Per approfondire

La bibliografia su Cerveteri e le sue necropoli è ovviamente molto ampia. Segnaliamo pertanto solo le opere degli etruscologi più noti, da Massimo Pallottino (Etruscologia) a Stephan Steingräber (Città e necropoli dell’Etruria), da George Dennis (The Cities and the Cemeteries of Etruria) a David Herbert Lawrence (Luoghi etruschi) e Mario Torelli (Etruria). Anche la sitografia è ampia. Segnaliamo il sito a carattere più innovativo (www.futouring.com) che propone un percorso dedicato a Cerveteri e agli Etruschi che integra reale e virtuale, disponibile presso la sala Mengarelli della Necropoli e come App per iPhone.

Itinerari

La via degli Inferi a Cerveteri

Cerveteri è una delle principali attrattive dell’Etruria grazie soprattutto alla sua necropoli della Banditaccia, il cimitero degli abitanti dell’antica città etrusca di Kaisra, una delle più importanti metropoli della lega etrusca. La sua fortuna comincia nel sesto secolo avanti Cristo, quando l’estrazione e la lavorazione dei preziosi minerali dei vicini monti della Tolfa sviluppa l’economia locale e fa lievitare la popolazione fino a 25 mila abitanti. Poche famiglie aristocratiche detengono il potere economico e politico e lo manifestano anche nei grandiosi tumuli nobiliari che sono le tombe di famiglia. Ma cresce anche il ceto medio, una classe di mercanti arricchita dall’esportazione delle materie prime dai tre porti di Alsium (Palo), Punicum (Santa Marinella) e Pyrgi (Santa Severa) e dall’importazione di raffinati prodotti dalla Grecia e dall’Oriente. L’agiatezza della classe media si manifesta post mortem nelle necropoli attraverso le numerose tombe a dado. Cerveteri diventa un primario centro di commercio marittimo e attrae uno stuolo di artigiani e artisti, commercianti e naviganti, provenienti da tutto il Mediterraneo. Il melting pot di razze, mestieri, fedi e tradizioni si riflette nelle caotiche necropoli e nell’eclettismo delle architetture sepolcrali. Dal 2004 le necropoli della Banditaccia di Cerveteri sono entrate a far parte della lista dell'Unesco dei siti «patrimonio dell'umanità» perché «rappresentano un capolavoro del genio creativo umano e costituiscono una testimonianza unica o eccezionale dell’antica civiltà etrusca, l’unico tipo di civiltà urbana dell’Italia pre-romana».

L’itinerario


La necropoli della Banditaccia si allunga sul pianoro parallelo alla rupe di tufo che sostiene Cerveteri e dalla quale è separato dal fosso Manganella. È la più vasta necropoli del mondo antico giunta fino a noi. Attraverseremo questa singolare “città dei morti” percorrendo la via sepolcrale principale, lunga circa 2 km, che taglia il pianoro alternando tratti in superficie a tratti incassati nel banco tufaceo. La denominazione di Via degli Inferi rende felicemente la sensazione d’immersione nello sheol sotterraneo che si prova scendendo nelle profonde trincee fasciate da tombe ricavate nelle pareti di tufo a varie altezze. La sezione centrale della Necropoli, protetta da un recinto, è aperta al pubblico tutti i giorni (lunedì escluso) dalle 9 al tramonto con ingresso a pagamento. Le altre sezioni sono sempre accessibili.

Partendo dalla Rocca, nella parte alta di Cerveteri, si segue la Via della Necropoli che si dirige a nord, aggira le mura e le basi della rupe, supera il fosso e raggiunge un ampio piazzale. Se in auto, qui si parcheggia. La via della Necropoli prosegue stretta ma asfaltata fino all’ingresso dell’area a pagamento. Si segue invece per pochi metri la Via di Gricciano per imboccare sulla destra la strada pedonale. Conviene comunque percorrere ancora pochi passi sulla via di Gricciano per visitare sulla sinistra l’imponente scavo che ha portato alla luce la Tomba delle cinque sedie. Seguendo la pedonale sterrata si visita ora la parte occidentale della necropoli. Dopo un boschetto si va a sinistra dove sono alcuni importanti ipogei che si raggiungono scendendo ripide scalinate di accesso. Sono le tombe dell’Alcova, dei Tarquini, dei Sarcofagi e del Triclinio. Gli ingressi sono chiusi ma le foto esterne danno un’idea della grandiosità degli interni. Si riprende la pedonale sterrata che procede solenne in trincea. Il viale è assolutamente pittoresco: tombe di tutte le architetture si affastellano disordinate sulle due rampe laterali, tra filari di cipressi e di pini marittimi. Oltre ai tumuli, ai dadi e agli ipogei che erano destinati alle famiglie più agiate, si osservano tombe a fossa, casse di pietra, loculi, arcosoli, urne cinerarie, pozzetti. Percorso un km si raggiunge la recinzione della necropoli monumentale. All’interno sono disponibili tutti i servizi per il turista. L’impressione è di trovarsi all’interno di una città reale, urbanisticamente pianificata, divisa in isolati, quartieri, condomini, accentrati sulla piazza principale da cui si dipartono cinque strade (la via Sepolcrale, la via degli Inferi, la via delle Serpi, la via dei vasi Greci e la via della Cornice), a loro volta tagliate da viottoli secondari lungo i quali si allineano i sepolcri. La visita può seguire l’itinerario consigliato sulle mappe. I monumenti principali da visitare sono le tombe dei Capitelli, della Capanna, dei Dolii e degli Alari, dei Vasi greci, dei Rilievi, della Cornice, della Casetta e i tumuli Maroi, Policromo e Mengarelli.Terminata la visita della necropoli recintata, se ne ripercorre il bordo lungo la sterrata che fiancheggia fedelmente la recinzione e prosegue al termine di questa aggirandone la testata. In breve s’incrocia il percorso della via degli Inferi che esce dal recinto, taglia la sterrata, la lascia e scende, ben segnalata, nel fosso a destra, verso l’area orientale della necropoli. Qui l’ambiente diventa nettamente più selvaggio. Le tombe si arrampicano sulle pareti del piccolo canyon divincolandosi tra la vegetazione aggressiva. Siamo in suggestivo corridoio d’ombra, dominato da inquietanti occhi neri di tutte le forme che danno accesso al mondo rupestre infero. Qui non c’è l’ostensione orgogliosa della ricchezza, del prestigio e della posizione sociale, ma la ricerca di un rifugio nascosto, di un luogo rituale di pianto e di memoria.

Tornati alla sterrata e al recinto conviene allargarsi sul pianoro che guarda al centro storico di Cerveteri appollaiato dietro le mura castellane sulla lunga rupe che emerge al di là del fosso. S’impongono alla vista alcuni grandi tumuli circolari, alcuni in fase di scavo come il tumulo della Tegola dipinta, altri già attrezzati come il tumulo che ospita la tombe dei Leoni dipinti, la tomba dell’Argilla e la tomba degli Scudi e delle Sedie. Si torna ora al punto di partenza seguendo la sterrata parallela al percorso di andata, a sinistra della via asfaltata aperta al traffico veicolare. Si succedono altri notevoli tombe a tumulo e zone di scavo mentre all’orizzonte s’impone il mar Tirreno. La visita al Museo nazionale cerite “Claudia Ruspoli” completa degnamente l’escursione e consente di ammirare i corredi estratti da alcune delle principali tombe visitate.

Civiltà rupestre

Passeggiate trogloditiche