Da Cerasuolo un’escursione tra le memorie della guerra

Il campo di battaglia di monte Pantano

Il quadro ambientale

L’itinerario si sviluppa in Molise, in una zona marginale e assolutamente sconosciuta, eppure bellissima, nell’area di confine del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Comprese tra la valle del Volturno e le montagne delle Mainarde, tre conche verdissime, presidiate dal monte Pantano, ospitano in successione piccoli borghi rurali a cavallo tra i comuni di Filignano e Scapoli. Il bosco è attraversato dalla selvaggia gola del Rio Chiaro, che scende da monte Mare e confluisce nel Volturno tra Colli e Montaquila.


La battaglia del monte Pantano


Durante la seconda guerra mondiale il monte Pantano diventa uno dei cardini delle due linee difensive tedesche Barbara e Bernhard. Nella strategia di Kesselring queste linee fortificate hanno il compito di ritardare l’avanzata delle truppe alleate e di dare così il tempo ai tedeschi di attrezzare a difesa la linea Gustav. Nei primi giorni del novembre 1943 gli americani attraversano il fiume Volturno e attaccano il Balkon, la balconata di alture che vanno da Venafro a Montaquila. A metà novembre le operazioni si fermano per il maltempo e per consentire la riorganizzazione delle forze in campo. Intorno al Monte Pantano si dispone la 305^ divisione tedesca di fanteria. In particolare il 577^ reggimento si fortifica sul Monte Pantano e il secondo battaglione del 578^ reggimento si scagliona al passo di Cerasuolo vecchio. Nella stessa area è disposto il gruppo di batterie dell’artiglieria pesante. Disagi ai rifornimenti tedeschi sono causati dai bombardamenti aerei alleati che distruggono il ponte stradale nei pressi dell’incrocio a nord-ovest di Cerasuolo. Il 29 novembre inizia la battaglia di monte Pantano. Gli americani attaccano lungo la strada Atinense che porta verso l’alta valle del Rapido e Atina, nel tentativo di aggirare l’intero scacchiere di Cassino. Per aprirsi la strada tra gli estesi campi minati a nord del Rio Chiaro gli americani spingono sull’area greggi di pecore e capre. Attaccano quindi il monte da est, partendo dal borgo di Pantano, dove le case contengono trappole esplosive e i campi intorno sono minati. Raggiungono la cima meridionale e di lì tentano l’assalto alle altre cime. I tedeschi sono posizionati dietro la cima settentrionale. Seguono giornate di attacchi e contrattacchi sull’area sommitale, dove gli americani usano anche bombe al fosforo, fino all’interruzione delle operazioni il 4 dicembre. In sei giorni il 168^ statunitense ha perso tutti i suoi comandanti, 33 ufficiali e 386 uomini uccisi o feriti. Perdite altrettanto sensibili ci sono da parte tedesca. Nei giorni successivi gli americani sono sostituiti dalla fanteria marocchina del generale Dody. Anche da parte tedesca c’è un avvicendamento con il 131^ e il 134^ reggimento grenadier. Le operazioni riprendono a metà dicembre. Partendo nuovamente dalla cima meridionale i marocchini attaccano le altre cime, scontrandosi con la grintosa resistenza tedesca. Nella notte tra il 16 e il 17 dicembre i tedeschi si sganciano a seguito dell’arretramento dell’intero fronte verso la linea Gustav. La notte successiva le pattuglie franco-marocchine entrano nel paese di Cerasuolo trovandolo appena sgomberato. Nella tenace difesa del Monte Pantano (29 novembre-16 dicembre 1943) i tedeschi hanno perso 10 ufficiali, 59 sottufficiali e 373 uomini di truppa. I caduti delle truppe coloniali francesi sono sepolti in un cimitero nei pressi del borgo di Cerreto. Una stele sulla strada ricorda questi caduti, che saranno poi traslati nel nuovo cimitero militare di Venafro.


