Da Roccacinquemiglia a Pietransieri

A piedi sulla linea Gustav

Itinerari escursionistici da Montecassino all’Adriatico

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Itinerari

Questo itinerario ripercorre un tratto della “Linea principale di combattimento” (in tedesco Hauptkampflinie – Hkl) che i genieri tedeschi avevano attrezzato nell’ottobre del 1943 tra Roccacinquemiglia e Pietransieri (frazioni rispettivamente di Castel di Sangro e di Roccaraso). Siamo sul tratto della Linea Gustav che si sviluppava sui monti Pizi lungo la valle del fiume Sangro, tra le montagne delle Mainarde e della Maiella. La Hkl tedesca dominava dall’alto il Sangro, lungo il corso del quale erano presidiati gli avamposti di Castel di Sangro e Ateleta. Gli alleati avevano raggiunto la riva destra del Sangro e si erano attestate con le loro artiglierie a San Pietro Avellana e sull’osservatorio del Nido del Corvo. Tutto il pendio che scende dalla Hkl al Sangro costituiva la “fascia di sicurezza” del fronte tedesco ed era attrezzata con postazioni di mitragliatrici, presidiate solo in caso di necessità. La fascia di sicurezza era continuamente percorsa dalle pattuglie di controllo che non di rado incrociavano le pattuglie canadesi in esplorazione. Dal mese di ottobre al Natale del 1943 questa zona del fronte (dal Monte Rotondo-Colle della Monna fino a Montenerodomo) fu difesa dalla prima Divisione dei paracadutisti tedeschi, con il comando divisionale insediato a Pescocostanzo. Il tratto del nostro itinerario era sotto il controllo del primo Reggimento, insediato a Roccaraso, con una forza di circa mille soldati. La presenza di truppe di élite come i paracadutisti era legata al timore che gli alleati potessero sfondare la linea Gustav lungo la statale 17 che risale dal Sangro a Roccaraso e traversa gli Altopiani Maggiori. Un tentativo alleato si verificherà effettivamente alla fine di novembre ma sarà solo un diversivo per coprire l’attacco principale sul basso Sangro. I paracadutisti tedeschi saranno quindi trasferiti sull’Adriatico e a Natale diventeranno i protagonisti della battaglia di Ortona.




1 - La mappa dell'escursione con il percorso diretto tra Roccacinquemiglia e Pietransieri


La nostra passeggiata segue la strada sterrata che collega Roccacinquemiglia (1043 m) e Pietransieri (1359 m), con un dislivello di circa 300 metri e un tempo di percorrenza tra andata e ritorno di poco meno di tre ore.


Roccacinquemiglia




2 - La chiesa diruta e la torre campanaria


Lo sperone roccioso di Roccacinquemiglia è raggiunto da una deviazione della Statale 17, la ripida e tortuosa strada di collegamento tra Roccaraso e Castel di Sangro. Oggi che la nuova strada a scorrimento veloce ha ulteriormente allontanato il traffico, la vecchia statale ha ritrovato la sua tranquillità ed è costellata da villaggi turistici e case vacanze. Roccacinquemiglia si raccoglie intorno alla sua torre, che costituiva il vecchio campanile della chiesa diruta. Durante l’occupazione tedesca del novembre 1943 soffrì le retate di uomini destinati ai lavori di fortificazione, le perquisizioni, i cannoneggiamenti degli alleati, lo sfollamento e infine la distruzione con le mine nella logica della “terra bruciata”. Dopo il passaggio della guerra (giugno 1944) restò per molto tempo il rischio dei campi minati, con lo stillicidio di morti e feriti. Lo sminamento e la ricostruzione non impedirono l’emigrazione del dopoguerra che portò a un ulteriore impoverimento della popolazione, oggi ridotta a poche decine di abitanti.




3 - La statua del Redentore


La passeggiata in paese deve comprendere la salita alla torre, la visione del panorama dei dintorni con il vicino monte Calvario (sormontato da tre croci) a est e il colle del Castello a sud che nasconde Castel di Sangro. Altro punto panoramico, anche se angusto, è la roccia dove è stata collocata una grande statua del Cristo che guarda e benedice il paese.


