Lazio

Il cammino di Francesco

Francesco d’Assisi è stato sicuramente uno dei più grandi santi della chiesa cattolica, ma va anche ricordato come un instancabile camminatore. È dunque giusto che oltre a proclamarlo patrono d’Italia, sia stato disegnato e a lui dedicato un lungo e suggestivo sentiero nella Valle Santa Reatina. Del Cammino di Francesco l’itinerario qui proposto percorre un tratto. Muovendo dal santuario francescano di Poggio Bustone s’inerpica fino all’eremo del Sacro Speco, raggiunge i bei prati di San Giacomo e percorre l’antico sentiero del confine borbonico-pontificio, segnato ancora dai vecchi cippi in pietra.

Ci troviamo in Sabina, nel Lazio nord-orientale: una regione omogenea per caratteri fisici e antropici che comprende i Monti Sabini, la conca di Rieti, la media e bassa valle del Turano, gran parte delle valli del Velino e del Salto e parte di quelle del Tevere e dell’Aniene.

L’itinerario si snoda in particolare sul territorio della valle reatina e dei monti che la circondano. La valle di Rieti è famosa anche con il nome di Valle Santa: qui infatti soggiornò a lungo San Francesco d’Assisi, imprimendo indelebilmente a questi luoghi una forte aura di spiritualità. Oggi è possibile ripercorrere i passi del poverello d’Assisi: nel 2003 è stato inaugurato il “Cammino di Francesco”, 80 km di sentieri e strade immersi nella natura, che visitano i quattro santuari francescani della valle e toccano tutti i luoghi segnati dalla presenza e dalla fede del santo. L’itinerario che qui proponiamo si svolge nel territorio di Poggio Bustone. Nella parte più selvaggia della montagna a nord del paese, San Francesco aveva scelto due grotte come luogo di raccoglimento e preghiera. Il romitorio inferiore si trova nel luogo dove oggi sorge il convento di San Giacomo; quello superiore, incassato nella roccia in posizione assai suggestiva, è raggiungibile a piedi dal santuario.

Dal piazzale del santuario si segue il sentiero della via crucis che tocca il Tempietto della pace e termina a una statua in bronzo del Santo. Da qui si scende sulla mulattiera che porta verso la montagna e, poco dopo si gira a sinistra. Qui inizia un sentiero che, in poco meno di 1 Km porta dagli 820 m del Santuario ai 1050 m del Sacro Speco. Questo sentiero è lo stesso che percorreva il Santo nel 1200. Lungo il percorso s’incontrano sei edicole erette intorno al 1650 che ricordano altrettanti episodi della vita del santo. Si raggiunge infine la suggestiva chiesetta che, con il suo campanile e la sua piccola abside, racchiude la grotta (speco) delle visioni. L’eremo è addossato ad una parete rocciosa alta circa cento metri. Gli ambienti semplici e disadorni, la simbiosi con la roccia, l’isolamento del luogo, le memorie francescane, ne fanno un luogo di grande fascino e ne raccomandano la visita.


Tornati all’auto, s’imbocca nei pressi la stretta strada asfaltata che sale ai Prati. L’asfalto termina all’altezza di una piazzola, punto di partenza per voli con il parapendio e splendido punto panoramico sulla Valle Santa, sui laghi Lungo e Ripasottile e sui monti dell’Umbria. Si può lasciare qui l’auto, oppure proseguire ancora per circa 2,5 km su una stretta strada bianca, fino a raggiungere la bella e ampia conca del Prato San Giacomo (1301 m). Si cammina ora sulla sterrata che aggira la conca e porta in leggera salita alla sella di Cima d’Arme (m 1395). Si lascia a destra il sentiero che sale in vetta e si prosegue sul cammino di Francesco in direzione Pian de’ Valli. Su comodo sentiero si giunge a un altro bivio: anche qui si trascura il sentiero che sale a Cima d’Arme e si tiene la sinistra seguendo il Cammino. Giunti a Fonte Petrinara (1419 m), si prende il sentiero del Cai 420, sempre seguendo le indicazioni del Cammino per Pian de’ Valli. Quando il bosco si apre, si raggiunge in breve la sella Monte Versanello (1524 m), snodo di sentieri; qui troviamo il cippo 457 che segnava il confine tra Stato pontificio e Regno borbonico e che riporta i simboli delle chiavi di Pietro e del giglio dei Borboni. Si può ora passeggiare lungo l’antico confine: verso nord, in direzione del Monte Castiglioni, passando prima su un versante leggermente esposto e poi entrando nel bosco, si arriva al cippo 459, a ridosso del sentiero. Tornati alla sella si cammina ora nel bosco verso sud, ancora sul sentiero di Francesco, fino ad avvistare sulla sinistra il cippo 454, alla testata di un vallone. Tornati allo spiazzo di Monte Versanello si prende la via del ritorno al Prato San Giacomo seguendo la strada percorsa all’andata.

