Dal mare alle colline teatine - 1566: i turchi a Tollo
I sentieri del vino
Incursioni turche: l’assedio di Tollo
Nel 1566 il capo della flotta ottomana Pialì Pascià ordina l’invasione del litorale abruzzese a sud di Pescara, confidando che in tale territorio non vi siano difese sufficienti per respingere gli attacchi delle forze turche. L’orda saracena mette a ferro e fuoco Francavilla al Mare e si spinge fino a Ortona, Ripa Teatina, Villamagna, San Vito, Vasto, Termoli, Guglionesi, saccheggiando, incendiando e lasciando morti ovunque. Dal fondo della Valle del Foro i Turchi individuano il castello di Tollo su un colle e si spingono numerosi sotto le sue mura. A questo punto i dati storici si annebbiano e si confondono con il mito e la tradizione popolare. La sentinella dà l’allarme e gli abitanti fanno appena in tempo a rinchiudersi nella torre. Sul drappello saraceno che cerca di forzare la porta del castello piovono sassi, olio bollente e scariche di artiglieria. Il primo assalto è rintuzzato. Un cavaliere turco con la bandiera bianca viene a proporre la resa al capitano baronale, ma le condizioni imposte vengono rifiutate. Il secondo assalto è inevitabile e feroce. Gli abitanti di Tollo sono ormai sopraffatti e i Saraceni salgono sulla torre ingaggiando una furiosa lotta contro gli ultimi difensori. Miracolosamente però le campane cominciano a suonare a distesa. Dall’alto della torre un Angelo con la spada sguainata invita a guardare verso il cielo dove appare la Vergine. I Tollesi sono galvanizzati e i Turchi fuggono nonostante gli sforzi del loro capo Pialì Pascià per trattenerli.
Il panorama migliore si apprezza dalla terrazza del Rifugio Pomilio sulla Maielletta. Dai piedi del massiccio e fino all’Adriatico si srotola a perdita d’occhio il tappeto rugoso delle colline teatine, punteggiato di cittadine e borghi. È un tavolato che si allunga per circa 35 km tra le valli del Pescara e del Sangro e si allarga per 25 km dalle spiagge e dalle falesie della costa fino ai paesi pedemontani. Spicca il colore giallastro delle argille che fuoriescono dal terreno a formare le lunghe creste dei calanchi. Apparentemente piatta, la superficie collinare è in realtà ondulata e incisa dai solchi perpendicolari al mare di piccoli fiumi e torrenti (l’Alento, il Foro, la Venna, il Moro e il Feltrino sono quelli più facilmente individuabili). Maledette un tempo, prima dell’età delle autostrade e delle fondovalli, da viaggiatori costretti a sinuosi percorsi, a strade in frana e a continui saliscendi, martoriate dalla guerra, oggi queste dorsali e queste valli sono benedette dai frutti della vite e dell’ulivo. Proponiamo tre escursioni alla scoperta di un’area interna sconosciuta al turismo di massa che affolla invece le spiagge e gli impianti di sci. Due proposte di passeggiate muovono dai paesi di Tollo e Canosa Sannita verso i vigneti della Venna e dell’Arielli. Un itinerario “d’autore” ripercorre le orme dei reparti armati italiani della “Nembo” che nel 1944, muovendo dalla linea del Moro, liberarono Chieti.
Itinerario
Per approfondire
Il sito istituzionale del Comune di Tollo (www.comune.tollo.ch.it) dedica alcune pagine alla rievocazione della battaglia dei turchi e alla tradizione vitivinicola locale. Il sito della Cantina Tollo (www.cantinatollo.it) illustra le caratteristiche del produttore della zona. Informazioni sulla storia del comune sono fornite dal sito istituzionale di Canosa Sannita (www.comunecanosasannita.it).
Campi di battaglia
Sentieri di guerra e di pace in Abruzzo