GIUDIZIO FINALE
La morte pone fine alla vita dell’uomo come tempo aperto all’accoglienza o al rifiuto della grazia divina apparsa in Cristo. Il Nuovo Testamento parla del giudizio principalmente nella prospettiva dell’incontro finale con Cristo alla sua seconda venuta, ma afferma anche a più riprese, l’immediata retribuzione che, dopo la morte, sarà data a ciascuno in rapporto alle sue opere e alla sua fede (CCC 1021). La risurrezione di tutti i morti, dei giusti e degli ingiusti, precederà il giudizio finale. Davanti a Cristo che è la Verità sarà definitivamente messa a nudo la verità sul rapporto di ogni uomo con Dio. Il Giudizio finale manifesterà, fino alle sue ultime conseguenze, il bene che ognuno avrà compiuto o avrà omesso di compiere durante la sua vita terrena (CCC 1039).
Il giudizio individuale
Iconografia: dopo la morte l’anima del defunto si presenta al giudice per averne il premio o il castigo.
Fonti bibliche: Luca 16,22 (il povero Lazzaro); Luca 23,43 (il buon ladrone); Ebrei 9,27.
Raffigurazioni nel Lazio: Melozzo da Forlì alla Minerva
I segni premonitori
Iconografia: nei giudizi finali sono spesso descritti i segni del cielo e i cataclismi naturali che anticipano il secondo avvento del Signore: il terremoto, la carestia, l’apostasia dei popoli, l’apparizione dell’anticristo.
Fonti bibliche: Matteo 24 (Quale sarà il segno della tua venuta e della fine del mondo? Sentirete di guerre e di rumore di guerre. In ogni luogo saranno carestie, pestilenze e terremoti. Vi consegneranno ai supplizi e alla morte e sarete odiati a causa del mio nome. Sorgeranno molti falsi profeti); Marco 13; Luca 21.
Raffigurazioni nel Lazio: portale di Santa Restituta a Sora (il finimondo).
Raffigurazioni in Abruzzo: Lanciano (San Legonziano).
La mandorla
Iconografia: nel cielo si apre un varco a forma di mandorla con un grande arcobaleno. Il giudice vi appare seduto sul trono. La mandorla è spesso circondata dagli angeli.
Fonti bibliche: Apocalisse 4, 1-3 (Dopo di ciò vidi: ecco, una porta era aperta nel cielo … e l’arcobaleno intorno al trono, simile nell’aspetto a smeraldo).
Raffigurazioni nel Lazio: cripta di Anagni, Antrodoco, Capradosso, Cori, Montebuono, Pofi, Rieti, Vescovio, Tuscania.
Raffigurazioni in Abruzzo: Assergi, L’Aquila (San Silvestro), Fossa.
L’Etimasia del trono e dell’altare
Iconografia: l’immagine del trono vuoto simboleggia l’attesa del Cristo giudice. Il trono è anche sostituito con l’altare, sul quale possono essere collocate la croce, i libri, il pane e il calice, i simboli della passione. La preparazione (etimasia) del trono e dell’altare è dunque attesa del giudizio.
Fonti bibliche: Salmo 9,8 (Il Signore ha preparato il suo trono per il giudizio); Apocalisse 20,11 (E vidi un trono grande, bianco).
Raffigurazioni nel Lazio: Giudizi di Pofi, Montebuono, del Cavallini e Cappella Redemptoris Mater (altare); mosaico di San Paolo fuori le mura (trono); abbazia di Grottaferrata.
Raffigurazioni in Abruzzo: Loreto Aprutino.
L’apparizione della croce
Iconografia: l’arrivo del giudice è accompagnato dall’apparizione della croce. Gli angeli mostrano ai risorgenti gli strumenti della passione di Gesù: la colonna e i flagelli, la corona di spine, i chiodi, la lancia, la spugna imbevuta d’aceto, la scala.
Fonti bibliche: Matteo 24,30 (Allora apparirà in cielo il segno del figlio dell’uomo).
Raffigurazioni nel Lazio: Giudizi universali di Capradosso, Cori, Pofi, Rieti, San Gregorio da Sassola, Settefrati, Subiaco, Tuscania, Vitorchiano. Giudizio di Michelangelo alla Sistina.
Raffigurazioni in Abruzzo: Pescocostanzo, Ortona, Chieti (SS.Trinità).
La fine del tempo
Iconografia: Il sole e la luna perdono luminosità e si spengono. Gli angeli staccano il firmamento con le stelle e lo arrotolano. Il tempo, e con lui i suoi segni astronomici, è finito. Ha inizio l’eternità.
