Lazio -> Le vie dei pastori aurunci

Il campello d’Itri

Questa passeggiata ha uno sponsor d’eccezione. Si tratta dell’Alleanza dei pastori aurunci e ciociari (Apac), un’associazione nata sulla spinta di un evento di portata internazionale svoltosi in Spagna nel 2007, quando a Segovia, rappresentanti di popoli nomadi e transumanti provenienti da 40 paesi approvarono una importante dichiarazione sul “pastoralismo”. Quell’evento indusse i pastori del basso Lazio a unirsi in associazione per rafforzare il proprio ruolo nei rapporti con le istituzioni. E tra le altre attività l’Apac si è impegnata a valorizzare dal punto di vista culturale e paesaggistico “le vie dei pastori”, ovvero i percorsi della transumanza che attraversano il territorio del Parco naturale dei monti Aurunci e che sono ancora oggi battuti dai pastori e dalle loro greggi.  Queste vie, così poco conosciute, continuano a garantire la sopravvivenza a rare varietà di animali domestici, come alcune razze di capre selezionate sapientemente nel corso dei secoli secondo complessi parametri estetici e utilitaristici. “Le vie dei pastori” si propongono di far conoscere gli aspetti  agro-silvo-pastorali del territorio aurunco, di orientare lo sguardo del cittadino medio, del naturalista e dell’escursionista verso la montagna, di far riscoprire le sue bellezze naturali, le vicende storiche e le peculiarità culturali.  Gli Aurunci sono una catena montuosa del Lazio meridionale, affacciata sul mare di Gaeta, Formia e Minturno. Queste montagne calcaree si mostrano all’escursionista con paesaggi suggestivi e diversificati (pareti ripide, grotte, forre, doline, vallate e altre morfologie legate al fenomeno del carsismo) e con una copertura di boschi nelle zone più interne e di macchia mediterranea sulle pendici esposte a sud, verso il mare.

L’escursione a Campello d’Itri offre un eccellente spaccato della vita pastorale sugli Aurunci. Quattro sono i punti nevralgici della visita: i villaggi delle mandre dei pastori; le sorgenti, i fontanili e i pozzi di abbeverata; i resti medievali del borgo di Campello; le strutture d’accoglienza e di tutela create dal Parco. La cornice della passeggiata è costituita dalle cime degli Aurunci e dall’alternarsi tra il bosco e le conche carsiche del pascolo. Il punto di partenza dell’escursione è il valico di San Nicola (630 m) al km 116 della strada regionale 82 della Valle del Liri, nel tratto che collega Itri a Campodimele. Sul valico è una casa cantoniera affiancata da una croce viaria di pietra. Nei pressi è anche la Villa Iaccarini, un centro polifunzionale del Parco. Seguendo le indicazioni si prende la via di Campello, lasciando subito a destra la sterrata per la valle Trasto, e ci s’inoltra nel bosco, alternando tratti asfaltati allo sterrato. La strada è molto stretta: alcune piazzole laterali agevolano l’eventuale incrocio tra le auto. Dopo circa 3 km ci si trova ad un bivio. A sinistra si scende alla Piana dei Pozzi, una bella conca prativa popolata di bestiame al pascolo. L’elemento caratteristico è costituito da tre pozzi di pietra, recentemente ripristinati, dai quali si pompa l’acqua che alimenta i fontanili e le vasche per l’abbeverata. Un pannello informativo spiega le peculiarità dell’area carsica e gli interventi di tutela. Tornati al bivio, si prosegue sulla via di Campello e, dopo aver costeggiato un ospitale agriturismo, si scende alla pineta verso l’ampio recinto che ospita l’area pic-nic e il parcheggio. Dall’ultimo tornante della strada che scende alla pineta è possibile raggiungere  le mura di Campello e le rovine di un villaggio medievale abbandonato da secoli, poste sul colle boscoso a sud della pineta. Ci s’inoltra in salita nel fitto bosco seguendo fedelmente la cresta, lungo l’antica strada di accesso al borgo un po’ invasa dalla vegetazione ma ancora ben riconoscibile. Si raggiungono presto le mura e la base di una torre. Proseguire nella ricerca dei ruderi richiede doti da Indiana Jones, ma l’archeologo avventuroso è premiato dalla scoperta di brandelli di muri, vani di abitazioni, cisterne e antiche porte.

