Itinerario nella provincia di Modena

Modena. Il Giudizio finale della Cappella Bellincini

Le tappe dell’itinerario

Il Duomo di Modena è uno dei capolavori del Romanico padano. Lo rendono celebre i bassorilievi scolpiti in facciata da Wiligelmo con le storie della Genesi, la vita di San Geminiano, gli apostoli, i patriarchi e i profeti. E all’interno la balaustra del pontile scolpita dai maestri campionesi, con le scene della Passione e dell’ultima Cena. Ma la nostra attenzione si concentra anche su un’opera del Rinascimento ospitata nella Cappella Bellincini, la prima della navata destra. Si tratta del Giudizio universale che sovrasta l’altare di San Bernardino, dipinto da Cristoforo da Lendinara nel 1475.


La scena del Giudizio finale occupa la parete di fondo e si articola in tre fasce sovrapposte. La scena che occupa la metà superiore riporta la visione del Paradiso con i gruppi degli eletti che si assiepano intorno alla mandorla del Cristo giudice. Gesù appare seduto, rivestito di un lungo abito bianco bordato d’oro, con l’aureola dorata sul viso sereno, incorniciato dai lunghi capelli biondi; le braccia sono sollevate ed esibiscono i fori dei chiodi sulle palme delle mani; è reso così il senso della salvezza portata agli uomini per mezzo del suo sacrificio. Il coro dei profeti e dei patriarchi si allunga ai piedi del Cristo e nei sottarchi: i cartigli identificano Malachia, Giacobbe, Isaia, Aronne, Abacuc, Elia, Daniele e Davide. Segue il coro degli apostoli, con Pietro, Paolo e Giovanni. Più in alto sono i Martiri, i Dottori della Chiesa e i santi Confessori, fondatori degli Ordini religiosi.

La fascia intermedia tra il cielo e la terra è occupata dai quattro eleganti angeli tubicini. Essi si sporgono sui quattro angoli della terra, gonfiano le gote e soffiano nelle trombe le note fragorose che risvegliano i morti e li chiamano alla risurrezione universale. Al centro è già appostato sulle nubi l’arcangelo Michele che ha il compito di amministrare la giustizia ultima; con la mano destra impugna la spada della giustizia e con la sinistra regge la bilancia a doppio piatto, sulla quale saranno pesate le opere buone e cattive dell’umanità.

In basso, sulla terra, i risorti sono tutti in piedi. Nudi e velati dalla sola biancheria intima essi si rivolgono al cielo nella trepida attesa di conoscere il proprio destino di salvezza o di dannazione. I loro volti esprimono l’ansia e la speranza e le loro mani si congiungono nel gesto della preghiera. Tra le due ali dell’umanità risorta, le nicchie di un tempietto ospitano Maria col bambino e i santi Girolamo e Bernardino. Le pareti laterali della cappella sono rivestite delle immagini di altri santi:  Caterina d’Alessandria, Francesco, Agostino e Sebastiano. In alto, la lunetta e i risvolti dell’arco raffigurano l’Annunciazione dell’angelo Gabriele a Maria e la Natività di Cristo: sono gli episodi iniziali di quella storia della salvezza che si concluderà con la seconda venuta del Signore e il Giudizio universale.

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