Pettorano: il tratturo di Napoleone

Pettorano sul Gizio si fregia del marchio de “I borghi più belli d’Italia”. Un riconoscimento all’Italia minore, ai paesi sconosciuti e nascosti, a quei borghi emarginati dallo sviluppo e dalla modernità ma che mostrano i segni indelebili di una storia millenaria. E la storia si respira passeggiando per le stradine, sotto gli archi e alzando gli occhi sulle chiese e sui bei palazzi di Pettorano. O scendendo al parco di archeologia industriale dei mulini ad acqua alle sorgenti del Gizio. Come pure si respira un’aria di antica nobiltà salendo dal Palazzo Ducale al Castello dei Cantelmo. Certo vi è stata poi la tempesta della modernizzazione, con l’emigrazione, l’abbandono, il “deserto dell’anima”. Ma oggi la riserva naturale del Monte Genzana e dell’alto Gizio è il segno di una possibile ripresa e di una nuova qualità della vita. Pettorano è anche città del tratturo. Le greggi che salivano dalla conca peligna verso gli altopiani maggiori seguivano percorsi diversi, adattandosi alle condizioni della valle, una valle che salendo verso Rocca Pia e il piano delle Cinque Miglia diventa stretta, erta e soggetta a erosione e frane. Invitiamo qui a scoprire due di questi antichi percorsi. Il primo percorre un tratto ancora intatto della Strada Napoleonica, capolavoro degli ingegneri civili di Gioacchino Murat. Il secondo segue sul tratturo che risale fedelmente il corso del torrente Riaccio.

Punto di partenza è la Taverna di San Gerardo, tradizionale luogo di sosta dei pastori transumanti, dei carrettieri che salivano agli altopiani, delle diligenze postali e del servizio passeggeri e delle comitive di devoti che si recavano in pellegrinaggio dal santo. Siamo nella parte alta del borgo, sul suo bordo meridionale, prossimi al Castello Cantelmo. Pochi metri sull’asfalto ci portano all’imbocco della Strada Napoleonica, segnalata da una freccia di legno e dal segnavia n. 7. Il primo tratto di sterrato è un po’ soffocato lateralmente da reticolati di impenetrabili rovi. Ma progressivamente la strada si allarga e si mostra in tutta la sua ampiezza originaria mentre procede a mezza costa sul colle La Guardiola, alta sulla valle, con bei panorami sul Monte Rotella. Sulla destra troviamo alcune grotte dalle forme curiose e a doppia entrata. Particolarmente interessanti si rivelano le opere di ingegneria stradale, come i muraglioni a secco di sostegno e le banchine di protezione a valle. Qualche cedimento della massicciata segnala l’esigenza di un intervento di manutenzione. Ci fa compagnia per un po’ il rumore del traffico di valle e degli autotreni che salgono i tornanti e gli aerei viadotti della superstrada. Poi, improvvisamente, il percorso svolta a destra e s’inoltra decisamente nella Valle Rea. Il rumore dei motori svanisce; l’ambiente si fa solitario, l’atmosfera ovattata, il silenzio è rotto solo dai versi degli uccelli. Sullo sfondo appare ora la cresta del Monte Genzana. A sinistra si trova un bel cippo stradale, ottimamente conservato. Il bosco di faggi e il rimboschimento di pini si fanno via via più fitti e incombenti. Si giunge infine a una sbarra e a un bivio. Se si prosegue sul fondovalle si entra nella Valle Marsolina e si raggiungono alcune fonti e i vicini rifugi. La Strada Napoleonica svolta invece nettamente a sinistra, con un tornante s’innalza nel bosco, supera una zona rocciosa e si dirige verso Rocca Pia, toccando la strada nuova e il cimitero. Sulla via del ritorno a Pettorano conviene alzare lo sguardo sulla Cresta di Pietra Maggiore che dalla cima del Monte Rotella scende verso il Colle Mitra, individuato da una grande croce. E più avanti è tutta la cresta del Monte Morrone della Maiella che s’impone all’attenzione, mentre in basso compaiono la conca peligna e la città di Sulmona.

