Con gli Alpini da Scapoli alle Mainarde

Il monte Marrone

Un itinerario nel Molise, sul percorso del Sentiero Italia, alla scoperta dell’alta valle del Volturno e delle montagne delle Mainarde. Qui nell’inverno e nella primavera 1944 si fronteggiarono sulla linea Gustav gli alpenjäger  tedeschi e gli alpini italiani del nascente Corpo di liberazione: il battaglione alpino “Piemonte”conquistò con azione notturna il monte Marrone e resistette alla successiva reazione tedesca. L’itinerario si sviluppa in due fasi. Si va prima alla scoperta del paese di Scapoli, del suo museo della guerra e delle sue  zampogne. Si punta poi alla panoramica vetta del monte Marrone, su un percorso ricco di monumenti, di memorie e di attrattive naturali.

Il quadro ambientale


Solitarie montagne di confine, le Mainarde si rivelano dietro le dolci colline dell’alta valle del Volturno. Fasciate dai boschi sui fianchi, esse scoprono più in alto i loro maestosi anfiteatri, i circhi glaciali e le panoramiche cime rocciose. Comprendono le vette più elevate del Molise: il monte a Mare (2154 m) e la Metuccia (2105 m). Dietro le alture di Rocchetta e Castelnuovo si alza l’asse del monte Marrone (1805 m), della Ferruccia (2005 m) e del monte Mare (2020 m), obiettivo dell’itinerario. Le greggi, protette dai cani, popolano ancora i tratturi a cavallo tra le valli del Melfa e del Volturno. E i camosci pascolano sulle praterie d’altura, al di sopra dei faggi.

Le Mainarde sono attraversate dal Sentiero Italia, l’itinerario lungo 6100 km che collega i monti della Sardegna e della Sicilia, attraverso tutto l’Appennino, al grande arco delle Alpi. Dalle sorgenti del Volturno il Sentiero Italia raggiunge l’Abbazia e gli scavi di San Vincenzo. Poi, lungo l’argine del fiume, punta con una lunga salita alla rocca di Castel San Vincenzo; dal paese scende al lago e lo costeggia in direzione del monte Piana. Al bivio di San Michele a Foce, il Sentiero si biforca: a destra il sentiero di collegamento della Val di Mezzo con Barrea introduce al tratto abruzzese; a sinistra invece il sentiero principale imbocca la carrareccia che conduce a Castelnuovo a Volturno. Aggirato lo sperone del monte Castelnuovo, punta verso monte Marrone, risale la valle Viata, attraversa l’altipiano della Ferruccia e il valico tra monte Mare e monte Cappello del Prete, giunge in Valle Venafrana e ai Prati di Mezzo, collegandosi al tratto laziale del Sentiero.


Le vicende belliche


I soldati italiani arrivano nella zona delle Mainarde all’inizio del 1944. Il loro battesimo di sangue era avvenuto nel dicembre del 1943 sulla collina di Montelungo, sotto comando americano. Dopo quest’azione il Raggruppamento Motorizzato italiano viene spostato nella zona delle Mainarde alle dipendenze del Corpo di spedizione francese. In marzo inizia la preparazione della decisiva operazione Diadem che segnerà lo sfondamento definitivo della linea Gustav, e i francesi sono trasferiti sui monti Aurunci. Gli italiani passano così sotto il comando del generale polacco Sulik. Il generale Dapino passa le consegne al generale Utili, in vista della nascita del più organico Corpo italiano di liberazione (Cil). Utili s’insedia nel palazzo Battiloro di Scapoli. Ed è qui che nasce l’idea di un’azione militare italiana sul monte Marrone, cima ben individuata, a contatto con le difese tedesche di Monte Mare. La notte tra il 30 e il 31 marzo gli alpini del Battaglione “Piemonte” risalgono la Val Viata e si trincerano sulla cresta del monte, non presidiato dai tedeschi. I paracadutisti della “Nembo” sostengono l’azione, occupando la Val di Mezzo e il monte Castelnuovo. La notte del 10 aprile, il fuoco dell’artiglieria e dei mortai anticipa l’attacco che una compagnia tedesca porta alla sella della Montagnola, nel tentativo di aggirare la vetta e riprendere il controllo del monte. La resistenza italiana ha tuttavia ragione dell’assalto e riesce a respingere i tedeschi.

