Itinerario nella provincia di Nuoro

Tonara. Il retablo del Giudizio universale

Le tappe dell’itinerario


La sala consiliare del Comune di Tonara ospita tre dipinti su tavola raffiguranti la Crocifissione, il Giudizio Universale e San Michele Arcangelo. Essi erano originariamente parte di un retablo della metà del Cinquecento che ornava l’altare della distrutta chiesa di sant’Anastasia.

La scena del Giudizio finale presenta qualche elemento di originalità, come ad esempio l’immagine della Gerusalemme celeste resa da un’imponente edicola absidata, di forme classicheggianti, collocata su un’alta scalinata d’accesso. L’ingresso della città celeste è sorvegliato da un angelo, mentre San Pietro ne apre la porta con le chiavi del regno dei cieli per consentirvi l’accesso alle anime dei beati. Sulla torre staziona un gruppo di otto beati in preghiera, tra i quali si riconoscono forse santi tradizionali come San Rocco, San Francesco di Paola, Sant’Anastasia, San Giorgio, San Pietro, la Madonna e Santa Chiara. In alto Gesù appare in volo tra le nuvole: la postura del suo corpo replica l’immagine del crocifisso, con le piaghe delle mani, dei piedi e del costato ben in evidenza; ma il vessillo della vittoria sulla morte che stringe nella mano destra attesta anche la sua risurrezione. Intorno a lui si agitano gli angeli, che con un gran movimento di braccia sembrano dirigere i contrapposti cortei del beati e dei dannati. A sinistra un angelo suona la tromba che risveglia i morti e li chiama alla risurrezione e al giudizio. I corpi dei defunti emergono dagli avelli quadrati dei sepolcri e si sollevano attendendo in preghiera di conoscere il proprio destino. L’arcangelo Michele provvede a pesare sulla bilancia a doppio piatto i singoli risorti decidendone la sorte. In qualche caso è un angelo che aiuta i defunti ad emergere dalla tomba, anticipandone così la sentenza favorevole. In altri casi sono invece i diavoli ad estrarre brutalmente i cadaveri, a caricarli in una gerla e ad accompagnarli al loro destino di perdizione. L’enigmatica figura barbuta, seduta su una roccia in alto, con il vessillo nero in mano, potrebbe rappresentare Lucifero, l’angelo caduto, che domina ora sulle fiamme dell’Inferno e sugli altri angeli ribelli trasformati in demoni.

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