Il parco rupestre di Lama Cornola
Il parco rupestre di Lama Cornola
Siamo in Puglia, sul mare Adriatico. Il Parco naturale regionale delle Dune Costiere si estende da Torre Canne a Torre San Leonardo, nei territori di Ostuni e Fasano e s’inoltra verso le aree agricole interne, occupate da oliveti plurisecolari e antiche masserie. Noi andremo a “immergerci” nella Lama Cornola, un piccolo canyon sui cui spalti rocciosi, a pochi passi dalle spiagge, si apre un insospettato e arcaico mondo rupestre. Le “lame” sono incisioni lineari del terreno, lunghi fossi perpendicolari alla linea di costa. Sono fiumi fossili, reliquie di quegli antichi corsi d'acqua che scendevano lungo la scarpata dalla Murgia verso il mare. La Lama delle “cornole”, ovvero dei carrubi, s’infossa tra gli uliveti e le praterie di gariga. La sua intricata vegetazione rupicola offre rifugio ai rapaci che sorvolano le campagne circostanti a caccia di prede. Alla base delle pareti si aprono cavità sotto roccia e grotte scavate. Sono le tracce di una frequentazione umana che sopravvive ancora oggi. Ne sono testimonianza i trappeti ipogei per la lavorazione dell'olio, i ricoveri degli animali, il villaggio delle abitazioni rupestri.
L’itinerario
Per raggiungere l’ingresso a monte della Lama occorre lasciare la superstrada Bari-Brindisi all’uscita del Pilone. Dalla rotatoria stradale ovest s’imbocca la strada provinciale per Ostuni che si percorre per 2,6 km fino a un incrocio. Qui troviamo un’area di sosta della ciclovia Adriatica con un pannello del parco. Si va ora a destra per circa 1 km fino a un bivio dove un cartello indica a sinistra la direzione per la masseria Spagnulo; si va invece a destra per 100 metri e, tra un casotto bianco e una panchina, si trova una sbarra aperta su una strada sterrata che termina dopo 400 metri sotto un grande ulivo. Si lascia l’auto e si segue l’evidente sentiero che immette nel solco della lama. Si attraversano lastroni di roccia che svelano nitide impronte di conchiglie fossili. Subito dopo si visita il villaggio rupestre con le sue case-grotta, gli stazzi pastorali sotto roccia chiusi da muretti in pietra a secco, gli sgrottamenti utilizzati come stalle, i focolari e i camini per la lavorazione del latte. Sempre su sentiero si risale sul bordo della lama per incontrare un pozzo d’accesso a una cisterna sotterranea. Si costeggiano prati di gariga, uliveti intensivi, cave di blocchetti di tufo. Più avanti si trova una nuova area rupestre distribuita sui due fianchi della lama. Si percepisce chiaramente come gli insediamenti in roccia siano strutture di servizio dei fondi agricoli soprastanti. Visitiamo opifici rupestri, frantoi ipogei, abitazioni dotate di pozzo e vasca, masserie rupestri recintate, rimesse di attrezzi agricoli e di reti per la raccolta delle olive. Notevoli i terrazzamenti e i recinti di pietra che ospitano gli olivi più grandi. I collegamenti con i campi sono garantiti da stradine di accesso per i trattori e da ponticelli sul solco della lama. Il rumore intenso del traffico annuncia la vicina superstrada. Un ponte collega la lama con l’area naturalistica del parco realizzata nell’ex cava di Pezza Caldara. Il mare, le dune e il lago costiero sono a pochi passi. Con una ripida rampa si sale alla strada complanare: il ponte sulla lama dista 300 metri dalla rotatoria dell’uscita Pilone. Il percorso si compie in 45 minuti. Se non si dispone di una seconda auto da lasciare sulla complanare, i tempi si raddoppiano per il ritorno sui propri passi. Con la visita degli ambienti rupestri calcolare in tutto due ore.
Per approfondire
Il Parco naturale regionale delle Dune costiere (www.parcodunecostiere.org) merita una visita più ampia che inglobi il lago costiero e le dune di Lido Morelli, gli impianti d’ittiocoltura, gli oliveti, la lama di Pezza Caldara, la Via Traiana e la ciclovia, la casa del Parco, il dolmen e il frantoio ipogeo. Al percorso della Via Appia Traiana sono dedicati Via Traiana - Una strada lunga duemila anni, scritto da Pierfrancesco Rescio (Schena editore, Fasano, 2013) e La Via Francigena del Sud - L’Appia Traiana nel Medioevo, di Renato Stopani (Le Lettere, Firenze, 1992). Itinerari di visita sono proposti dalle guide del Parco, da numerose associazioni escursionistiche e dalla Guida escursionistica della Puglia di Gianni Pofi (Adda editore, Bari, 2007).
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