In sé l’azione militare ha dimensioni modeste. Anche dal punto di vista tattico essa ha un valore limitato. Ma è quello morale e motivazionale il valore sicuramente più importante dell’azione: l’enfasi propagandistica sull’azione degli alpini rafforza il ruolo della presenza italiana a fianco degli alleati e contribuisce alla definizione di un nuovo spirito d’identità tra i soldati. Una lapide a Scapoli dirà infatti che “il Raggruppamento, superata ogni attesa, raccoglieva il giusto premio degli eroi, guadagnando all’Italia il prestigio dei liberi e nuova vita all’esercito che su questi sacri monti del Molise rinasceva sotto il nome glorioso di Corpo italiano di liberazione”.

Il Cil sarà poi trasferito sul fronte adriatico, questa volta alle dipendenze dell'8^ Armata britannica e parteciperà  all’offensiva che lo porterà allo sfondamento della linea "invernale" sul Sangro.


Scapoli


Prima tappa dell’itinerario sulle Mainarde è il paese di Scapoli, capitale italiana della zampogna.

L’ingresso del paese è segnato dalla presenza monumentale di un cannone di guerra e di un veicolo militare d’epoca. La lapide scoperta dal presidente del consiglio Aldo Moro nel 1968, ricorda che muovendo “da queste balze, gli alpini espugnarono monte Marrone e aggrappati alle sue pareti a picco sotto la violenta reazione nemica, lo tennero da impareggiabili signori della montagna”.

Il vecchio nucleo del borgo medievale vive intorno al palazzo marchesale dei Battiloro. L'androne antistante l'ingresso principale del palazzo, detto Sporto, contiene la ricostruzione del posto di guardia del comando del Corpo italiano di liberazione. Soldati in divisa, branda e tavolo danno l’idea concreta della vita militare. Una lapide del Comune, inaugurata nel 1984 dal senatore Spadolini ricorda che “in questo palazzo, nella primavera del 1944, il generale Umberto Utili, comandante del 1° raggruppamento motorizzato italiano, concepì e diresse le operazioni per la conquista del monte Marrone e la conseguente penetrazione nella linea Gustav a nord-est di Cassino”. Attraverso il suggestivo “cammino di ronda”, si risale a spirale la sommità della rocca, con percorso panoramico sul paese, monte Azzone, le suggestive rovine di Rocchetta Vecchia, la pianura di Rocchetta Nuova, le cime di monte Castelnuovo e monte Marrone. L’originalissimo museo della zampogna contiene anche alcune sale in cui è provvisoriamente collocata, in attesa di migliore sistemazione, una raccolta di reperti bellici e documenti sulle operazioni militari delle Mainarde. Grazie al lavoro di appassionati collezionisti locali  e ricercatori sul campo, il museo espone cartine militari, un gran numero di fotografie, giornali d’epoca, divise dei soldati in campo, elmi, armi e munizionamento di vario tipo, residuati e oggetti di vita quotidiana dei soldati.


