La Linea Bernhard e i luoghi della battaglia dell’autunno 1943

Monte Camino

Il quadro ambientale

Siamo in Campania, nell’Alto Casertano, in vista del fiume Garigliano che segna il confine con il Lazio. Il paesaggio è segnato a sud dal profilo del vulcano di Roccamonfina, con la sua cerchia craterica esterna larga mediamente 6 km e definita nei punti più alti dal Monte Santa Croce (1005 m.) e dal Monte Làttani. Una breve catena di monti si alza sopra Galluccio e si allunga in direzione nord con una cresta rocciosa che allinea il monte Camino, la Defensa e la Remetanea, su quote comprese tra i 900 e i 1000 metri. Qui la catena si biforca a Y, con una cresta che scende verso Mignano e l’altra che forma il monte Maggiore (623 m.). L’area è compresa tra i comuni di Rocca d’Evandro, Galluccio e Mignano Monte Lungo.

La linea d’inverno

Nell’autunno del 1943 il fronte di guerra risale la penisola e si avvicina all’Italia centrale. I tedeschi fortificano la Linea Gustav per sbarrare il passo agli eserciti alleati. Sul versante tirrenico la Gustav si sviluppa lungo i fiumi Garigliano e Rapido, sulla dorsale di Montecassino e sulle Mainarde. Per dare alla Todt il tempo necessario di predisporre le fortificazioni e i sistemi di difesa pesante, i tedeschi attrezzano alcune linee tattiche ritardatrici note come la Linea Viktor (lungo i fiumi Volturno e Calore), la Linea Barbara (da Mondragone a Teano, Presenzano e Colli al Volturno) e la Linea Bernhard (dal basso Garigliano a Mignano, Venafro e le Mainarde). La linea Bernhard, in particolare, stringe in una tenaglia la strettoia che costringe la ferrovia e la via Casilina, l’unica strada di grande comunicazione utilizzabile dai mezzi pesanti degli eserciti alleati, a divincolarsi tra il gruppo di monte Camino, il Monte Lungo e il monte Sambucaro. L’insieme di queste linee di difesa costituisce quella che gli americani chiameranno la Linea d’Inverno (Winter line). Il primo tentativo delle truppe britanniche di conquistare il monte Camino e le cime vicine risale alla prima metà del mese di novembre 1943 ma s’infrange sulle difese tedesche ben trincerate tra le rocce in posizione dominante. Lo sfondamento della linea Bernhard avverrà solo un mese più tardi, a metà dicembre. Ma a questo punto le truppe alleate si troveranno di fronte alla linea Gustav.

Il percorso escursionistico

Proponiamo un facile percorso ad anello che ha per meta il santuario di Santa Maria, prossimo alla cima di monte Camino (960 m.) e offre - è il suo pregio fondamentale - la visione panoramica di tutto l’alto Casertano e del teatro di guerra dell’autunno del 1943. Sulle carte militari inglesi era chiamato Monastery Hill. Il punto di partenza è il borgo di Camino (585 m.), una frazione di Rocca d’Evandro, raggiunto dalla strada asfaltata. Qui si parcheggia. Ancora sull’asfalto si sale alle poche case di Colle di Camino, costeggiando il piccolo cimitero sulla destra e una masseria con un fontanile sulla sinistra.  Da Colle (750 m.) s’imbocca il secondo dei due sentieri che si alzano sulla sinistra (cartello di legno) e che punta direttamente verso la cima del monte Camino con la chiesetta già in vista. Il sentiero s’innalza nel rimboschimento con una successione di tornanti. Esce poi allo scoperto, facendosi via via più panoramico e raggiunge infine il piccolo santuario. Da Camino avremo impiegato circa un’ora. Il luogo merita una sosta prolungata, grazie anche al modesto conforto di alcuni tavoli da picnic. La cappella fu distrutta durante la guerra e fu teatro di uno scontro selvaggio, corpo a corpo, tra i soldati dei due eserciti. A settentrione si staglia l’abbazia di Montecassino. A occidente si può seguire la confluenza del Gari nel Liri e il corso sinuoso del Garigliano verso il mare, sullo sfondo dei monti Aurunci. A sud è il territorio dell’alto Casertano con il profilo del vulcano di Roccamonfina. A oriente, al di là del fascio delle grandi vie di comunicazione (la via Casilina, l’autostrada, la ferrovia Cassino-Caserta, la linea dell’alta velocità ferroviaria), si alzano i monti di Venafro (Sambùcaro e Cèsima). Per il ritorno si può percorrere la larga mulattiera che scende sul versante opposto a quello di salita, con percorso più lungo ma meno ripido, e con un panorama ricco di dettagli sulle cime della Defensa e della Remetanea. Con un occhio attento si possono riconoscere i resti dei trinceramenti tedeschi sugli spalti rocciosi del monte. La mulattiera si abbassa e raggiunge le case di Colle, chiudendo l’anello. Dopo un breve tratto sull’asfalto si va a destra a raggiungere il copioso fontanile e s’imbocca in discesa il vecchio sentiero che univa Camino a Colle. In diversi tratti è visibile ancora l’antica selciatura, affiancata da una roggia di canalizzazione delle acque sorgive e da altre ingegnose opere stradali. Il sentiero raggiunge l’abitato di Camino, ne costeggia le case costruite più in alto, si destreggia nell’intrico delle viuzze, raggiunge la chiesa e scende al piazzale del parcheggio delle auto, dov’è anche il monumento ai caduti di guerra. Un’appendice all’escursione può realizzarsi raggiungendo in auto il vicino abitato di Formella. Lasciata l’auto in pochi minuti si segue il rio che sgorga dalla sorgente omonima e si raggiunge una bella area prativa attrezzata per il picnic. Affianco alle opere di captazione della sorgente e al fontanile, sorge un piccolo e suggestivo monumento dedicato ai caduti nella battaglia.

Una ricca documentazione fotografica sulla battaglia di Monte Camino e di foto storiche, naturalistiche e panoramiche è disponibile in www.facebook.com/Monte.Camino/. Gli escursionisti interessati all’area casertana troveranno numerosi itinerari accuratamente descritti in https://sites.google.com/site/casertaitinerari/. La descrizione delle aree naturali selvagge protette nella zona della Campania, e in particolare di monte Cesima e monte Camino, è fornita dal sito specifico www.wilderness.it/.

Per approfondire

A piedi sulla linea Gustav

Itinerari escursionistici da Montecassino all’Adriatico

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