I Cavoni di Nepi
I Cavoni di Nepi
Nel quadrante a nord di Roma, tra la Cassia e la Flaminia, compresa tra i parchi del monti Cimini, del monte Soratte e della valle del Treia, Nepi è cittadina molto amata dai gitanti “fuori porta” per il suo pittoresco paesaggio urbano che fonde gli archi dell’acquedotto alle mura medievali, le torri e il palazzo della Rocca dei Borgia e dei Farnese alle acque dei suoi torrenti, delle terme dei Gracchi, del lago e della cascata, il Duomo con la sua cripta al palazzo comunale del Sangallo. Questo paesaggio è stato molto amato anche da illustri protagonisti del Grand Tour come Camille Corot, William Turner e Massimo d’Azeglio. Qui vogliamo però proporre un itinerario che va alla scoperta della Nepi più nascosta, lungo un sentiero che attraversa la forra meridionale del Puzzolo e s’insinua nei Cavoni della Massa, in un intrico di lussureggiante vegetazione e scoscese pareti tufacee.
L’itinerario
Si esce da Nepi attraverso la porta Trionfale (o “Nica”, piccola), traversando il bastione sud della Rocca lungo il basolato ancora ben conservato dell’antica Via Amerina. Un breve percorso protetto scende a un fontanile e porta ad affacciarsi sul solco imponente della Forra del Puzzolo, irrorato dalla cascata di Cavaterra. Traversata la piazza dei Bersaglieri ci s’innesta per un breve tratto sulla strada Selciatella, fiancheggiata dal Parco comunale; si va subito a sinistra sulla Via del Cardinale ben segnalata dai cartelli del “percorso ecologico” e dei Cavoni oltre che dai segni della Via Francigena amerina. La sterrata segue la recinzione di alcune tenute e scende via via più ripida in una galleria verde trasformandosi in sentiero e raggiungendo l’alveo del Puzzolo scavalcato da un buon ponte. L’ambiente cambia volto e si fa subito severo sotto l’incombere delle scure pareti verticali e di immani sassi precipitati e scavati per ricavarne tombe e ricoveri. Si risale un sentierino tra i sassi che sembra infrangersi contro una parete. Qui si scopre all’improvviso una sorprendente “tagliata”, nascosta in una frattura della parete, che comincia a risalire insinuandosi tra le rocce. La via cava procede in salita tra le felci, segnata dalle paline della via Amerina e agevolata da gradini, basoli, canali di raccolta e scolo delle acque, solchi per i carriaggi. Le due pareti sono molto vicine: allargando le braccia le si tocca entrambe. Sulle pareti si scoprono incisioni, grotte, tombe, croci, lettere, cavità, fori per le travi di legno degli argani. Un bivio è vigilato in alto da una piccola nicchia con una immagine mariana di foggia robbiana, erede delle antiche edicole sacre “scacciadiavoli” a protezioni dei viandanti impauriti. La via cava esce infine dalle ombre del suo percorso uterino ipogeo e si apre su un campo di grano e sul pianoro della Massa nei pressi di un’antenna. Da qui si può raggiungere la Via Selciatella e tornare a Nepi con un anello reso però pericoloso dal traffico della strada. Il suggerimento è invece quello di rituffarsi a ritroso nella via cava, ben ripulita e resa agibile, per andare ad esplorare i bivi trascurati in salita e i diverticoli che si diramano sulla parete. In alcuni punti il percorso si arresta su finestre affacciate vertiginosamente sul fosso e su aeree cenge prive di protezione che portano a grotte ed eremi. Tornati al torrente, si raccomanda di seguirne il corso lungo un sentiero che ne percorre la riva destra idrografica. Il sentiero è una continua scoperta della vita vegetale riparia e delle attività produttive di un tempo. Tornati al ponticello, si risale a Nepi sul percorso dell’andata. Il consiglio è quello di completare la conoscenza della Nepi rupestre e ipogea con una visita alle catacombe di Santa Sivinilla. Si trovano a fianco del cimitero moderno, con accesso tramite la chiesa di San Tolomeo alle Grotte Sante. La visita, da concordare con gli operatori del Muse civico, si sviluppa lungo tre gallerie principali e le loro diramazioni. Si osservano le diverse tipologie tombali, i loculi e gli arcosoli, con la tipica sovrapposizione sepolcrale dal tetto della galleria fino alle cavità a livello del pavimento.
Per approfondire
Il sito ufficiale del comune (www.comune.nepi.vt.it) raccoglie informazioni sulle risorse ambientali e artistiche di Nepi. Il tracciato nepesino dell’antica via Amerina è ricostruito nel sito www.viaamerina.eu/. La storia di Nepi in epoca pre-romana e la descrizione degli insediamenti dei Falisci e delle tracce archeologiche può ricostruirsi attraverso la visita al locale Museo civico, ma soprattutto nel Museo di Villa Giulia a Roma (villagiulia.beniculturali.it). La sezione del Museo nazionale etrusco è descritta anche nel volumetto “Le antichità dei Falisci al Museo di Villa Giulia” (L'Erma" di Bretschneider, 1998 - 69 pagine).
Alle Catacombe del Lazio è dedicato un portale divulgativo che vuole promuovere la conoscenza dei siti sepolcrali e delle catacombe presenti sul territorio laziale certamente meno note rispetto ai celebri siti romani (www.lecatacombe.it). Sono documentate una cinquantina di catacombe di diverse dimensioni, di cui trenta ancora accessibili. Il portale propone anche un video che consente la visita virtuale della catacomba di Nepi, dedicata a Santa Sivinilla.
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