Puglia -> Tratturo Castel di Sangro-Lucera

Da Motta Montecorvino alla Crocella di Motta

I due Tratturi “Castel di Sangro – Lucera” e “Pescasseroli – Candela” raccoglievano le greggi transumanti provenienti dall’ampio bacino dei Monti Marsicani e le convogliavano verso i pascoli invernali del Tavoliere, in direzione rispettivamente delle locazioni orientali (Lucera) e occidentali (Candela). L’otto maggio, ricorrenza dell’apparizione dell’arcangelo Michele nella grotta del Gargano, le greggi riprendevano la strada verso i freschi pascoli estivi dell’Abruzzo montano. Lasciata l’assolata pianura del Tavoliere, il tratturo risaliva le prime colline dei monti Dauni e valicava la Crocella di Motta, il punto più alto del tracciato pugliese. Al di là, segue il corso del torrente La Càtola, che si unisce al Fortore per creare insieme al Tappino il lago di Occhito. La fascia del tratturo che traversa il paese di Motta Montecorvino e sale alla Crocella, è una delle meglio conservate del tratturo in Capitanata. Oggi la nuova statale 17 sale prepotente verso il Molise, alternando rettilinei, viadotti e gallerie. Chi ha invece la pazienza di percorrere la vecchia statale 17, con le sue infinite curve, riesce a seguire da presso l’antico tratturo e talvolta gli si sovrappone. Tra Motta e la Crocella la statale compie un ampio semicerchio mentre il tratturo ne è la corda geometrica e lineare. L’osservazione dall’alto, grazie a Google Earth, lo conferma con tutta evidenza.

Si giunge a Motta con un sinuoso percorso asfaltato, vigilato da una pittoresca torre medievale diruta che si erge isolata su un colle, accanto alle rovine medievali del vecchio borgo di Montecorvino. Traversato il paese, si lascia l’auto nei pressi del parco comunale, prima del cimitero. A sinistra, dopo un mandorleto, una staccionata di legno individua l’inizio del tratturo. Lo percorriamo in discesa fino a sfiorare alcuni piccoli stagni, salutati dall’assordante gracidio delle rane. La pista tratturale è qui ampia, argillosa, spesso fangosa soprattutto dopo le piogge. Una breve deviazione sulla sinistra ci fa visitare la Masseria Lepore, e la vicina caratteristica stalla-pagliaio. Il tratturo traversa a mezza costa la testata di un valloncello verde, valica audacemente un fosso, s’infila in un rimboschimento di abeti e lo risale un po’ faticosamente. Più avanti s’innesta su una strada sterrata proveniente dal fondo della valletta. In assenza di segnavia, sono le staccionate di legno, piazzate in tutti i punti strategici del percorso, a indicare la giusta direzione, comunque evidente. Il successivo fontanile, che raccoglie la copiosa sorgente Brignano, è l’incontro più gradito del percorso e offre la possibilità di rinfrescarsi e dissetarsi. Si traversa una nuova sterrata che conduce sulla destra all’attiva Masseria Lionetti. Si affronta ora l’ultimo tratto del percorso, verso le incombenti pale rotanti dell’impianto eolico. In cauda venenum, però. Il tratturo, un tempo largo e spazioso, si riduce qui a un’esilissima traccia, assediata dalla macchia infestante.  Divincolandosi tra i cespugli spinosi, si raggiunge però in breve l’incrocio stradale della Crocella. Per rientrare a Motta, in alternativa al tratturo, conviene percorrere la strada asfaltata, forse noiosa ma pochissimo trafficata e molto panoramica.  Possiamo così goderci lungamente il panorama di tutta la Capitanata, con la cerchia dei monti Dauni, i piccoli borghi, l’immensa piana del Tavoliere, il tavolato rialzato di Lucera e il Gargano in lontananza.

Itinerario

Dislivello: il percorso del tratturo si sviluppa a saliscendi e con un dislivello modesto compreso tra i 662 metri di quota di Motta e i 791 del Passo della Crocella.

Tempi di percorrenza: il tratto di andata da Motta Montecorvino alla Crocella di Motta richiede un’ora e dieci minuti. Se il ritorno si effettua sulla strada asfaltata, i quattro chilometri, in discesa, si percorrono in un’ora.

Note tecniche

Bibliografia

La ricognizione del sentiero è stata effettuata il 3 maggio 2015

La migliore descrizione del tratturo Castel di Sangro – Lucera è certamente quella di Georg Liebetanz, corredata da buona cartografia, dal titolo Camminandosi, tratturo tratturo... : indagine topografica comparata sul territorio del tratturo Lucera-Casteldisangro al seguito di un gregge virtuale seguendo il filo di Arianna dell'Atlante Capecelatro 1652 (Campobasso, Iresmo, 1999). Un utile sussidio è la pubblicazione Il Tratturo del Re – A passo lento tra i borghi della transumanza – Itinerario 1 – Lucera – Castel di Sangro, curata dalle Camere di Commercio di Foggia, Campobasso, Isernia e L’Aquila (Foggia, Grenzi, 2006). Sul web è anche disponibile una cronaca  dell’intero trekking: Da Scanno a Lucera camminando lungo il tratturo (www.lapiazzadiscanno.it/news/2010/aprile/tratturo13.asp).

Passeggiate sui tratturi

Alla scoperta delle storiche vie della transumanza

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