Fonti bibliche: Gioele 2,10 (Davanti a lui trema la terra e il cielo si scuote, il sole e la luna si oscurano, le stelle celano il loro splendore); Isaia 13,10; 34,4 (I cieli si arrotolano come un libro).
Raffigurazioni nel Lazio: Giudizi finali di Cori, dei Santi Quattro Coronati di Roma, di Santa Maria in Vescovio.
Raffigurazioni in Abruzzo: Rocca di Cambio (S.Lucia), Lanciano (San Legonziano).
L’apparizione del Giudice
Iconografia: Gesù si manifesta sulle nubi del cielo per giudicare l’umanità. Egli può assumere le forme regali della seconda parusia oppure l’aspetto misericordioso attraverso l’esibizione delle cinque piaghe, oppure l’aspetto irato del giudice che condanna i malvagi.
Fonti bibliche: Matteo 24,30 (Vedranno il figlio dell’uomo venire sulle nubi del cielo in gran potenza e gloria).
Raffigurazioni nel Lazio: tutti i giudizi finali e in particolare il Giudizio universale di Michelangelo e il mosaico della basilica dei santi Cosma e Damiano a Roma.
Raffigurazioni in Abruzzo: Celano, Rocca di Cambio, Ortona, Loreto Aprutino, Pianella, Pescosansonesco, Atri (Cattedrale), S. Giovanni ad Insulam.
Il suono della tromba
Iconografia: Quattro angeli, rivolti ai quattro angoli del mondo, fanno squillare le loro trombe e danno il segnale del risveglio ai morti.
Fonti bibliche: Matteo 24,31 (E il Signore manderà i suoi angeli con la tromba e con voce potente a radunare i suoi eletti dai quattro venti, da un’estremità all’altra dei cieli).
Raffigurazioni nel Lazio: tutti i giudizi finali e in particolare il giudizio del Cavallini, il giudizio di Michelangelo e il giudizio di Melozzo alla Minerva.
Raffigurazioni in Abruzzo: Celano, L’Aquila (San Giuliano), Bazzano, Fossa, Pescocostanzo, Ortona, Loreto Aprutino, Moscufo.
La resurrezione dei morti
Iconografia: al suono della tromba i morti si rianimano e risorgono dalle loro tombe. I morti sono restituiti dalla terra, dal mare, dalle fiere terrestri e marine e dall’orco. Gli scheletri si liberano del sudario e riacquistano i nervi, la carne, e la pelle e il movimento. I corpi risorgono nudi, perfetti, nella pienezza dell’età, distinti per sesso ma senza distinzione d’età.
Fonti bibliche: Isaia 26,19; Ezechiele 37: (Si sentì un rumore, poi un grande frastuono: le ossa si avvicinarono, ciascuno all’altro corrispondente. Vidi su di esse apparire i nervi, salire la carne e la pelle ricoprirle. Subito entrò in essi il soffio vitale ed essi rivissero e si drizzarono in piedi); Luca 20,34-38; I Corinzi 15,12-24; Apocalisse 20,13.
Raffigurazioni nel Lazio: Giudizi universali di Giovanni e Niccolò (Pinacoteca vaticana), Michelangelo (Cappella Sistina), Cori, Farfa, Montebuono, Pofi, Rieti, Subiaco, Tuscania.
Raffigurazioni in Abruzzo: Celano, Fossa, Chieti (SS.Trinità), Moscufo.
Il tribunale celeste
Iconografia: ai lati del Cristo è raffigurato il tribunale celeste: i dodici apostoli siedono sugli scranni della corte e partecipano al giudizio. La corte di giustizia si allarga, in alcuni casi, all’intero paradiso e comprende santi, profeti, patriarchi, martiri, vergini, dottori della Chiesa.
Fonti bibliche: Matteo 19,28 (Voi che mi avete seguito, quando, nella rigenerazione, il figlio dell’uomo siederà sul trono della sua maestà, siederete anche voi sopra dodici troni per giudicare le dodici tribù d’Israele); Luca 22,30.
Raffigurazioni nel Lazio: molti giudizi universali e in particolare il giudizio del Cavallini.
Raffigurazioni in Abruzzo: Assergi, Fossa, L’Aquila (San Silvestro), Ortona, Moscufo, Pianella.
L’apertura dei libri
Iconografia: nella scena del giudizio universale gli angeli aprono il libro della vita, nel quale sono repertoriati i nomi degli eletti, e il libro del bene e del male, nel quale sono elencate le opere buone e quelle cattive compiute da ognuno.
Fonti bibliche: Apocalisse 20,12 (E i libri furono aperti; e fu aperto un altro libro, quello della vita; e furono giudicati i morti dalle cose scritte nei libri, secondo le opere loro).
