Il parco archeologico rupestre di Vaste
Il parco archeologico rupestre di Vaste
Un’escursione a Poggiardo e Vaste è appagante perché miscela e condensa in un percorso unitario i più intensi richiami del Salento: la storia degli antichi Messapi, la natura delle Serre, gli affreschi delle cripte medievali, le grotte e le necropoli rupestri, l’architettura spontanea della pietra a secco. La realizzazione del Parco dei guerrieri, che è poi un grande museo all’aperto, è un omaggio all’antico popolo italico dei Messapi che abitò il Salento dall’ottavo secolo avanti Cristo fino alla romanizzazione. Nel Parco sono anche le tracce del cristianesimo nascente e della sua contrastata affermazione, delle comunità di monaci e del loro lavoro, dei luoghi della fede e del culto. Un’affollata necropoli racconta la visione della vita e della morte di quella comunità che ha voluto scavare persino le rocce pur di trovarsi un posto vicino all’altare nel giorno della risurrezione e del giudizio universale. Le chiese rupestri mostrano l’abilità di una scuola di abili lapicidi salentini. L’ambiente naturale delle Serre salentine propone un’area faunistica, una pinete, un bosco e la macchia mediterranea ancora integra. Ma sono soprattutto i magnifici affreschi, risalenti ad età remote e ben restaurati, a catturare l’ammirazione dei contemporanei.
L’itinerario
Gli abitati di Vaste e Poggiardo s’incrociano sulla strada che da Maglie conduce al mare di Santa Cesarea Terme e Castro. Proprio sulla strada è il vistoso accesso al Parco dei Guerrieri, una struttura espositiva moderna con il punto di accoglienza turistica e i servizi. Le giovani guide forniscono una buona introduzione storica con l’aiuto di pannelli didattici colorati e di un video. Un’attrazione è la ricostruzione dell’ipogeo delle Cariatidi, una tomba monumentale sotterranea accessibile da una scalinata e con il fronte decorato da quattro cariatidi scolpite e da un fregio con una corsa di trighe guidate da Eroti e trainate da leoni. All’aperto, ci s’inoltra ora nello spazio dell’abitato messapico di Basta, seguendo le mura esterne di recinzione. La vicina Serra di Poggiardo, la fascia di bassi rilievi sullo sfondo, ospita i monumenti più significativi. Si visita l’area della chiesa paleocristiana: le fondamenta rese visibili dallo scavo archeologico ne mostrano abside, navate e transetto con i successivi ingrandimenti. Risalendo il primo gradino della Serra si scopre la magnifica necropoli rupestre. Le tombe hanno sfruttato tutto lo scarso spazio disponibile. Alcune conservano ancora le coperture a sarcofago, altre hanno formato antropomorfo e una di esse ha ancora sul coperchio la ciotola dove veniva riposto il cibo per il defunto frutto delle libagioni e dei sacrifici dei superstiti sul vicino altare. Seguendo la base della Serra ci si sposta verso la chiesa rupestre dei Santi Stefani. Il nome deriva dalla triplice rappresentazione del Santo o forse dall’italianizzazione del genitivo latino. L’ingresso si articola su tre aperture ad arco, cui corrispondono altrettante navate scavate nella roccia e separate da pilastri. Un apertura in alto testimonia il riuso agricolo della cripta come deposito di attrezzi e granaglie. Le pareti sono fasciate di affreschi risalenti a tre epoche diverse, dal decimo secolo al 1376. Prevalgono le immagini di santi nelle nicchie e nei sottarchi ma la calotta dell’abside centrale riporta la splendida visione di San Giovanni che nell’Apocalisse vede in cielo la donna coronata di stelle che geme per i dolori del parto ed è insidiata dal dragone diabolico. Non mancano le figurine dei donatori. Dalla cripta si sale ai locali ristrutturati della masseria destinati a servizi turistici e di ristorazione. Compare un’ulteriore grotta nel gradone della Serra e la ricostruzione di una capanna japigia con la base ellettica in pietra e la copertura vegetale. Completata la visita del Parco dei Guerrieri ci si trasferisce al centro di Poggiardo, nei giardini comunali, dove un contenitore museale moderno riproduce gli ambienti sotterranei della cripta di Santa Maria degli Angeli, scoperta nel 1929, e ne custodisce gli affreschi staccati e restaurati. Si tratta di un magnifico ciclo ben conservato nel quale spiccano le immagini della Madre col bambino tra due angeli, di San Giorgio a cavallo, dell’arcangelo Michele. Particolarmente appagante all’occhio del visitatore è l’elegante sontuosità degli abiti indossati dai santi affrescati
Per approfondire
Il sito web del comune di Poggiardo contiene una buona documentazione sulle sue origini messapiche e bizantine e sugli affreschi della cripta di Santa Maria degli Angeli. Il Parco dei guerrieri di Vaste è su Facebook (http://it-it.facebook.com/pages/Parco-dei-Guerrieri-di-Vaste/207140873331) con un ricco corredo di foto, notizie e video. Il progetto europeo Interreg Dry stones routes, cui hanno concorso Poggiardo e altri comuni del Salento insieme con i comuni della Zagària nell’Epiro greco, ha puntato alla salvaguardia e alla valorizzazione dell’antica e tradizionale tecnica di costruzione in pietra a secco (muretti, lamie, caseddhe, pajare, furnieddhi, curtali). Un volumetto, una galleria di architettura rurale a Poggiardo e un sito web
(www.drystonesroutes.eu) ne sintetizzano i risultati. Un buon testo di riferimento è Gli insediamenti rupestri medioevali nel Basso Salento, curato da Cosimo Damiano Fonseca con altri ricercatori e pubblicato dall’editore Congedo (Galatina, 1979).
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