Le chiese rupestri della Murgecchia
Le chiese rupestri della Murgecchia
La Murgecchia (piccola Murgia) è la porzione settentrionale del pianoro che sul versante orientale della gravina fronteggia i Sassi di Matera. Il vallone del torrente Jesce la separa dalla Murgia Timone. Il paesaggio della Murgecchia è complesso e comprende quattro ambienti caratteristici. Il primo è quello delle chiese e delle grotte, dell’habitat rupestre che crivella i bordi di questo autentico pianoro pensile. Il secondo ambiente caratterizza il versante della via Appia, sfruttato dalle cave che attingono dalla calcarenite i blocchetti di tufo necessari all’edilizia. Alcune cave sono ormai abbandonate e trasformate in monumenti dell’archeologia industriale o in parchi culturali. Il terzo è quello della parte centrale del plateau che ospita le coltivazioni agricole e le piccole masserie (i casini Braccali e Staffieri) con i magazzini e i depositi a servizio dei campi. Siamo nel regno della pietra a secco, dei capanni, dei muretti e dei pagliari. Qui è stato scavato anche un insospettato insediamento preistorico del neolitico con un villaggio trincerato e tombe a tumulo. L’ultimo ambiente è quello aspro e verticale delle pareti rocciose che scendono sui corsi d’acqua e che disegnano insenature e vallette dove pure sono testimoniate disperate forme di vita agricola. L’itinerario percorre i diversi ambienti della Murgecchia e collega tra loro chiese rupestri note e meno note, ma tutte affascinanti per la loro spettacolare posizione panoramica. Le discese e le risalite dalla gravina al ciglione murgico richiedono un minimo di fatica escursionistica e calzature adeguate.
L’itinerario
Il punto di partenza dell’escursione sulla Murgecchia è il santuario rupestre della Palomba che si trova sulla statale 7 Appia, uscendo da Matera in direzione di Laterza e Taranto, al km 581,1. La chiesa di Santa Maria della Palomba è affacciata sul panorama della gravina e si propone con una bella facciata romanica animata dal portale, da un rosone, dal campanile a vela e da due gruppi di sculture (Sacra Famiglia e San Michele arcangelo). La “palomba” è la voce dialettale che indica la colomba selvatica e allude alla discesa della colomba dello Spirito santo su Maria. La visita comprende la navata della chiesa principale con l’immagine della Vergine Odigitria (colei che indica la via (Cristo)” e le strutture dell’antico ospizio dei pellegrini trasformato in chiesa rupestre. Nei pressi, all’interno di una cava dimessa, è visibile la struttura espositiva del Parco Scultura della Palomba. A piedi (o in auto, se si preferisce una passeggiata più breve) si segue ora la panoramica strada vicinale della Murgecchia che conduce in 1,7 km e mezzora di cammino al Santuario della Madonna delle Vergini. Lungo il percorso si osservano cave di tufo, casini di campagna e ripari in pietra a secco. Al termine della strada una rientranza infossata nasconde la chiesa rupestre della Madonna della Scordata, un sacello dedicato alla Beata Maria Vergine, protettrice dei derelitti, dei disperati e degli abbandonati. La chiesa è scavata nella roccia e ha una facciata moderna. Seguendo la cengia della gravina si attraversa un interessante villaggio rupestre con un lungo cunicolo e si giunge sul piazzale della chiesa della Madonna delle Vergini. Simile alla chiesa precedente, con una facciata moderna che chiude una cella scavata, la Madonna delle Vergini è ancora officiata, grazie alla facilità di accesso e alla nuova scalinata che sostituisce la precedente incisa nella roccia. L’insieme delle due chiese, delle grotte del villaggio, delle terrazze di roccia e della vegetazione che le ricopre si configura come un magnifico palco a bomboniera affacciato sul gran teatro rupestre della gravina e del Sasso Barisano.
Tornati sulla strada sterrata, poco oltre la chiesa dei Derelitti, un sentiero segnato scende ripidamente nella gravina. Più in basso il sentiero si trasforma in una più comoda scalinata realizzata nel 1985 in occasione delle riprese del film King David. Giunti sul fondo, dove il torrente della gravina è traversato da un ponte in legno, si va subito a sinistra, tra vecchi coltivi e “giardini di pietra” recintati da muretti a secco, a scoprire la chiesa rupestre della Madonna di Monteverde incastonata alla base di una parete di roccia. La facciata ha tre finestre e un caratteristico campaniletto a vela. Il profondo interno mostra resti di affreschi, rischi di crolli e segni di vandalismo. L’ambiente circostante emoziona per il suo aspetto selvaggio e abbandonato, per i segni dell’antica fatica, per i mandorli e i fichidindia, per le cupe pareti rocciose incombenti. Sempre aldiquà del fiume, sono ora possibili due deviazioni. Se si va a sinistra si può osservare la confluenza dello Jesce nella Gravina e il laghetto dello Jurio scavato dalle acque all’uscita dell’insenatura rocciosa. Se si va a destra si può rimontare il promontorio aspro e sassoso che fiancheggia la Murgecchia e visitare sul culmine la chiesa rupestre di Santa Maria degli Angeli, una grande cisterna e il sistema grottale con le tre caratteristiche finestre (le tre civette). Senza perdere troppa quota si riscende ora nella valletta (facile l’avvistamento di volpi e di falchi) e si risale la scalinata percorsa all’andata fino a raggiungere il bordo della Murgecchia e la strada sterrata che ci riporta al punto di partenza.
Per approfondire
Il Parco Regionale Archeologico Storico Naturale delle Chiese Rupestri del Materano, più semplicemente detto Parco della Murgia Materana (www.parcomurgia.it), è sicuramente uno dei più spettacolari paesaggi rupestri d’Italia che testimonia l’antico rapporto tra natura e uomo. Il Parco ha pubblicato la guida Escursioni nel Parco, a cura di Luigi Esposito, che descrive itinerari escursionistici nell’area di Matera e di Montescaglioso, tra i quali un percorso sulla Murgecchia con partenza da Porta Pistola (www.parcomurgia.it/public/web/documenti/Gli_itinerari_ind.pdf). Molto valida è anche la guida Il Parco della Murgia Materana – Guida all’escursionismo scritta da Mario Tommaselli (Giannatelli, Matera, 2002). Tra le numerose pubblicazioni dedicate alle chiese materane si segnalano la Guida alle chiese rupestri di Matera e del suo territorio scritta da Mario Tommaselli (Capone editore, 2002), Le chiese rupestri di Matera a cura del Circolo La Scaletta (De Luca, 1966), Le chiese rupestri di Puglia e Basilicata di Franco Dell’Aquila e Aldo Messina (Adda editore, 1998). Di carattere escursionistico è la guida Parco delle chiese rupestri – escursioni, scritta da Giovanni Ricciardi per Altrimedia edizioni.
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