Per approfondire

La celebrità internazionale di Orvieto spiega il gran numero di siti web e di pubblicazioni destinati a raccontare e suggerire percorsi di visita turistica alla città e ai suoi dintorni. Una selezione legata agli interessi degli escursionisti urbani e outdoor segnala il sito del Parco archeologico e ambientale dell’Orvietano (www.paao.it/) che contiene tre magnifiche proposte di camminate intorno alla rupe, sulla selciata del Tamburino e su altri storici percorsi medievali. Gli escursionisti “pipistrelli” e i curiosi dei sotterranei della rupe troveranno stimoli e proposte in due siti web. Il primo orienta alla scoperta della realtà multiforme del Pozzo della Cava (www.pozzodellacava.it/). Il secondo racconta le forme della città sotterranea (www.orvietounderground.it/).

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La rupe di Orvieto

Il profilo di Orvieto insediata sulla sua rupe, osservato a distanza dalla valle del Paglia o dalla selciata del Tamburino, suggerisce l’idea della città ideale cara agli utopisti cinque e seicenteschi. Chi ne percorre le strade e le piazze vive l’incanto suggerito dall’osservazione delle perfette proporzioni della civitas medievale. La forma della cattedrale gotica e il segno rinascimentale di Signorelli aggiungono il tocco finale della città perfetta, un vissuto di ammirazione e, insieme, di emozioni indimenticabili. Un artista contemporaneo, Jaap Roose, ha dipinto Orvieto vedendola come “la città celeste”, dove un’abbagliante cattedrale bianca scende dal cielo come la Gerusalemme celeste e s’incastona e risplende come una gemma sulla città murata alla luce dell’alba. Lo stigma che distingue Orvieto dalle altre città ideali dell’Umbria e della Toscana è però proprio la rupe, quel tronco di tufo vulcanico che si solleva dai venti ai cinquanta metri dai campi sottostanti, che fa da base alla città esposta ai venti e agli sguardi di chi giunge da lontano. Una rupe che dà alla città una dimensione non solo orizzontale, ma anche verticale attraverso i molteplici ingressi che aprono le porte alle sue viscere, un mundus che dal paradiso urbano conduce a un’autentica descensio ad inferos.

L’anello della rupe


Non si comprende a fondo Orvieto se non si completa la visita ai suoi celebri tesori urbani con una passeggiata che percorra fedelmente la base della rupe tufacea e incroci le porte e le diverse vie che collegano la città al suo territorio. L’anello della rupe è un percorso pedonale del massimo interesse perché integra i paesaggi dell’orvietano con le necropoli etrusche, le chiese rupestri con le grotte utilizzate a scopi produttivi, le fortificazioni militari con le pareti verticali della rupe. Senza fretta e con i necessari momenti di contemplazione l’anello completo richiede due ore di cammino. Il punto di partenza più ovvio è la piazza Cahen, stazione d’arrivo della funicolare che sale dalla stazione ferroviaria. Ma è naturalmente possibile iniziare da una qualunque delle porte della città e compiere anche percorsi parziali. Con la cartina dell’ufficio turistico alla mano si traversa la porta Soliana, in ripida discesa sotto le torri e le mura della fortezza Albornoz. Se si sceglie il percorso in senso anti-orario, si va subito in solitaria alla base delle impressionanti e frastagliate pareti della rupe che incombono sul selciato o sullo sterrato del sentiero e sulla vegetazione fiancheggiante. Frecce direzionali di legno e pannelli informativi descrivono i luoghi, mentre lo sguardo fugge sulla valle del Paglia, i paesi appollaiati sui colli e le grandi linee di comunicazione. Dopo la grotta della Fungaia e le rampe d’accesso allo Stenditoio della porta Vivaria si guarda dall’alto la necropoli etrusca caratterizzata dal suo regolare impianto urbanistico con le tombe a dado. Subito dopo è la cappella rupestre del Crocifisso del Tufo. Il percorso svolta nettamente a ovest e incrocia la chiesa della Madonna del Velo e la porta Maggiore, mentre si apre il paesaggio delle colline in direzione di Bolsena, dell’antico acquedotto, delle tombe etrusche e dei cipressi che segnano i percorsi d’accesso al cimitero e alle ville patrizie. Il percorso a saliscendi supera la zona moderna dei parcheggi della Fiera sotto la porta Romana e percorre un magnifico belvedere alla base di cavità artificiali della rupe, sovrastante la necropoli della Cannicella, in vista del campanile ottagonale della Badia. La curiosa grotta dei tronchi fossili, istruttiva sulla genesi della rupe, anticipa le torri della Rocca e la fine dell’itinerario.


Orvieto sotterranea


La convivenza della città con il mondo ctonio della rupe è motivo di studio per speleologi, geologi e archeologi. Ma può diventare un’occasione turistica se ci si spinge a esplorare, guardando all’ingiù, un mondo rupestre sorprendente. Il rapporto di Orvieto con l’acqua per il suo approvvigionamento idrico è il primo suggerimento di una visita “verticale” ai pozzi e alle cisterne. Un acquedotto malfermo e dall’incerta capacità adduttrice ha spinto gli antichi orvietani a far da soli e a scavare la rupe. Il Pozzo di San Patrizio è quindi la prima attrazione, certamente istruttiva perché è  visitabile fino in fondo grazie a due comode rampe di scale che s’inabissano all'interno della canna del pozzo stesso. Un secondo suggerimento riguarda il Pozzo della Cava, inserito in complesso ipogeo di grotte ricche di ritrovamenti etruschi, medievali e rinascimentali, tra cui due fornaci di ceramica e i resti di una necropoli. È la scoperta di un mondo rupestre in cui convivono il regno dei morti e la laboriosità dei vivi, la ricerca dell’acqua e i “butti” per i rifiuti, il forno di cottura delle ceramiche e il fresco delle cantine per la conservazione del vino e degli alimenti.

Un terzo suggerimento riguarda le visite guidate all'Orvieto ipogea, su percorsi studiati con precise finalità didattiche per permettere di comprendere cosa è accaduto alla città nel corso dei secoli, analizzando tramite le testimonianze conservate nel suo sottosuolo particolari aspetti di vita quotidiana. Il sottosuolo della città ha infatti rivelato cave enormi da cui vennero estratte tonnellate di pozzolana, pozzi e cisterne di ogni epoca e dimensione, gallerie, cantine, rifugi, pozzi-butto che ancora restituiscono esempi frammentari di raffinata ceramica medievale e rinascimentale.

Civiltà rupestre

Passeggiate trogloditiche