Le cripte rupestri di Massafra

Massafra è un delle grandi capitali del rupestre italiano. Un pianoro urbanisticamente  assai affollato, è fiancheggiato da due gravine costellate di grotte e villaggi ipogei che fungono da antiche radici dell’abitato moderno. La gravina occidentale ha insediamenti notissimi come la Farmacia del mago Greguro e l’Antro del Ciclope, ma il suo stigma è quella grande basilica di Santa Maria della Scala che somiglia all’apocalittica Gerusalemme celeste scesa dal cielo e che, per un errore di traiettoria, è finita nel profondo del burrone. Martoriata dalle alluvioni l’antica Vallis Rosarum necessita di pulizia e restauri. La gravina orientale è dedicata a San Marco e custodisce un villaggio rupestre ai piedi della cripta di Santa Marina che è una preziosa testimonianza delle forme tradizionali di vita in grotta. Il territorio massafrese è punteggiato da una trentina di chiese rupestri, alcune di notevole interesse artistico e architettonico, che raccontano belle storie di riti, di comunità, di monaci e di santi. L’itinerario che proponiamo si muove tra tre di queste chiese, tutte inserite nel centro città e dedicate rispettivamente a San Leonardo, a Sant’Antonio Abate e alla Candelora.

L’itinerario


Per capire davvero le relazioni tra i villaggi di gravina e le città costruite, per analizzare la stratificazione degli insediamenti medievali e di quelli moderni, più che dotti libri e ricerche in biblioteca, conviene piuttosto seguire docilmente la guida che vi conduce alla scoperta delle cripte rupestri di Massafra. Dopo aver lungamente camminato per le vie urbane, conteso i marciapiedi alle auto più invadenti, sbirciato decine di vetrine, salutato commercianti e nullafacenti ai bar, quando cominciate a interrogarvi su dove stiate realmente andando e sulla sanità mentale della vostra mentore, a una svolta restate tramortiti. Sotto un anonimo condominio, preceduto da un piazzale, quello che sembra l’accesso di un garage è invece la cripta di San Leonardo. La chiesa è costituita da tre ambienti liturgici. L’aula quadrata è preceduta da un nartece, attualmente crollato, ed è diviso dalla navata per mezzo di un pilastro. Il presbiterio si sviluppa a corridoio unico con abside circolare centrale ed è diviso dall’aula per mezzo di un muro costituito da tre ampie arcate a tutto sesto che si configura come un’iconostasi. Gli affreschi, ben leggibili, comprendono una Déesis (Gesù in trono, Signore del cielo, della terra e del mare, fiancheggiato dagli intercessori, la Mater Domini e Giovanni Battista), San Pietro con le lettere e le chiavi, e numerosi santi (Paolo Primo eremita, Sant’Antonio, i santi medici Cosma e Damiano).

La seconda tappa del tour è ancor più sorprendente della prima. Solita sgambata tra le strade del centro per approdare al cortile di un condominio: quando già pensate di esservi persi, la guida vi fa passare per un pertugio ostico agli extra-large e vi porta ad un affaccio da brivido sul burrone di San Marco. Sconsigliata a chi soffre di vertigini, una lunga e ripida scalinata vi conduce in un’oasi inaspettata: la cripta della Candelora. Intorno a un pozzo quadrato, un fico e un cappero decorano l’ingresso articolato su sei campate, ciascuna con una copertura diversa. Tra le diverse coperture magnifica è la cupola lenticolare scolpita nella campata più oscura. Lungo le pareti dell’aula si susseguono tredici arcate affrescate, divise da semicolonnine con rozzi capitelli. Segnalerei almeno tre affreschi: il viso di una Madonna di indimenticabile bellezza, un Gesù ormai fanciullo che sgambetta con un cestino in mano a fianco di sua madre, e un san Nicolinus Pellegrinus, con sacca e bordone al fianco del protomartire Stefano. All’esterno della cripta, isolato, è un ambiente rupestre cui si accede con tre gradini, forse una cappella funeraria o l’appartamento di servizio.

La terza tappa è quasi impensabile. La chiesa ipogea di Sant’Antonio si nasconde addirittura nei sotterranei del vecchio ospedale civile Pagliari. La cripta è la somma di due chiese affiancate e distinte, probabilmente officiate una con il rito greco e l’altra con il rito latino; presenta quindi due navate con l’abside semicircolare e copertura piana; lungo le pareti si aprono nicchie e archivolti decorati affreschi risalenti a periodi distinti, i più antichi risalenti al XIV e XV secolo, tra cui l'immagine del Beato Urbano V; interessanti le immagini di S. Antonio Abate, di San Leonardo e della Deesis absidale.

Per approfondire

Il sito istituzionale del Comune di Massafra

(www.comunedimassafra.it) contiene una sezione dedicata alla cultura e al territorio con informazioni e foto sui monumenti, i beni archeologici, gli spettacoli e le feste. La cooperativa Nuova Hellas gestisce gli itinerari e le visite guidate alle gravine e alle chiese affrescate di Massafra; ha inoltre attivato un sito di servizio (www.massafraturismo.it).

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