L’itinerario


L’escursione è proposta con partenza da Cerasuolo. Ha per obiettivi la traversata della Valle del Fosso e l’esplorazione della sommità del monte Pantano. Cerasuolo è una frazione del comune di Filignano a 692 metri di quota, in una piccola conca bagnata dal Rio Chiaro, al km 17 della strada provinciale Atinense. Del suo passato conserva vecchie case rurali di pietra e qualche villino con loggiato al piano nobile. Delle due strade d’accesso al pianoro della Valle del Fosso, si percorre all’andata la sterrata della Valle Ritorta. Si esce dal paese sulla provinciale in direzione sud, verso Filignano, e dopo qualche centinaio di metri, a una curva, nei pressi di alcune edicole religiose, si va a destra sulla sterrata. Il bivio è presidiato da un totem con la mappa dei sentieri della zona. Il percorso è indicato come M11 sulla carta dei sentieri del Pnalm, ma non è segnato sul terreno. La sterrata, percorribile solo con mezzi fuoristrada, sale ripidamente la valletta, guadagna quota con stretti tornanti, raggiunge il bordo della conca e scende nel pianoro sottostante. Siamo nella Valle del Fosso, a quota 844. Il pianoro è dotato di cisterna, fontanile e laghetto di abbeverata ed è frequentato da mandrie di bovini e da cavalli al pascolo. Da destra scende una seconda sterrata (che percorreremo al ritorno), segnata da un percorso di mtb. Conviene ora dedicarsi all’esplorazione sistematica del colle compreso tra le due sterrate, che chiude a nord-ovest il pianoro. Vi si trovano i notevoli resti di un campo militare fortificato, con acquartieramento del presidio tedesco, postazioni per una batteria di artiglieria, mortai e mitraglieri, trinceramenti e sangar.

Si può ora traversare piacevolmente il pianoro in direzione sud, seguendo la pista che entra nel bosco che separa il monte Pantano dal monte della Battuta. Più avanti si trova un bivio: la pista segnata a destra conduce in valle Paciglia e alle case di Mastro Giovanni e Lagone; la pista di sinistra aggira la costa meridionale del monte Pantano e scende al borgo omonimo. Conviene comunque fermarsi sul bordo della valle, senza scendere, e ammirare il bel panorama sulla valle del Volturno. Mimetizzate sul declivio del monte sono altre postazioni di artiglieria e trinceramenti della linea fortificata tedesca che proseguiva verso il monte Monna Casale.

Rientrati nella zona del fontanile e del laghetto, si può ora affrontare la ripida ascesa all’acrocoro sommitale del monte Pantano. Con un po’ di attenzione si costeggia la base del bosco di monte Pantano e si cerca una pista per trattori che s’insinua tra il bosco e un dosso tondeggiante che sembra interrompere il pianoro. La pista s’innalza a tornanti nel bosco e ne fuoriesce nei pressi della breve dorsale rocciosa che costituisce la cima settentrionale del monte. Tra i resti di postazioni per mortai e mitragliatrici si raggiunge la vetta (1117 m) e ci si affaccia sul magnifico panorama di Cerasuolo e del gruppo delle Mainarde, visibile dalla Meta fino al monte Marrone e al Castelnuovo. Volgendosi verso sud, ci si dirige ora su terreno un po’ scomodo verso la cima centrale (1096 m), dove troviamo una lapide (spezzata) collocata in memoria della 305^ divisione di fanteria americana. Da qui si raggiunge in breve, tra muretti e trinceramenti, la cima meridionale, dove è stata collocata nel 2010 una lapide in ricordo degli heroes americani. Senza risalire le vette precedenti si torna per via più diretta sulla pista che conduce al pianoro del Fosso. Per tornare a Cerasuolo s’imbocca l’agevole pista di sinistra (segnali mtb); più avanti, però, la pista si trasforma in sentiero, lascia a sinistra il circuito mtb e scende lungo un fosso in direzione di Cerasuolo; si transita nella zona delle vecchie case e dei pagliari e si raggiunge la zona moderna del centro.

Il dislivello è di circa 400 metri. I tempi di percorrenza sono così stimabili: 40 minuti da Cerasuolo al pianoro del Fosso; un’ora per l’esplorazione del colle fortificato; un’ora tra andata e ritorno per la traversata del pianoro; un’ora per la salita e la visita delle tre cime del monte Pantano; un’ora e mezza per la discesa al pianoro e per il ritorno a Cerasuolo.

Le notizie sulla battaglia di monte Pantano sono tratte dall’opera in tre volumi di Giovanni Artese dal titolo La guerra in Abruzzo e Molise 1943-1944 (Carabba Lanciano ed Edigrafital Teramo, 1993-1998). Giovanni Cerchia ha curato un volume collettivo su Il Molise e la guerra totale (Cosmo Iannone editore, Isernia, 2011). Sintetico e accurato è il volumetto La Linea Gustav - I luoghi delle battaglie da Ortona a Cassino scritto da Gabriele Ronchetti e Maria Angela Ferrara (Mattioli 1885, Fidenza, 2014). Per la cartografia si raccomandano la più recente Carta turistico escursionistica del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise in scala 1:50.000; la Carta del Sentiero Italia della Provincia di Isernia in scala 1:50.000 (Sulmona, Edizioni Il Lupo); la Carta tecnica regionale in scala 1:5.000 prodotta dal Settore pianificazione territoriale ed urbanistica della Regione Molise.

Per approfondire

A piedi sulla linea Gustav

Itinerari escursionistici da Montecassino all’Adriatico

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Itinerari

La ricognizione del percorso è stata effettuata il 25 ottobre 2014