L’“occhio” della Linea Gustav
Monte Cifalco
Il quadro ambientale
Il Cifalco ha due facce. A sud presenta il suo volto più arcigno, una repulsiva parete scura e rocciosa che precipita a picco sulla valle sottostante, appena temperata dal fitto rimboschimento. Il versante settentrionale è invece un ameno alternarsi di vallette, boschi e di prati, tra i quali occhieggiano le piccole frazioni e le case sparse di Valleluce. Al di là del solco della Valle del Melfa si alzano le belle e remote vette delle Mainarde, tratto meridionale del Parco nazionale d’Abruzzo. Il Cifalco, dall’alto dei suoi 947 metri, presidia l’ampia valle del Liri circondata da Montecassino, dagli Aurunci e dalle prime alture della Campania. Ai suoi piedi confluiscono da un lato la valle del Rio Secco, che scende da Atina ed è percorsa oggi dalla superstrada Cassino-Sora e, dall’altro lato, l’incassata e selvaggia valle del fiume Rapido che scende da San Biagio. Qui è stata istituita nel 1994 l’area wilderness dei “Monti Bianchi”, una zona selvaggia caratterizzata da un affioramento roccioso di dolomia bianca e da un fenomeno erosivo dello strato geologico, che ha dato origine a un'ampia e lunga fiumara. I boschi di faggio concorrono ad arricchire la suggestione paesaggistica e scenografica della zona.
Monte Cifalco cardine della linea Gustav
La vetta del Cifalco è un perfetto belvedere sulla valle del Rapido. A destra scorrono tutte le alture ai piedi di Monte Cairo, da Belmonte a Terelle, da Caira a Cassino. A sinistra sono ben visibili le alture di Vàlvori, Vallerotonda, Sant’Elia e Cervaro. Questa posizione naturale del Cifalco consigliò ai tedeschi di dedicare una cura particolare nel fortificarlo e nel farne l’osservatorio privilegiato sui movimenti di truppe nella zona e sugli effetti del fuoco dell’artiglieria. La sua cresta fu attrezzata con postazioni in caverna e protezioni trincerate. Fu inoltre dotato di adeguata artiglieria e fu protetto in basso da reticolati di filo spinato e campi minati. Il Cifalco ebbe un ruolo importante nel corso della prima battaglia di Cassino. Nel gennaio del 1944 il corpo di spedizione francese, che copriva l’ala destra dello schieramento alleato, tentò dapprima lo sfondamento verso Atina, con l’idea di aggirare le posizioni tedesche di Cassino dalla valle del Melfa. Fu però bloccato sul Monte Santa Croce nei pressi di San Biagio e sulle alture circostanti. Dopo il 23 gennaio le truppe francesi furono allora spostate a Sant’Elia per tentare lo sfondamento della linea Gustav sui colli che salivano verso il paese di Terelle (Colle Abate e il Belvedere). L’assalto francese fu fortemente condizionato dall’accanita resistenza tedesca di fronte e dal fuoco d’interdizione del Cifalco alle spalle. Le gravi perdite di vite umane da entrambe le parti, la difficoltà dei francesi di ottenere rifornimenti regolari (le carovane di muli che portavano di notte cibo e munizioni su terreno scomodissimo venivano regolarmente falcidiate dal fuoco tedesco del Cifalco), l’assenza di obiettivi strategici realistici e praticabili, portarono alla stabilizzazione del fronte in questa zona e al trasferimento delle azioni militari più importanti su altri obiettivi.
Il percorso
L’itinerario consente con poca fatica di salire sulla cresta sommitale del Cifalco, di visitare alcune interessanti opere di guerra e di spaziare sui luoghi della battaglia. Dalla superstrada che collega Cassino ad Atina-Sora, s’imbocca l’uscita per Sant’Elia Fiume Rapido, in vista dell’incombente Monte Cifalco e si seguono le indicazioni che conducono al borgo di Valleluce. Per una stretta strada asfaltata a monte del paese si giunge in circa 4 km alla frazione di Collechiavico (fontana). Si può parcheggiare qui oppure ottocento metri più in basso (3,4 km da Valleluce) in prossimità del bivio per il Cifalco (cartello giallo indicatore per il “romitorio”). A piedi si sottopassa la condotta forzata e si prosegue sulla strada sterrata che alterna tratti con fondo in cemento. Da destra scende una stradina più diretta da Collechiavico. Più avanti si prende un tornante asfaltato a sinistra, abbandonando la sterrata che prosegue in direzione di alcune case sparse. Sull’asfalto si perviene al cancello che chiude l’accesso al bacino di raccolta Enel. L’acqua proviene da Canneto in condotta sotterranea e l’invaso artificiale alimenta la sottostante centrale idroelettrica dell’Olivella. Pochi metri prima del cancello (qui c’è lo spazio per parcheggiare un paio d’auto), si prende la sterrata (nuova indicazione per il “romitorio”) che prosegue in salita, aggira il laghetto e raggiunge a saliscendi la vetta del Cifalco. A piedi occorrono cinquanta minuti dal bivio. In alternativa si può arrivare in auto fin qui e parcheggiare nello spazio antistante la cava. Ai piedi di un’alta croce di ferro, è subito possibile affacciarsi dal balcone panoramico. Un ampio cartello con una dettagliata cartina della zona aiuta ad orientarsi e a studiare il campo della battaglia di Cassino. Più avanti, in prossimità del palo della bandiera, si visitano i resti dell’antico romitorio di san Nilo. Impressionante è la visita dell’osservatorio tedesco, una caverna scavata nella roccia con un “occhio” aperto sull’intera valle del Rapido e del Liri. Tornando indietro di pochi passi, per un ripido sentierino su pietraia (cartello) si entra nel bosco e si raggiungono i resti restaurati di alcuni fortini trincerati tedeschi. Fin qui la visita è agevole. Su terreno complicato, per bosco e roccette, si può continuare la perlustrazione del sito, alla ricerca di altre cavità e memorie di guerra. Il percorso di ritorno, sulla via dell’andata, è di pochi minuti più breve.
Per approfondire
La cronaca dettagliata dei fatti di guerra nell’area Cifalco-Belvedere è narrata con accuratezza e dovizia di particolari da Livio Cavallaro nei capitoli quarto e ottavo del suo “Cassino 1944. Le battaglie per la Linea Gustav. 12 gennaio – 18 maggio 1944”, Mursia, Milano, 2004.
Il sito web istituzionale del Comune di Sant’Elia Fiumerapido (www.comune.santeliafiumerapido.fr.it) e altri siti locali (www.cuoresanteliano.it/ e www.valleluce.com) forniscono ampia documentazione scritta e fotografica sul territorio, la sua storia e le risorse turistiche. La visita al monte Cifalco può essere integrata dalla visita alla località Vaccareccia, nei dintorni di Valleluce, dove sono visibili le grotte utilizzate dalle truppe tedesche come magazzini e ospedale da campo. Interessanti anche le visite alle vestigia archeologiche dell’acquedotto romano e delle mura sannitiche, agli affreschi di Santa Maria Maggiore e all’area wilderness dei Monti Bianchi.
A piedi sulla linea Gustav
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