Passeggiate sui tratturi

Alla scoperta delle storiche vie della transumanza

Abruzzo -> tratturo L’Aquila - Foggia

Da Peltunium alla chiesa di Cintorelli

Magnifica passeggiata che consente di apprezzare l’integrità del Tratturo Magno e la ricca cornice di monumenti della valle aquilana. Nonostante il terremoto. Ideale in primavera con le cime innevate e i campi verdi. L’itinerario percorre il tratto finale della prima tappa della transumanza che iniziava dalla Basilica aquilana di Collemaggio e si concludeva nel rifugio della chiesa pastorale di Santa Maria dei Cintorelli. Punto di partenza è la romana Peltuinum. Il tratturo ne attraversa l’area archeologica lungo il decumano, penetrando nelle mura di cinta e lambendo il teatro e la chiesa di San Paolo. L’ingresso del tratturo tra le rovine è forse meno scenografico di Saepinum, ma in un ambiente incomparabilmente più panoramico. Sullo sfondo è la lunga cresta della Maiella, dal Block Haus al Porrara, con tutte le cime più significative: le Murelle, l’Acquaviva, Pesco Falcone e il monte Amaro. A oriente la Rocca di Calascio introduce i colli di Campo Imperatore e la catena del Gran Sasso dal Pizzo Cefalone al Pizzo di Camarda. A occidente si ammira il gruppo del Velino, con i canaloni del Sirente, il monte Rotondo e la cresta di Monte Ocre. Gli amanti del Medioevo non mancheranno la visita al borgo murato di Castel Camponeschi, al recinto merlato di San Pio delle Camere, al castello e alle splendide chiese di Bominaco.

Il bivio per l’area archeologica di Peltuinum si trova al km 57,100 della strada statale 17, a sud dell’Aquila. Si traversa Castelnuovo, paese martoriato dal terremoto del 6 aprile 2009, e si percorrono 2,3 km risalendo il terrazzo che ospita l’antica città tra rimboschimenti di conifere. Dove la strada traversa il tratturo, in vista delle rovine, si parcheggia.

Si dedica il tempo necessario a un’accurata visita dei resti monumentali e agli scavi più recenti.

Dopo la visita, si prosegue sul tratturo che traversa il pianoro e inizia la discesa verso la piana coronata dai borghi di San Pio delle Camere, Navelli, Caporciano, Tussio e Prata d’Ansidonia. La chiesa di Santa Maria dei Cintorelli è già ben visibile in direzione sud-est, come pure evidente è il percorso lineare del tratturo che taglia i campi. Si scende verso la località Settefonti, seguendo la segnaletica dell’ippovia e le paline del metanodotto. Raggiunta la base del colle si procede in piano sfiorando masserie, capannoni agricoli e un vecchio mulino ad acqua. Si attraversano una prima strada asfaltata per Prata e una seconda per Tussio, mentre il caratteristico recinto della torre di San Pio diventa sempre più evidente a dominio sulla piana. Il tratturo si avvicina progressivamente alla statale 17, toccando un saggio di scavo archeologico che ha fatto emergere una necropoli e alcuni menhir in pietra. Nei pressi è ancora visibile un cippo ben conservato con le iniziali del Regio Tratturo. Raggiunta la strada complanare, si sottopassa la nuova statale per l’uno o l’altro dei due vicini sottovia e si prosegue su strada bianca verso la chiesa ormai vicina. L’arrivo alla chiesa dà ancora un brivido di antiche emozioni. Il terremoto ha lesionato la facciata della chiesa e ha fatto cadere un pezzo del campanile a vela, vanificando i frutti di un recente restauro. Un locale chiuso, uno spazio coperto all’aperto e un pozzo sono i segni dell’antica ospitalità per i pastori transumanti. Il vicino monumento ricorda il pastore e l’emigrante con una frase di Bartolomeo Vanzetti, l’anarchico italiano emigrato negli Usa e ingiustamente condannato alla sedia elettrica con l’amico Sacco (“Volli un tetto per ogni famiglia, un pane per ogni bocca, una educazione per ogni cuore, una luce per ogni intelletto”).

Itinerario

Dislivello: il percorso si sviluppa sulla piana di Navelli e ha una lunghezza di circa 5 km. Privo di asperità e con qualche tratto fangoso presenta l’unico dislivello, limitato peraltro a poche decine di metri, per la discesa o l’ascesa al terrazzo di Peltuinum.