Certamente più agevole è visitare le tre mandre ricostruite nella pineta, al margine dell’area pic-nic. Dall’esterno se ne apprezza la forma ellittica, la base di grosse pietre a secco, il tetto a spiovente, la copertura vegetale di stramma. Dall’interno, cui s’accede dall’unica porta, si può apprezzare la pavimentazione e la struttura del tetto, con il reticolo di rami collocato sulla base in pietra e sui cui poggia la copertura d’erba.

La scoperta degli antichi insediamenti pastorali prosegue ora sempre sulla direttrice della strada sterrata che curva progressivamente a mezzogiorno. A sinistra della strada s’incrocia subito la sorgente “Calanco San Pietro” che alimenta vasche e fontanili e un montanino, mentre a destra si osserva un bell’insediamento, ancora abitato, articolato in due case di pietra coperte di coppi separate da una grande aia. Poco più avanti una strada privata scende sulla destra verso il visibile Piano del Campo. La sterrata principale prosegue e raggiunge una cisterna con vasca di pietra e pompa. Alle spalle della cisterna si individuano i resti di un altro piccolo villaggio pastorale: a sinistra, nel bosco, se ne riconoscono i recinti di pietra degli stazzi e i focolari; sulla piccola altura di destra sono invece le basi di pietra delle antiche mandre, ancora ben riconoscibili pur se assediate dai rovi. La strada prosegue ora verso la Valle Piana, ma la nostra visita può fermarsi qui.

Itinerario

Note tecniche

In giro per il web

Ricognizione del sentiero: 9 luglio 2011

Il sito istituzionale del Comune di Itri (www.comune.itri.lt.it/) dedica alcune pagine alle risorse turistiche del suo territorio. Certamente da visitare sono l’eccellente Museo del brigantaggio (dedicato a Miche Pezza, detto “Fra’ Diavolo”), il Castello e il panoramico Santuario della Madonna della Civita. L’area protetta dei Monti Aurunci è molto ben descritta nel sito istituzionale del Parco (www.parcoaurunci.it). L’originale esperienza dell’Alleanza dei pastori aurunci e ciociari (Apac) è documentata dal sito: www.pastori-apac.org/. Va anche segnalato il volume di Antonio Masella e Albino Cece, dal titolo “Campello d’Itri. Immagini e sentieri di antiche civiltà” (Itri, 2010).

Dislivello: si parte dai 620 metri del valico di San Nicola per raggiungere i 915 metri dei ruderi di Campello, con un dislivello di circa 300 metri. La piana dei pozzi è a quota 720. La pineta e l’area pic-nic sono a quota 845.

Tempi di percorrenza: sono possibili due soluzioni; la prima è quella di partire a piedi direttamente dal valico di San Nicola: il percorso di circa 7 km richiede circa 2 ore di tranquillo cammino all’ombra del bosco, cui vanno aggiunti i tempi delle deviazioni e delle visite, oltre a quelli di rientro; la seconda soluzione utilizza invece l’auto e il parcheggio della pineta, pur con i rischi connessi alla strada stretta: in questo caso del percorso pedonale vanno considerati solo i tempi delle visite ai pozzi (30 minuti a/r), alle rovine di Campello (45 minuti a/r) e alla cisterna “Juve” (45 minuti a/r).

Cartografia: “Monti Aurunci – 34 itinerari per escursioni e trekking” (carta dei sentieri in scala 1:25.000 + fascicolo descrittivo dei sentieri) a cura dell’Apt di Latina (2000). L’escursione qui descritta corrisponde al sentiero n. 53 della carta Apt e all’itinerario 15 della guida “Sentieri nel Parco dei Monti Aurunci” edita dal Parco (2006) e consultabile on-line al link: www.parcoaurunci.it/images/stories/pubblicazioni/sentieri.pdf/

Passeggiate sui tratturi

Alla scoperta delle storiche vie della transumanza

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