I luoghi della battaglia delle Mainarde e dell’eccidio di Collelungo
Costa San Pietro
Il quadro ambientale
Le Mainarde sono l’appendice meridionale del Parco nazionale d’Abruzzo. Montagne remote, ancora semi-sconosciute e tuttavia piacevoli, hanno molte cime sopra i duemila metri e sono fasciate di boschi, ricchissime di sorgenti e popolate dai camosci. Il gruppo è compreso tra le valli del Melfa e del Volturno, a cavallo di tre regioni. Vi si accede infatti sia dai pianori abruzzesi di Alfedena, che dai centri molisani dell’alta valle del Volturno e dai centri laziali della Val Comino. A oriente una lunga cresta parte della Meta e collega il Monte a Mare, le Coste dell’Altare, il Cappello del Prete, il Monte Mare, la Ferruccia e la Catenella delle Mainarde. Al centro del gruppo sono il Monte Cavallo e il Morrone delle Rose. A occidente è infine il monte Forcellone.
Il Collelungo, centro dell’itinerario, è una groppa boscosa che separa la Val Verrecchia e la Costa San Pietro a ovest dalla valle del Rio Chiaro e la Catenella delle Mainarde a est. Il Rio Chiaro alimenta il lago della Selva, da cui le acque sono scaricate in galleria nella centrale di San Biagio Saracinisco.
Le vicende belliche
Il corpo di spedizione francese arrivò in questa zona agli inizi di gennaio del 1944. L’inverno aveva già imbiancato di neve le Mainarde e i soldati dei due schieramenti combattevano il gelo come nemico comune. Qualche giorno prima, il 28 dicembre, un gruppo di oltre 40 civili italiani sfollati nella località di Collelungo, fu trucidato da una pattuglia tedesca. I morti furono ritrovati e sepolti solo al termine della guerra. Un sacrario ricorda oggi quell’eccidio. Il 12 gennaio cominciò la battaglia che doveva liberare dai tedeschi la zona compresa tra Costa San Pietro e Acquafondata e sfondare la linea Gustav in direzione di Atina. I fanti della seconda divisione marocchina attaccarono di sorpresa la Costa San Pietro, salendo dal Rio Chiaro e dal fosso Verrecchia, con l’appoggio dell’artiglieria piazzata sulla Catenella delle Mainarde. Le postazioni di mitragliatrici tedesche furono espugnate e i francesi occuparono la quota 1449. I giorni successivi ci furono i contrattacchi del reggimento dei panzer grenadier che non ebbero tuttavia successo. Tutte le alture circostanti (in particolare la Monna Casale, il Monte San Pietro, la Monna Acquafondata) furono assalite dai francesi e strenuamente difese dai tedeschi. Impressionante resta il rapporto tra perdite umane e valore effettivo delle località coinvolte. Al termine della battaglia, le truppe tedesche retrocessero di alcuni chilometri sulle postazioni della linea Gustav propriamente detta. Il tentativo francese, pur avendo colto qualche successo territoriale, sostanzialmente fallì l’obiettivo principale.
L'itinerario
Giunti da Cardito o da San Biagio Saracinisco al lago della Selva, nei pressi del ristorante Margherita e del km 41 della statale 627 della Vandra, ad una curva, s'imbocca la strada asfaltata con indicazioni per il Sacrario di Collelungo. Superato un piazzale con una fontana e un bivio per il casale della Mainarde, la strada prosegue in salita, su fondo in cemento, alla base della Costa San Pietro, prende quota con una serie di ripide curve e raggiunge un piazzale, a fianco di un monumentale cannone dell'ultima guerra. Qui si parcheggia (m. 1400 c.). Si prosegue a piedi. Al bivio successivo si sale la strada sterrata di destra, normalmente chiusa da una sbarra (la sterrata a sinistra conduce alla sorgente di Collelungo e sarà percorsa al ritorno). Pochi minuti di salita conducono al monumento ai caduti di Collelungo, collocato in un ampio recinto attrezzato (fontanella) nella penombra dei faggi (ore 0,10). L'enigmatica scultura di Umberto Mastroianni e alcune lapidi inducono a un momento di raccoglimento. Una stradina lastricata e dei gradini scendono al rio Chiaro.
