La grangia di Santa Maria del Monte
La grangia di Santa Maria del Monte
La montagna aquilana è un inesauribile scrigno di sorprese. Lo stupore e la meraviglia sono le sensazioni che si provano nello scoprire a oltre 1600 metri di quota i resti di una grande masseria, recintata da mura di protezione, che prevedeva all’interno edifici residenziali, di stoccaggio, di produzione e di servizio per i pastori. Non mancavano la cappella, l’infermeria e le camere di reclusione. Oggi se ne possono osservare gli imponenti ruderi, gli edifici, le cisterne e i recinti per il bestiame, ai margini dei pascoli di Campo Imperatore sul Gran Sasso. Un sito da non mancare, che colpisce per la sua estensione in un’area così elevata e deserta della montagna aquilana. È la grangia di Santa Maria del Monte. La grangia era infatti una masseria che dipendeva dai monaci cistercensi ed era abitata e gestita dai loro fratelli conversi. Questi si occupavano di coltivare i campi aperti, di curare l’allevamento degli animali della fattoria, di immagazzinare e commercializzare i frutti della terra e dell’allevamento ovino. La grangia di Campo Imperatore funzionava in particolare da struttura di servizio per l’industria armentizia dei monaci. Legata alle abbazie di Santo Spirito d’Ocre e di Santa Maria di Casanova, gestiva anche insediamenti più piccoli lungo i tratturi dei dintorni. Altre importanti masserie d’altura si trovano nella Valle del Vasto e nella Valle del Chiarino.
La passeggiata più breve per visitare la grangia di Santa Maria del Monte inizia dal lago Racollo (1573 metri) che si raggiunge da Santo Stefano di Sessanio per la strada che sale a Campo Imperatore. Circa 500 metri prima di sbucare sulla statale 17 bis, che traversa l’altopiano, si passa a poca distanza dal lago, non visibile dalla strada ma riconoscibile grazie al grosso rifugio di pastori che sorge al di là del bacino.
Lasciata l’auto, dalle rive del lago, si segue a piedi una carrareccia che si dirige verso ovest, scavalcando delle modestissime elevazioni e traversando la conca di Prato del Bove. Alla fine della conca una rampa un po’ più ripida porta a una larga sella erbosa.
Una breve salita sulla destra conduce ai ruderi di Santa Maria del Monte (1616 metri), in spettacolare posizione in vista delle Torri di Casanova, del Monte Prena, del Monte Camicia e dell’intero settore orientale dell’altopiano. Tornati alla sella erbosa, una breve discesa verso ovest sulla strada sterrata permette di raggiungere anche il Lago di Passaneta (1561 metri), accanto al quale sorge un altro piccolo rifugio utilizzato in estate dai pastori.
La passeggiata ha una durata complessiva di 1 ora e 30 minuti; è priva di difficoltà e presenta un dislivello minimo, limitato a qualche saliscendi. L’itinerario è descritto nel sito ufficiale del Parco (www.gransassolagapark.it). Tra l’abbondante cartografia si segnala la carta turistico-escursionistica del Parco, in scala 1:50000.
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