Salcito e la Morgia di Pietravalle
Salcito e la Morgia di Pietravalle
Il tratturo Celano – Foggia si allunga sul manto di colli compreso tra le valli del fiume Trigno e del Biferno, a cavallo tra le province di Campobasso e Isernia. È una passeggiata tranquilla, ambientata in un paesaggio sereno, punteggiato di paesi e di borgate agricole, sorvolato dalle poiane. Eppure anche in questo panorama di morbide rotondità arenacee, lontano dai monti e dal mare, spuntano improvvisamente dal terreno grandi rupi, affioramenti rocciosi isolati, escrescenze di calcare, foruncoli naturali frutto di bizzarri moti geologici. Qui, fra Trivento e Pietracupa, sono chiamate Morge. Ma queste presenze imponenti vengono anche indicate con gli antichi nomi di pesco, morrone, pizzo, penna o liscia. La Morgia che dà il nome alla contrada di Pietravalle abbina alla rarità geologica la presenza di un abitato rupestre inatteso e sorprendente. Ignoti trogloditi hanno trasformato il megalite in un groviera di cavità funzionali alla vita di una minuscola comunità locale di età medievale. Per la gioia di archeologi, geologi e storici contemporanei (e anche di qualche camminatore curioso).
Si esce da Salcito in direzione della strada provinciale Trignina. Si passa sotto la bella croce stazionale di pietra all’ingresso del paese. Il tratturo scorre parallelo alcune decine di metri più in basso della strada. Si cammina per 1,5 km ammirando intorno il riposante panorama dei borghi e delle colline molisane divise dal solco del fiume Trigno. Dopo mezz’ora di cammino, annunciato dai pannelli segnaletici, il tratturo incrocia la strada. Lo seguiamo lasciando l’asfalto e risalendo a sinistra il breve pendio che scavalca il costone di Colle Pidocchi e si affaccia sul versante orientale. Il panorama si apre su nuove colline, punteggiate da paesi in lontananza. Si traversa (o si sottopassa) la trafficata strada provinciale e si va in discesa in direzione della contrada di Fonte le Frassi. Il tratturo, sempre ben riconoscibile, è qui una larga pista utilizzata anche dai trattori e dalle macchine agricole che lavorano i campi confinanti coltivati a grano. Varcati alcuni fossi si traversa la strada comunale della frazione e si arriva a una gradevole area ricreativa, con pannelli informativi. Ci accoglie la chiesetta pastorale di San Nicola. Dopo una sosta si continua ancora sul tratturo che qui coincide con la stradina asfaltata, fino a un boschetto di querce sotto il quale è la bella Fonte che dà il nome alla frazione e che costituiva un punto di sosta per le greggi transumanti. Una delle vasche è ancora dotata del lavatoio dei panni, utilizzato tradizionalmente dalle lavandaie della zona. Si può proseguire fino al termine dell’asfalto. Il tratturo è qui fiancheggiato da una sfilata di case rurali, in gran parte restaurate, alternate ai magazzini e ai pagliai. Dove il tratturo riprende la sua fisionomia di pista di terra e scende verso il fosso del torrente Rivo la passeggiata può interrompersi. Il ritorno può farsi sulla via dell’andata.
La passeggiata sul tratturo può abbinarsi alla visita della vicina e originalissima Morgia di Pietravalle. Da Salcito si segue in auto la provinciale Trignina per circa 5 km. Al bivio per Sant’Angelo Limosano si va a sinistra per altri 1,3 km fino alla stradina che conduce all’Agriturismo la Morgia dei Briganti. Il grande sperone calcareo, di forma piramidale, è proprio alle spalle dell’edificio e si solleva dal terreno per un’altezza di circa 55 metri. La famiglia proprietaria dell’area è prodiga d’informazioni. Un percorso turistico e naturalistico, realizzato di recente grazie a fondi europei, scende in sicurezza sul fondo del valloncello, supera il fosso con un ponte di legno e risale al di là verso le pareti del megalite. E qui si apre lo spettacolo dell’abitato rupestre medievale che ignoti trogloditi hanno scavato nel calcare, sul modello dei coni rocciosi della Cappadocia. Le cavità sono diciotto e sono distribuite su quattro livelli. Gli studiosi vi hanno individuato stalle e stazzi in basso, ripari in grotta per gli abitanti, fori per sostenere i tronchi delle passerelle e dei ripiani in legno, scalette, ripostigli e magazzini, canali per la raccolta dell’acqua, garitte rocciose di avvistamento. Un sito rupestre di grande fascino.
Itinerario
Dislivello: è limitato a poche decine di metri (dai 675 m. di Salcito ai 750 m. della strada provinciale e ai 630 della località Fonte le Frassi).
Tempi di percorrenza: il percorso di andata richiede 1,30 h. (30 minuti da Salcito al tratturo; 30 minuti sul tratturo fino alla chiesa di San Nicola; 30 minuti per attraversare la frazione di Fonte le Frassi). Il ritorno richiede un tempo equivalente.
Cartografia: Carta tecnica regionale (elementi n. 393074 - Salcito e n. 393071 – Case Fontelefrassi) in scala 1:5000 prodotta dal Settore pianificazione territoriale e urbanistica della Regione Molise. Si consiglia anche di utilizzare la guida dal titolo “Regio Tratturo Celano - Foggia” scritta da Sarah Gregg e Bruno Petriccione (Ser - Editrice Ricerche, Folignano, 2013) il cui quinto capitolo è dedicato al percorso tra Castelbottaccio e Salcito.
Note tecniche
In giro per il web
La ricognizione del percorso è stata effettuata l’11 ottobre 2014
Alcune essenziali informazioni sono disponibili nel sito istituzionale del Comune di Salcito (wwwcomunedisalcito.it/). All’insediamento rupestre di Pietravalle sono dedicati alcuni studi di ricercatori universitari e studiosi locali. Tra gli altri si segnalano in rete lo studio di Carlo Ebanista e Andrea Rivellino (www.academia.edu/3354567/) e quello di Franco Valente sul Castrum Sancti Laurentii (www.francovalente.it/).
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