Un’alternativa suggerita a chi desidera compiere un percorso più impegnativo è quella di eliminare il percorso in auto. Dal Santuario si può infatti raggiungere direttamente il Prato di San Giacomo a piedi seguendo la segnaletica del Cammino di Francesco in direzione Pian de’ Valli. Dopo aver seguito l’itinerario già descritto, dalla Fonte Petrinara il ritorno al Santuario può effettuarsi lungo il sentiero della Valle Petrinara.


Al cammino fatto con i piedi corrisponde un itinerario fatto con l’anima, un percorso di introspezione e di pensiero. Lo sanno bene i pellegrini, per i quali il viaggio è innanzitutto esperienza interiore di meditazione, discernimento e dialogo con Dio. Il cammino di Francesco s’inserisce appieno in questa tendenza: percorrerlo significa visitare luoghi di grande bellezza e suggestione, e ripercorrere attraverso discorsi ed episodi della vita del santo il valore umano e spirituale della sua figura. Poggio Bustone fu probabilmente il primo luogo della Valle reatina dove San Francesco si fermò, provenendo insieme ai suoi compagni, secondo la leggenda, dalla valle spoletina. Qui salutò gli abitanti del paese con le semplici parole «buongiorno buona gente», anticipazione della sua missione di pace, che ancora oggi è riportata nei testi e nei pannelli del Cammino. Alcune antiche fonti francescane riportano episodi della presenza del santo a Poggio Bustone e riferiscono le visioni che Francesco ebbe mentre era nel Sacro Speco. Ne riportiamo il testo, nella rielaborazione di Carlo Carretto: «Con l’autunno decidemmo di ripartire spinti dal desiderio di consolidare la nostra esperienza itinerante e ci portammo verso la valle di Rieti fermandoci a Poggio Bustone. Ricordo quel luogo per due cose. Ero da tempo invaso dal pensiero che Dio non poteva essere contento del mio cattivo passato e che non me l’avrebbe perdonato. Una notte mentre pregavo e piangevo sentii una dolcezza infinita invadermi tutto e farsi strada la certezza che Dio mi aveva perdonato e mi amava.

Ne fui così felice che svegliai i compagni raccontando loro tutto e soprattutto comunicando loro la dolcezza del perdono. Fu allora che mi parve perfino esserci in me la capacità di profetare. Sì, profetai. Profetai che sarebbero venuti in molti nella nostra compagnia e che avremmo sempre dovuto perdonare tutti, tutti dacché Dio aveva perdonato a noi. Nell’entusiasmo che seguì a quel giorno di pace e di dolcezza ci dividemmo in quattro gruppi e a due a due partimmo per le quattro direzioni del mondo. Chi ci poteva fermare» (Carlo Carretto, Io Francesco)

Itinerario

Cartografia: Cartoguida generale Cammino di Francesco in scala 1:35.000 (Rieti, 2004); Cai di Rieti Gruppo Monti Reatini in scala 1:25.000.

Tempi e dislivello: percorso interamente a piedi l’itinerario risale circa 680 m e richiede 2 h 30’ in salita; il dislivello si riduce a 200 m se si sale in auto ai prati di San Giacomo e la passeggiata richiede allora circa 3 h tra andata e ritorno. La salita dal Convento allo Speco si sviluppa su 230 m di dislivello e richiede circa 1 h tra salita e discesa.

Note tecniche

In giro per il web

Per informazioni e approfondimenti sul Cammino di Francesco si possono consultare le pubblicazioni dell’Azienda di promozione turistica della provincia di Rieti. Il riferimento da cui partire è il bel sito www.camminodifrancesco.it, aggiornato e completo. Ricchi di informazioni e idee di visita sono i siti ufficiali del Comune di Poggio Bustone

(www.comune.poggiobustone.ri.it) e dei Santuari francescani della Valle Santa reatina

(www.santuarivallesanta.it). Un riferimento per le precise informazioni sulla localizzazione dei cippi dell’antico confine fra Stato pontificio e Regno borbonico è il sito www.lemiepasseggiate.it. Per la zona dei Reatini Giuseppe Albrizio, autore del sito, propone anche alcune escursioni alla ricerca dei cippi su questi monti.

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