Passeggiare sui tratturi, sulle orme dei pastori dannunziani, è garanzia di scarsa gratificazione sociale. Provate a raccontare ai vostri amici escursionisti di aver scollinato il borgo di Duronia o di aver conquistato la Crocella di Motta o addirittura di aver guadato il Saccione e il Tammaro. L’espressione interrogativa sui loro volti evolverà in successione dalla sorpresa attonita verso lo sbigottimento, l’educata commiserazione per questa vostra eccentrica stravaganza quando non un silenzioso rimprovero circa la vostra capacità di selezionare mete e percorsi.

Bisogna oggettivamente riconoscere che i tratturi costituiscono ancora un comprensorio escursionistico poco praticato. È facile constatare come siano ancora pochi i camminatori che emulano il passo lento degli antichi pastori transumanti. Capita di rado su queste vie verdi di incrociare escursionisti a cavallo, sudati mountain bikers, infangati e frettolosi motocrossisti, amanti del fuoristrada su rombanti quad, jeep, suv e pick-up. Sono sideralmente lontane le folle di escursionisti che frequentano i sentieri, non dico delle Alpi o delle Dolomiti, ma anche del Gran Sasso, della Maiella, del Matese o del Parco nazionale d’Abruzzo. Gli escursionisti transumanti sanno bene che camminare sul tratturo è ancora un’intensa esperienza di solitudine, l’osservazione di paesaggi remoti e solenni,  l’immersione in una natura bio, spesso incontaminata. E si augurano magari, un po’ egoisticamente, che questi luoghi remoti restino confinati fuori dalle rotte classiche del turismo e rimangano apprezzati solo da turisti buongustai e “curiosi viaggiatori”.


Ma dei tratturi sarà bene ragionare con un certo ordine. Innanzitutto, di che cosa parliamo?

Home -> Passeggiate sui tratturi -> Introduzione

Passeggiate sui tratturi

Alla scoperta delle storiche vie della transumanza

Introduzione
>> Scarica l’Introduzione completatrat_intro_files/Introduzione%20ai%20tratturi.pdf