Punto di partenza del secondo percorso è invece la parte bassa della città che si raggiunge dall’accesso settentrionale della statale 17, il primo che s’incontra provenendo da Sulmona. Dai parcheggi nei pressi della chiesa di San Nicola di Bari si torna al ponte che scavalca il torrente Riaccio. Una stradina scende sulla sinistra del ponte e raggiunge subito il tratturo, che qui è una strada sterrata bianca. Si va a destra, passando sotto un arco del ponte e si prosegue sulla sterrata. Si procede parallelamente al torrente e alla statale 17. A destra il tratturo segue il bordo di un grande prato, un’area pascoliva verde che era il “riposo” delle greggi transumanti. Bellissimo il panorama sull’abitato di Pettorano e sui suoi palazzi più appariscenti. Superata una zona di baracche e di orti si raggiunge il ponte del Rio. Sulla destra del ponte si sale alla strada. Sul tratturo, che si riprende dopo aver attraversato il ponte ed esser scesi sulla riva destra orografica del torrente oppure direttamente sull’asfalto si traversa un’area sportiva attrezzata con parchi giochi, campi da calcio e da calcetto e un percorso vita. Si supera il terzo ponte, dedicato ai binari della linea ferroviaria Sulmona-Castel di Sangro e al primo tornante si lascia l’asfalto per tornare sul tratturo fino a raggiungere il ponte della Vittoria. Qui arriva da destra, grazie a un ponticello di legno, l’innesto del sentiero n. 5 del Parco “Le callarelle”. La valle si restringe progressivamente in ambiente caratterizzato da boschetti ed erosioni. Il punto di arrivo è una suggestiva cascatella, un salto di circa venti metri, alle sorgenti del torrente Riaccio. Sulla via del ritorno si può abbandonare il tratturo per traversare il borgo di Pettorano. 

Itinerario

Dislivello: il percorso della Strada Napoleonica presenta un dislivello di circa 260 metri, con partenza dal castello di Pettorano (658 m.) e arrivo al bivio della valle Marsolina (920 m.); se si raggiunge anche il borgo di Rocca Pia (1034 m.) il dislivello aumenta di circa 100 metri. Il percorso del tratturo dal primo ponte (570 m.) alla cascata delle Callarelle (poco sotto quota 800) ha un dislivello di circa 200 metri.

Tempi di percorrenza: il percorso da Pettorano a Rocca Pia sulla Napoleonica richiede 2,15 h (1,15 h se ci si limita al bivio della Valle Marsolina); il percorso del tratturo fino alla cascata si effettua in 1,15 h.

Cartografia: la Carta escursionistica in scala 1:15000 della Riserva Monte Genzana Alto Gizio è distribuita nell’ufficio turistico di Pettorano e nel Centro visite della Riserva; consigliabile è anche la Carta dei sentieri “Monte Genzana -  Monte Rotella”, in scala 1:25000, curata dalla sezione del Cai di Sulmona e pubblicata dalle Edizioni Il Lupo.

Note tecniche

In giro per il web

Ricognizione del sentiero: 31 ottobre 2009

La Strada Napoleonica

Pettorano è collegato a Rocca Pia e al piano delle Cinque Miglia da un tratto ormai dismesso della strada “Napoleonica”, oggi inserita nel territorio della Riserva naturale regionale Monte Genzana - Alto Gizio” come percorso turistico ed escursionistico. La strada si presenta sterrata e ancora percorribile, nonostante qualche segno di cedimento e piccole frane. Sono ancora ben visibili tratti integri della vecchia selciatura, alcuni cippi stradali, ragguardevoli opere di sostegno della massicciata in pietra a secco e muretti di protezione a valle. La denominazione “Napoleonica” è legata ai lavori realizzati su impulso di Gioacchino Murat, nominato da Napoleone re di Napoli nel 1808 e ribattezzato “Gioacchino Napoleone”. Durante il suo breve regno Murat fondò, con decreto del 18 novembre 1808, il Corpo degli Ingegneri di Ponti e Strade (all'origine della facoltà di Ingegneria a Napoli, la prima in Italia). Il modello era la famosa École nationale des ponts et chaussées fondata a Parigi nel 1747. Grazie agli ingegneri di Murat le comunicazioni tra la capitale del Regno e i paesi della montagna abruzzese subirono un netto miglioramento: fu infatti rettificato e restaurato il tratto montano della "Real Strada degli Abruzzi" (il cui tracciato da Castel di Sangro a Sulmona era stato realizzato sotto la direzione lavori di Andrea Pigolati dal 1784 al 1790). I collegamenti poterono così rimanere attivi anche nei mesi invernali, quando le diligenze (che a Pettorano facevano sosta nella Taverna ducale per il cambio dei cavalli) venivano sostituite sulla neve e sul ghiaccio da slitte trainate dai buoi. Famose nell’Ottocento erano anche le diligenze della Messaggeria degli Abruzzi, il servizio postale gestito dalla famiglia Fiocca di Castel di Sangro, in partenza ogni mercoledì e sabato da Napoli e il martedì e il venerdì da Sulmona.

Lungo il percorso...

Il sito istituzionale del Comune di Pettorano

(www.comune.pettorano.aq.it/) racconta la storia della città e il restauro del Castello Cantelmo, dotato oggi di un Museo del territorio e di mostre sui carbonai e sulla vita degli uomini in montagna. Altre informazioni sono disponibili nei siti dell’Associazione Pietro De Stephanis (www.pettorano.com), della Comunità Montana Peligna (www.comunitamontanapeligna.it)  e del club dei Borghi più belli d’Italia (www.borghitalia.it). Il sito della Riserva naturale regionale Monte Genzana Alto Gizio (www.riservagenzana.it) propone una rassegna di itinerari escursionistici, una mappa interattiva e il piano di assetto naturalistico.

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