All'ingresso del Sacrario, una vistosa bandierina rosso-bianco-rosso segnala l'inizio del sentiero Italia che coincide con il sentiero N4 del Parco. Costeggiando a monte l'area recintata del monumento su sentiero ben segnato con vernice arancione si guadagna ben presto la cresta del Collelungo e si procede in direzione nord. Dopo pochi minuti di percorso, all'altezza di un faggio al centro del sentiero (ore 0,10-0,20), si abbandona il sentiero di cresta e si scende sulla sinistra su un sentiero (segni di vernice rossa sui tronchi) che traversa in quota diversi fossi e raggiunge l'area recintata con le opere edilizie di captazione della sorgente di Collelungo (m. 1471; ore 0,10-0,30). Si riparte sulla strada dal fondo di cemento e, percorsi pochi metri in discesa, dopo gli stazzi, all'altezza della seconda curva, s'imbocca un sentiero a destra nel bosco (bollo rosso sbiadito sulla roccia) che traversa in piano la faggeta (qualche pennellata di vernice verde) e raggiunge un'ampia radura erbosa allo scoperto, circondata dal bosco. Traversata la radura si sale su un panoramico cocuzzolo. E' la quota 1449 della Costa San Pietro (ore 0,30-1). A nord la Costa sale alla Sella Casielle e al sovrastante Morrone delle Rose, da cui scende la cresta di Selvapiana verso San Biagio. Alta sulla Val Verrecchia e sulla Valle Venafrana la Catenella delle Mainarde, conduce alle cime dei monti Ferruccia, Mare e Cappello del Prete. Siamo sui luoghi dove nel gennaio 1944 si svolse l'assalto delle truppe francesi alle difese tedesche. Esplorando gli immediati dintorni si riconoscono con chiarezza le buche trincerate dei mitraglieri e dei mortaisti. E' anche evidente la perfetta simbiosi tra le opere di guerra e le fasce rocciose della Costa San Pietro, trincee naturali che sorvegliano la scoscesa valle sottostante. Dopo aver gironzolato alla ricerca di bossoli e altri souvenir bellici, si riprende in direzione nord il sentiero nel bosco da cui siamo arrivati. Se ne segue il ramo in discesa che in pochi minuti porta alla strada, all'altezza di un fontanile frequentato dagli animali al pascolo. Sulla strada, in breve, si raggiunge il bivio del Sacrario e il parcheggio dell'auto (ore 0,30-1,30).
La migliore introduzione al gruppo delle Mainarde è fornita dal volume “Appennino centrale” (volume I) di Carlo Landi Vittorj, nella collana “Guida dei monti d’Italia” edita congiuntamente dal Club Alpino Italiano e dal Touring Club. Un’ampia offerta di itinerari escursionistici sulle Mainarde è proposta da Stefano Ardito nel suo “A piedi nel parco d’Abruzzo” (Edizioni Iter, Subiaco, 2000). Per la cartografia si possono utilizzare la carta delle Mainarde del Cai di Isernia, la Carta del Sentiero Italia della provincia di Isernia, la Carta escursionistica “Monti Marsicani – Mainarde” delle edizioni Il Lupo e la Carta turistico-escursionistica del Parco.
Tra le pubblicazioni dedicate alla battaglia delle Mainarde si segnalano il volume di Livio Cavallaro, Cassino 1944. Le battaglie per la Linea Gustav. 12 gennaio – 18 maggio 1944, (Mursia, Milano, 2004), Vallerotonda 1943-1993 – La battaglia delle Mainarde distribuito dal Comune di Vallerotonda, e il volumetto di Costantino Jadecola Collelungo. Il giorno dei SS. Innocenti martiri (Edizioni La Riva, Cassino, 1993).
Per approfondire
A piedi sulla linea Gustav
Itinerari escursionistici da Montecassino all’Adriatico
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