i gradini di accesso, ripuliti i sentieri dagli infestanti, sfoltita la vegetazione, creati dei percorsi protetti e attrezzati con ringhiere di sicurezza, costruito un impianto d’illuminazione, svuotate le grotte dai detriti.




4 - Il sistema di cenge terrazzate


Il risultato consente una maggiore leggibilità dell’insediamento: una serie di cenge orizzontali sovrapposte, di terrazze parallele raccordate tra di loro, lungo le quali si distribuiscono in ‘ordinata’ successione decine di grotte scavate nell’arenaria.




5 - Grotta-stalla con mangiatoia


Nelle prime grotte dell’insediamento sono state inserite le statue di un presepe tradizionale che ricorda la nascita di Gesù e l’arrivo dei pastori e dei magi. La simbologia dell’allestimento si combina perfettamente con il contesto naturale che rinvia al paesaggio medio-orientale.




6 - Grotta pluricellulare


Le grotte, in gran parte ormai abbandonate, mostrano i segni del loro passato utilizzo. Numerose tra esse sono servite da ricovero per gli animali, come conferma la presenza delle mangiatoie e delle vasche per l’abbeverata: stazzi per gli ovini, porcilaie, ricovero per cavalli e muli da lavoro, colombari per i piccioni, stie per l’allevamento di animali da cortile. La maggioranza delle grotte sono adoperate come magazzini di attrezzi e fondaci. Lo è in modo ancora evidente per quelle chiuse ma anche per quelle che hanno ospitato piccoli laboratori di trasformazione degli alimenti (olio, vino, caseificazione).




7 - Interno


Alcune unità rupestri mostrano una maggiore complessità. L’interno è articolato in due o più vani, separati da pareti laterali, con la presenza di colonne di sostegno alle volte, con opere in muratura all’ingresso e la presenza di architravi, stipiti e finestre. Sulle pareti si osservano nicchie, sporgenze, ripiani e mensole per la deposizione di oggetti e lanterne, fori per l’alloggiamento di pali di legno per i soppalchi, le lettiere e le recinzioni. Non si può del tutto escludere l’uso come abitazione temporanea.




8 - L'insediamento rupestre occidentale


L’osservazione dell’insediamento nel suo complesso, permette di cogliere la singolare simbiosi tra il borgo ‘costruito’ in alto e le cavità ‘scavate’ in basso. Si può intuire che la funzione delle grotte rispetto alle case sovrastanti corrisponda alla moderna concezione delle cantine e dei ‘bassi’ rispetto agli appartamenti dei condomini e alle abitazioni. Potrebbe confermarlo la circostanza che ancora fino alla metà del Novecento, le oltre quattrocento unità rupestri erano utilizzate dagli abitanti di Casabona sulla base di contratti di locazione stipulati con il Comune.


Per approfondire




9 - Grotta trasformata in abitazione


Per la Calabria ionica si consiglia la lettura degli studi contenuti in Medioevo rupestre. Strutture insediative nella Calabria settentrionale, a cura di Pietro Dalena (Bari, Adda editore, 2007) e in Le aree rupestri dell’Italia centro-meridionale nell’ambito delle civiltà italiche: conoscenza, salvaguardia, tutela, a cura di Enrico Menestò (Spoleto, Cisam, 2011). Si vedano anche, di Francesco Cosco, Civiltà rupestri e siti Monastici nel Marchesato di Crotone, e il saggio di Francesco Cuverà Architettura rupestre nella provincia di Crotone.




10 - Pannello informativo


(La visita a Casabona è stata effettuata il 27 giugno 2016)

 
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