Raffigurazioni nel Lazio: giudizi universali di Michelangelo, Rieti, San Gregorio da Sassola.
Raffigurazioni in Abruzzo: Bazzano, Ortona.
Il giudizio e le opere di carità
Iconografia: la figura del Cristo che giudica il mondo è accompagnata dalle scene delle opere di misericordia. Un povero riceve pani da una cesta e bevanda da una brocca; un derelitto tremante viene rivestito da un mantello; un malato viene assistito; un viandante viene accolto in casa; un prigioniero viene visitato in carcere.
Fonti bibliche: Matteo 25,34-46 (Venite o benedetti del padre mio, prendete possesso del regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e mi avete dato da bere; sono stato forestiero e mi avete accolto; nudo e mi avete ricoperto; sono stato malato e mi avete visitato; sono stato in carcere e siete venuti a trovarmi).
Raffigurazioni nel Lazio: tavola del giudizio di Giovanni e Nicolò nella Pinacoteca vaticana; affresco di Ceri; vetrata nella chiesa di Santa Silvia a Roma; affresco di San Vittore nel Lazio.
La bilancia e la pesatura delle anime
Iconografia: il giudizio è talvolta simbolizzato in arte come la pesatura delle anime su una bilancia (psicostasi). Protagonista del giudizio è spesso l’arcangelo Michele. La bilancia è del tipo a due piatti. Non è però univoco il modo della pesatura: in alcuni casi è pesato un solo risorto in rapporto alle sue opere; in altri casi sono pesati due risorti, uno per piatto. I diavoli cercano di condizionare la pesatura tirando il piatto verso il basso.
Fonti bibliche: Giobbe 31,6 (Egli mi pesi sopra una bilancia giusta e Dio conosca la mia integrità); Salmo 62,10 (Sì, fumo sono gli uomini; menzogna i figli dell’uomo. Sulle bilance li vedresti salire; meno del fumo sono tutti insieme); Daniele 5,26 (Tecel: sei stato pesato sulla bilancia e sei stato trovato insufficiente).
Raffigurazioni nel Lazio: Giudizi di Antrodoco, San Gregorio da Sassola, Vitorchiano; Cappella Redemptoris Mater in Vaticano.
Raffigurazioni in Abruzzo: Madonna dei Bisognosi, Bazzano, Fossa, Bominaco, Ortona, S. Maria di Ronzano.
L’avvocata dei peccatori
Iconografia: la madre di Gesù è raffigurata in piedi o in ginocchio alla destra del figlio che tempera l’ira del giudice e intercede per i peccatori.
Raffigurazioni nel Lazio: tutti i giudizi finali e in particolare i giudizi di Cavallini e Michelangelo.
Raffigurazioni in Abruzzo: Madonna dei Bisognosi, L’Aquila (San Silvestro), Ortona, Atri (Cattedrale), San Giovanni ad Insulam.
Enoc ed Elia
Iconografia: il patriarca Enoc e il profeta Elia non sono morti ma sono stati trasportati vivi in cielo e posti a guardia del Paradiso terrestre.
Fonti bibliche: Ebrei 11,5 (Per fede, Enoc fu portato via, in modo da non vedere la morte; e non lo si trovò più, perché Dio lo aveva portato via. Infatti, prima di essere portato altrove, egli fu dichiaratopersona gradita a Dio). 2Re 2,11 (Mentre continuavano a camminare conversando, ecco un carro di fuoco e cavalli di fuoco si interposero fra loro due. Elia salì nel turbine verso il cielo).
Raffigurazioni in Abruzzo: Santuario Madonna dei Bisognosi.
La caduta degli angeli ribelli
Iconografia: il soggetto è una metafora del giudizio finale; una parte degli angeli si ribella per superbia a Dio; in cielo scoppia una battaglia tra gli angeli rimasti fedeli a Dio, guidati dall’arcangelo Michele, e gli angeli ribelli guidati da Lucifero; i ribelli, sconfitti, acquistano sembianze diaboliche e sono precipitati all’inferno.
Fonti bibliche: Apocalisse 12,7 (scoppiò una guerra in cielo: Michele e i suoi angeli combattevano con il drago; il drago combatteva insieme con i suoi angeli, ma non prevalsero e non ci fu posto per essi in cielo); II Pietro 2,4; Luca 10,18; Giuda 6.
Raffigurazioni nel Lazio: Palazzo Farnese di Caprarola; Roma, Palazzo Vaticano; Roma, Chiesa di San Carlo al Corso; Roma, Basilica dei Santi Apostoli; Roma, Basilica Santa Maria degli angeli.
