PARADISO

Il cielo è il fine ultimo dell’uomo e la realizzazione delle sue aspirazioni più profonde, lo stato di felicità suprema e definitiva. Vivere in cielo è essere con Cristo. Gli eletti vivono in lui, ma conservando, anzi, trovando la loro vera identità, il loro proprio nome (CCC 1024).

La Gerusalemme celeste

Iconografia: in alcuni Giudizi universali, il Paradiso è raffigurato in forma urbana richiamando la città apocalittica della Gerusalemme celeste: può assumere la forma di un sontuoso palazzo, o di un loggiato ad archi o di una cinta di mura merlate o di un quartiere urbano con torri, cupole e campanili. Sulla porta della città un personaggio (San Pietro, di solito) accoglie le anime dei beati.

Fonti bibliche: Apocalisse 21 (Vidi anche la città santa, la nuova Gerusalemme, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo. Udii allora una voce potente che usciva dal trono: Ecco la dimora di Dio con gli uomini! (…) La città è cinta da un grande e alto muro con dodici porte. (…) La città è a forma di quadrato, la sua lunghezza è uguale alla larghezza).

Raffigurazioni nel Lazio: Giudizi universali del Battistero di San Giovanni ad Antrodoco, di Ceri, dell’Annunziata di Cori, di Sant’Antonino a Pofi, della Cattedrale di Sermoneta; mosaico di Santa Prassede a Roma; tavola di Giovanni e Nicolò nella Pinacoteca vaticana.

Raffigurazioni in Abruzzo: Ortona, Loreto Aprutino.

Il seno di Abramo

Iconografia: gli artisti di ispirazione bizantina raffigurano il paradiso con un patriarca dalla lunga barba, in posizione seduta, che accoglie nel grembo della tunica, tra i lembi del mantello sollevati con le mani, una o più animulae spesso portate dagli angeli. Questo patriarca è Abramo. In altre raffigurazioni i personaggi diventano tre; si tratta in questo caso, oltre ad Abramo, di Isacco e di Giacobbe. 

Fonti bibliche: Luca 16, 22-23 (Or accadde che il mendico morì e fu portato dagli angeli nel seno di Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Nell’ade, tra i tormenti, levò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro nel seno di lui).

Raffigurazioni nel Lazio: dalmatica del tesoro di San Pietro a Roma, trittico del monte Sinai nella Pinacoteca vaticana.

Raffigurazioni in Abruzzo: Fossa, Bominaco, S.Maria di Ronzano.

I fiumi del Paradiso

Iconografia: nelle raffigurazioni del Paradiso quattro fiumi sgorgano da altrettante sorgenti.

Fonti bibliche: Genesi 2 (C’era un fiume che usciva dall’Eden per irrigare il giardino, poi di lì si divideva e veniva a formare quattro bracci. Il primo si chiama Pishon (…). Il secondo si chiama Ghihon (…). Il terzo fiume si chiama Tigri (…). Il quarto fiume è l’Eufrate).

Raffigurazioni nel Lazio: mosaico absidale della Basilica di San Clemente a Roma (Quattro fiumi sgorgano ai piedi dell’albero della vita e alle loro acque si abbeverano i cervi).

Gli alberi del Paradiso

Iconografia: le immagini del Paradiso terrestre e le raffigurazioni del Paradiso come giardino recintato contengono un ricco parco botanico, nel quale le piante assumono anche un ruolo di simbolo. Tra gli alberi del Paradiso ci sono l’albero della vita, l’albero della conoscenza del bene e del male, il fico, la vite, il cedro, il cipresso, la palma, l’ulivo.

Fonti bibliche: Genesi 2,9 (albero della vita e albero della conoscenza); Genesi 3,7 e Michea 4,4 (il fico); Giovanni 15,1 e 5(la vite); Ezechiele 17,22-24 (il cedro); Osea 14,9 (il cipresso); Salmo 92,13 (la palma); Salmo 52,10 (l’ulivo).

Raffigurazioni nel Lazio: mosaico absidale della Basilica di San Clemente, mausoleo di Santa Costanza a Roma, catacombe di Callisto, trittico del monte Sinai nella Pinacoteca vaticana, mosaico absidale della basilica di San Paolo a Roma, Giudizio universale di Farfa, Paradiso terrestre di Jacopo Bassano e di Jan Brueghel alla Galleria Doria Pamphilj di Roma.

Raffigurazioni in Abruzzo: Fossa, Bominaco, Loreto Aprutino, S.Maria di Ronzano.

L’incoronazione dei beati

Iconografia: i risorti che nel giudizio finale Gesù ha destinato al paradiso, prima di iniziare l’ascesa al cielo, ricevono dagli angeli delle corono sul capo. Nella Gerusalemme celeste i beati mostrano la corona della loro gloria.

Fonti bibliche: Apocalisse 2,10; Giacomo 1,12; I Tessalonicesi 2,19; Giacomo 1,12; II Timoteo 4,8 (Ormai è lì in serbo per me la corona di giustizia, che il Signore, giusto giudice, mi darà in compenso quel giorno; e non soltanto a me ma anche a tutti quelli che hanno atteso con amore la sua manifestazione).

Raffigurazioni nel Lazio: giudizio dei Torresani a Rieti; mosaico di Santa Prassede a Roma.

Raffigurazioni in Abruzzo: Loreto Aprutino.

La veste candida

Iconografia: i risorti che nel giudizio finale Gesù ha destinato al paradiso, usciti nudi dalle loro sepolture, indossano una veste candida offerta dagli angeli ed entrano nella Gerusalemme celeste mostrando gli abiti della loro gloria.

Fonti bibliche: Nel Vangelo di Matteo il Regno di Dio è paragonato da Gesù a un pranzo di nozze cui si partecipa con l’abito adatto (Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l'abito nuziale. Gli disse: "Amico, come mai sei entrato qui senza l'abito nuziale?". Quello ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: "Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti". Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti"). Nell’Apocalisse i beati indossano vesti bianche (Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello avvolti in vesti candide e tenevano rami di palma nelle loro mani).

Raffigurazioni in Abruzzo: L’Aquila (Museo di San Giuliano), Ortona, Loreto Aprutino.

La scala del Paradiso

Iconografia: una scala collega la terra al cielo; i beati la salgono, assistiti dagli angeli.

Fonti bibliche: Genesi 28,12 (Il sogno di Giacobbe: sognò di vedere una scala che poggiava sulla terra, mentre la sua cima raggiungeva il cielo; ed ecco gli angeli di Dio salire e scendere su di essa).

Raffigurazioni nel Lazio: giudizio universale di San Gregorio da Sassola.

Raffigurazioni in Abruzzo: Atri (Cattedrale).

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