Tempi di percorrenza: il percorso di andata da Peltuinum a Cintorelli richiede 1 ora e mezza; a queste vanno aggiunte 1 ora e 45 minuti se si torna a piedi sul percorso dell’andata. Vanno aggiunti i tempi per le visite agli scavi di Peltuinum, alla chiesa di San Paolo e ai dintorni di Cintorelli.

Cartografia: Parco nazionale del Gran Sasso e dei Monti della laga - Carta turistico-escursionistica in scala 1:50000, Selca, Firenze, 2004.

Note tecniche

In giro per il web

Ricognizione del sentiero: 28 marzo 2010

Lungo il percorso...

Il sito istituzionale del Comune di Prata d’Ansidonia (www.comune.pratadansidonia.aq.it/) dedica uno spazio informativo una galleria fotografica agli scavi di Peltuinum e alla chiesa di San Paolo. Ricco di foto sui siti dell’itinerario è l’archivio fotografico d’Abruzzo di Giovanni Lattanzi (www.inabruzzo.it). Tra le iniziative legate al tratturo L’Aquila – Foggia si segnala l’attività dell’Associazione Tracturo 3000 (www.tratturomagno.it).

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Itinerari

Peltuinum

Il centro romano, a partire dalla prima metà del I secolo avanti Cristo, ebbe una prima fase costruttiva che interessò l’area centrale, dove gli scavi hanno identificato strutture connesse alla vita pubblica e culturale della città; tra queste emergono i resti del tempio di Apollo, depredato in età medievale. All’età augustea appartengono il monumentale teatro con alcuni edifici privati e le fortificazioni di cui si conservano alcuni tratti, ed in particolare la porta occidentale; questa, a doppio fornice, e difesa da imponenti torrioni, segnava l’accesso del tratturo che attraversa la città da porta a porta lungo l’asse maggiore, cui si raccordano arterie ortogonali ancora leggibili nella suddivisione dei campi. Il sistema economico della città era organicamente legato alla transumanza per il controllo doganale relativo all’uso delle calles e viae publicae.


Chiesa di San Paolo di Peltuino

Ancora oggi la chiesa conserva nel nome il toponimo del vicino insediamento romano da cui provengono i numerosi elementi reimpiegati nella costruzione. La chiesa, sorta secondo la tradizione sul sito di un più antico tempio pagano, costituiva nel medioevo un fondamentale punto di riferimento e luogo di sosta tratturale. Il monumento è il frutto di una complessa evoluzione: a partire da una fase pre-romanica, attestata dai frammenti decorativi ancora riconoscibili nella chiesa, ed attraverso le esperienze benedettina prima e cistercense poi, si giunge dopo successivi rifacimenti e recenti restauri, all’attuale impianto. L’immagine del San Cristoforo, affrescata sulla parete destra della chiesa, a protezione del cammino dei pastori con le loro greggi, testimonia la stretta connessione tra il luogo sacro e la civiltà pastorale.


Chiesa di Santa Maria dei Cintorelli

La chiesa rurale è situata dove il tratturo proveniente dall’Aquila, percorsa l’area peltuinate, si divide in due rami distinti: il primo piega verso l’Adriatico, mentre il secondo, detto Centurelle – Montesecco, prosegue in direzione di Navelli e Collepietro per dirigersi sulla costa. Luogo di sosta delle greggi lungo l’importante itinerario della transumanza, la chiesa, terminata nel 1561, ha un’imponente facciata dalle forme rinascimentali, su cui si apre il portale del 1558 come reca l’iscrizione sulla trabeazione. L’interno è definito da un’unica navata, conclusa da un’abside poligonale e da due cappelle laterali, anch’esse poligonali a formare i bracci del transetto; un arco trionfale incornicia l’altare di gusto barocco. Addossato al fianco destro, all’esterno, vi è un corpo di fabbrica con porticato voltato, antico ricovero per i pastori. La chiesa, abbandonata sul finire dell’Ottocento e danneggiata nell’ultima guerra, è stata restaurata tra gli anni 1960 e 1970.


Fonte: Regione Abruzzo, Le vie della transumanza, Carsa, 2000