L’abbazia e gli eremi rupestri di Pulsano

Il Gargano è oggi protetto da un parco nazionale ed è una notissima meta turistica. Ma la sua notorietà risale indietro nel tempo fino al quinto secolo, quando Michele, l’arcangelo guerriero, si palesò in una caverna sul monte. E questa grotta dell’apparizione divenne un’irresistibile calamita nei confronti di moltitudini di pellegrini attratti dal fascino del sacro e della natura. Una scritta li accoglie: «Terribilis est locus iste. Hic domus dei est et porta cœli». Monte Sant’Angelo si trasformò nel santuario nazionale dei Longobardi e la Via Sacra Longobardorum divenne una delle più importanti arterie del pellegrinaggio medievale. Oggi la grotta dell’Angelo è Patrimonio mondiale dell’Unesco. Su queste strade, che dalle pianure del Tavoliere s’inerpicano sul promontorio garganico, passarono papi e sovrani, guerrieri crociati e pii pellegrini, santi predicatori e pastori transumanti, briganti e malati nel corpo e nello spirito. Schivando le strade affollate dalle auto dei vacanzieri e dai torpedoni dei pellegrini, andiamo a piedi alla scoperta dei Valloni di Pulsano punteggiati di eremi protetti da una storica abbazia.

L’itinerario


L’abbazia di Santa Maria di Pulsano ha una storia lunga, intessuta di santi monaci e augusti benefattori, ma anche macchiata da periodi di abbandono e incuria. Chi arriva oggi trova un monastero ricostruito, una foresteria e una comunità che prega, alternando la liturgia latina a quella bizantina, dipinge icone, studia e propone Lectio divina e settimane bibliche a spiriti in ricerca. Dal parcheggio, scendendo sulla sinistra, si va a visitare la chiesa romanica, con il suo bel portale, il presbiterio ricavato in una grotta naturale e l’altare quadrato bizantino. Si può raggiungere in pochi passi la roccia con la grande croce da cui si gode un magnifico panorama sul golfo di Manfredonia.

Negli immediati dintorni dell’abbazia vi sono alcuni eremi visitabili agevolmente. L’eremo dedicato a San Gregorio Magno è un’ampia cavità naturale che con un percorso a L converge verso l’area presbiterale ricavata in un piccolo antro. L’eremo dedicato all’arcangelo San Michele è costituito da tre locali intercomunicanti scavati nella roccia, destinati a celle per gli eremiti e da una cappella in muratura sullo strapiombo. L’eremo di San Nicola, ubicato nel vallone sotto la chiesa abbaziale, è accessibile grazie a una lunga e scenografica scalinata scavata nella roccia; sull’ingresso è incisa una croce greca e all’interno vi sono resti di affreschi.

Tornati al parcheggio, si va ora a destra, lungo il muro di cinta dell’abbazia e s’imbocca la sterrata, che avrebbe dovuto creare un collegamento diretto tra l’abbazia e Manfredonia, ma che è rimasta interrotta. La strada s’inoltra in discesa nel Vallone Mattina, traversando a mezza costa alte pareti di roccia. Giunta sul fondo, aggira la testata del vallone, superando diversi cancelletti e due fossi su ponti di cemento, in ambiente naturale fresco e fiorito, molto piacevole a primavera. Sull’altro versante del vallone, la stradina si riduce a un esile sentiero e attraversa una rigogliosa galleria vegetale, con qualche tratto un po’ scomodo tra arbusti e cespugli. Di nuovo ampia, la strada termina bruscamente ai piedi di uno sperone di rocce. Ottime vedute sull’abbazia in alto, sulle mura di cinta e le terrazze che la sostengono, sui tre valloni di Pulsano (Mattina, Romiti e Campanile) e sui numerosi eremi e grotte di ricovero che punteggiano gli strapiombi dell’opposto versante. Si capisce qui la natura particolare di questi sistemi rocciosi e dei canyon carsici del Gargano: l’ambiente solitario e desolato, l’aridità dei pendii soggetti alla bollente insolazione estiva, la ventosità forte e persistente, la rigogliosa vegetazione e il tesoro floreale dei fossi, i romitaggi in un paesaggio aspro e selvaggio. Sulla stessa via si torna all’accogliente abbazia. L’escursione nel Vallone di Mattina richiede 45 minuti in discesa e qualche minuto in più per la risalita, su un dislivello inferiore ai 100 m.

Se si vuol dare un’occhiata dall’alto a Valle Campanile si torna indietro in direzione di Monte Sant’Angelo e circa 2,5 km prima del paese s’imbocca sulla destra una stradina asfaltata che segue il tracciato dell’acquedotto; bisogna seguirla per circa 2 km, parcheggiare nell’area di una masseria. Si va a destra per alcune centinaia di metri attraversando pascoli e muretti a secco e si giunge sull’orlo del tortuoso e profondo vallone che si percorre verso sud. La parete sottostante e le pareti di fronte ospitano numerosi eremi, alcuni invisibili, altri inaccessibili e altri ancora raggiungibili con brevi percorsi un po’ avventurosi o scendendo e risalendo il fondo del vallone su gradini intagliati nella roccia.

Per approfondire

Tra le risorse offerte dall’Abbazia di Pulsano v’è anche un ottimo sito internet che permette di conoscere la multiforme attività della comunità ivi insediata (www.abbaziadipulsano.org): particolarmente ricca è la documentazione, anche fotografica, sugli eremi. Utili sono i siti del Comune di Monte Sant’Angelo (www.comune.monte-sant-angelo.fg.it) e della promozione turistica locale (www.turismomontesantangelo.it/ e www.visitmsa.it). Un bel sito (www.laviadellangelo.it) promuove la Via Peregrinorum alla grotta micaelica sul Gargano. Altre proposte di cammini diretti alla grotta dell’arcangelo sono la via Micaelica da Roma e Montecassino proposta dall’associazione Iubilantes (www.iubilantes.it) e il Cammino dell’Arcangelo con partenza da Benevento proposto dal Cai (www.camminodellarcangelo.it). Molto bello è anche il sito www.viefrancigenedelsud.it. Il sito del Parco nazionale del Gargano (www.parcogargano.it) consente la visita virtuale del Parco e propone suggestivi itinerari.

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