Il sentiero

Si esce dalla parte alta del paese, imboccando la strada sterrata che lascia sulla destra una “casa vacanze”. La strada - in buone condizioni nel suo tratto iniziale – aggira il colle roccioso di quota 1155, incrocia una masseria e prosegue in leggera salita tra campi coltivati a cereali. Più in alto troveremo due bivii: terremo la sinistra al primo e la destra al secondo, seguendo comunque sempre la strada che sale. Appare chiara la geografia del fronte tedesco.




4 - Resti di camminamento trincerato


La Hkl segue la direttrice di una serie di alture e spuntoni in posizione panoramica e dominante. Su ognuno dei colli si ritrovano le tracce ormai interrate ma riconoscibili dei camminamenti in trincea e delle buche delle postazioni per i mitraglieri. Sulla destra lo storico tratturo Foggia-Celano risale il pendio tra i Cerracchi e il Colle della Noce.




5 - Resti di postazione sulla HKL


Al di là del tratturo, sullo sfondo del Bosco di Cantalupo, è la Valle della Vita, dove sono localizzate le masserie dei Limmari, luogo dell’eccidio del 21 novembre 1943. Sulla sinistra si riconoscono i percorsi della ferrovia (oggi dismessa), della superstrada e della vecchia statale 17. Su queste vie di comunicazione si alza il monte Arazecca che la valle Arenaro separa dalle alture di Roccaraso. Proseguendo la salita, dopo aver aggirato la testata di una valletta, il fondo della strada diventa più sconnesso, a tratti inerbito e solcato da rigagnoli. Di fronte a noi è il ripetitore di colle Magnallaro. Il sentiero inizia a traversare sulla destra il Fosso di Roccacinquemiglia, incrocia stalle e depositi e arriva in vista delle case di Pietransieri. In breve si raggiunge l’asfalto nei pressi di un parco giochi e si entra in paese.


Pietransieri

Durante la guerra Pietransieri era collegata a Roccaraso solo da una mulattiera. Il paese contava allora circa 400 abitanti e 876 animali maggiori (vacche, maiali, pecore, cavalli e muli). Non c’era telefono, né elettricità, né illuminazione pubblica. Vi si insediò il comando della undicesima compagnia, con i soldati distribuiti nelle abitazioni, nei vicini rifugi e “tane di volpe”. Fu allestita la cucina da campo insieme con i depositi e i magazzini. Una mitragliatrice pesante fu sistemata sulla sommità della “Preta”, la roccia del “castello”. La sua eccezionale posizione dominante sulla valle del Sangro ne fece un caposaldo della Linea Gustav. L’ampia visuale sulla valle dell’alto Sangro si abbinava alla facilità di difesa: gli eventuali assalitori, prima di arrivare a contatto con la linea difensiva principale, avrebbero dovuto risalire allo scoperto (o con la sola protezione del bosco) i più di 500 metri di dislivello che separano il piano del fiume dal pizzo del castello, superando le successive postazioni avanzate dei mitraglieri. Ai primi di novembre del ’43 iniziò lo sfollamento degli abitanti, portati prima a Roccaraso e di lì a Pettorano e Sulmona. In coincidenza con l’attacco alleato sul Sangro (solo nella giornata del 23 novembre Pietransieri ricevette 440 granate sparate dai cannoni degli alleati) la compagnia tedesca minò e fece crollare le case del paese, incendiò le masserie sottostanti e compì efferate uccisioni ed eccidi (con 128 vittime alle masserie dei Limmari).




6 - Pietransieri


La visita del paese deve oggi doverosamente aprirsi con una sosta nel sacrario che raccoglie i resti degli uccisi e la memoria dell’evento, insieme con la medaglia d’oro al valor militare concessa al paese. Se la salita alla croce della “preta” non è molto invitante, molto più gratificante è la passeggiata intorno al paese per ammirare il panorama. Merita attenzione il percorso del tratturo che scende alla taverna del Sangro da monte Miglio e San Pietro Avellana per poi risalire verso Pietransieri. Sulla skyline, ai lati del Nido del Corvo, si schierano tutti i monti del Molise, dal Monte Campo di Capracotta alla Montagnola di Frosolone, fino alla lontana catena del Matese.




7 - Il sacrario




Il sopralluogo è stato effettuato il 6 maggio 2016