Raffigurazioni in Abruzzo: Chieti (Civitella), Colledimezzo.
La parabola delle dieci vergini
Iconografia: dieci ragazze attendono lo sposo per la festa delle nozze. Cinque di esse, le prudenti, si sono munite della scorta d’olio per alimentare le lucerne; le altre cinque, le stolte, non se ne sono preoccupate. Lo sposo arriva di notte, all’improvviso. Le vergini prudenti, risvegliatesi, accendono le loro lampade ed entrano con lo sposo nella sala del convito. Le altre restano fuori nel freddo della notte. Allusione al giorno del giudizio, che verrà all’improvviso e alla separazione degli eletti dai dannati. La parabola è inserita nel discorso escatologico di Gesù.
Fonti bibliche: Matteo 25,1-13 (Giunse lo sposo. Quelle che erano pronte entrarono con lui nella sala del festino, e fu chiusa la porta. Più tardi, giunsero anche le altre vergini dicendo: ‘Signore, signore, aprici!’. Ma egli rispose: ‘In verità vi dico: Non vi conosco’. Vegliate, dunque, perché voi non sapete né il giorno né l’ora).
Raffigurazioni nel Lazio: San Vittore del Lazio; Santa Silvia a Roma; Oratorio di San Tommaso Becket ad Anagni.
La spada della giustizia e il giglio della misericordia
Iconografia: in alcuni Giudizi finali, il Cristo giudice ha per attributi una spada e un giglio che spuntano dalla sua bocca. Essi sono segni della giustizia e della misericordia e simbolizzano rispettivamente la sentenza di condanna e di premio. Più tardi la spada e il giglio lasceranno le labbra del giudice per assumere sembianze femminili e personalizzarsi nella Giustizia e nella Misericordia.
Fonti bibliche: Apocalisse 1,16 (Dalla sua bocca usciva una spada appuntita a doppio taglio); Tessalonicesi 2,8 (Distruggerà l’iniquo col soffio della sua bocca); Isaia 11,4 (Percuoterà il violento con la verga della sua bocca).
Raffigurazioni nel Lazio: Cripta di San Magno della cattedrale di Anagni (una spada spunta dalla bocca del Cristo giudice apocalittico); Abbazia di Farfa e Sacro Speco di Subiaco (dalla bocca del giudice escono la spada e il giglio); Stanze di Raffaello ai Musei Vaticani (Cristo giudice con la Giustizia e la Misericordia).
Raffigurazioni in Abruzzo: Madonna dei Bisognosi.
Il povero Lazzaro e il ricco Epulone
Iconografia: il povero Lazzaro è raffigurato in grembo ad Abramo dove gode delle gioie del paradiso. Il ricco è invece raffigurato all’inferno, tormentato dalle fiamme e dai demoni; assetato, con un bicchiere in mano, si rivolge verso il paradiso chiedendo un aiuto che non merita e che non otterrà. Si tratta di una metafora del giudizio finale perché prevede che la giustizia divina premi chi ha sofferto in vita e condanni la disumanità dell’ingiusto.
Fonti bibliche: Luca 16, 19-31 (C’era un uomo ricco, il quale si vestiva di porpora e di bisso e ogni giorno banchettava splendidamente. Un povero, di nome Lazzaro, giaceva al portone di lui coperto di ulcere e bramoso di sfamarsi con ciò che cadeva dalla tavola del ricco. Ora accadde che il mendico morì e fu portato dagli angeli nel seno di Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Nell’Ade tra i tormenti, levò gli occhi e vide di lontano Abramo e gridò: ‘Abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere la punta di un dito nell’acqua per rinfrescarmi la lingua’).
Raffigurazioni nel Lazio: Dalmatica nel Tesoro di San Pietro a Roma.
Raffigurazioni in Abruzzo: Fossa, Bominaco.
La separazione delle pecore dai capri
Iconografia: l’idea della separazione dei buoni dai cattivi, tipica del giudizio universale, può essere tradotta in arte nella figura del pastore che separa le pecore di capri. Le pecore, animali docili e mansueti, simboleggiano i buoni; i capri, noti come animali lascivi, superbi e litigiosi, simboleggiano i cattivi.
Fonti bibliche: Matteo 25, 31-33 (Davanti a lui si raduneranno tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, e porrà le pecore alla sua destra e i capri a sinistra); Ezechiele 34,17 (Così dice il Signore Jahvé: Ecco, giudico tra pecora e pecora, tra montoni e capri).
Raffigurazioni nel Lazio: la raffigurazione dei fedeli di Gesù in forma di pecore o di agnelli è visibile nelle basiliche romane di Santa Prassede, di San Paolo e di San Clemente.
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