Monte Marrone


Usciti da Scapoli si punta verso Castelnuovo al Volturno, seguendo le indicazioni turistiche del monte Marrone.  La strada tocca il paese, aggira il monte Castelnuovo, entra nella valle del rio Pretara, sale verso il Marrone e raggiunge un piazzale con fontanile in località Balze. Seguendo a piedi il breve tratto lastricato chiuso da una catena si sale all’area monumentale, ricca di simbolismi, dedicata al Corpo italiano di liberazione (Cil). Dopo un altro breve tratto la strada asfaltata termina in un piazzale tra alcune baracche. Qui si parcheggia (1030 m). A piedi si segue una malandata strada sterrata (percorsa dai fuoristrada dei pastori), segnata come sentiero MC3 del Parco, coincidente con il Sentiero Italia. Con una decina di tornanti in sensibile salita si guadagna la sella di Colle Rotondo (1161 m; ore 0,15). Un fontanile consente di rifornirsi d’acqua. Si aggira il costone sud del Marrone e si entra a mezza costa, in leggera salita, nella Valle Viata. Si tocca il fondo della valle, si guada il torrente che qui forma numerose cascatelle tra le rocce e con un ampio tornante sull’altro versante si raggiunge una vasta radura (1257 m; ore 0,15-0,30). Accanto al fontanile in disuso del vecchio stazzo, sorge il monumento eretto dai comuni di Scapoli e Rocchetta nel trentennale dalla Liberazione. Esso ricorda i 24 cittadini trucidati dai nazisti nella zona con un verso di Salvatore Quasimodo: “…Tu saluta, amico della libertà. Il loro sangue è ancora fresco, silenzioso il suo frutto”. Ripreso il cammino si raggiunge la sorgente di Fonte Campate (1355 m; ore 0,15-0,45). Una vasta recinzione protegge l’area sorgiva con le strutture di captazione. Una parte dell’acqua è lasciata libera e sgorga da un muro di protezione. Si prosegue in salita nella valle, all’ombra di un bosco di alto fusto. All’uscita del bosco, un ripido pendio erboso conduce al Passo della Montagnola (1740 m; ore 1,15-2,00). A  destra, in breve, si tocca la cima del monte Marrone (1805 m; ore 0,15-2,15). Sulla croce di vetta, una grande aquila di bronzo e il motto “tût per l’Italia” ricordano l’impresa del Battaglione alpino Piemonte.

Il panorama è particolarmente interessante sull’alta valle del Volturno. Il fiume nasce dal monte della Rocchetta. Nei pressi è la grande abbazia di San Vincenzo, recentemente interessata a una campagna di scavi archelogici e di restauro. Ben visibile è il lago artificiale di Castel San Vincenzo. Sulle alture alle sue spalle si riconosce la depressione del “pantano” di Montenero Val Cocchiara, fondo di un antico lago. A sinistra, sullo sfondo del monte Greco e al di qua del solco del fiume Sangro, occhieggiano i pianori Le Forme e Campitelli, vie di accesso ai monti della Meta. Ai piedi del Marrone si osservano i monti Rocchetta e Castelnuovo, la strada di accesso percorsa in auto, le prime alture e i paesi delle Mainarde.

Al di là del pianoro e di un rifugio si alzano le cime rocciose del monte Ferruccia (2005 m) e del monte Mare (2020 m). In questa zona correva la linea di difesa tedesca che precedeva la linea Gustav vera e propria: essa saliva dalle valle del Rapido a ovest e scendeva verso il Sangro a nord.

Sulla via del ritorno merita una visita la grotta rifugio dell’eccentrico pittore francese Charles Moulin che emerge tra rocce e vegetazione sulla sinistra del sentiero.

Per approfondire

Un buon inquadramento del gruppo delle Mainarde e la puntuale descrizione degli itinerari possibili, sono stati curati da Carlo Landi Vittorj nel primo volume di “Appennino centrale”, titolo della nota collana curata dal Cai e dal Touring Club “Guida ai monti d’Italia”. Stefano Ardito propone a sua volta un’ampia scelta di itinerari escursionistici sulle Mainarde nel suo “A piedi nel Parco d’Abruzzo” (Edizioni Iter, Subiaco, 2000). La sezione di Isernia del Cai ha redatto una “Carta dei sentieri della provincia di Isernia” in scala 1:50.000. La tavola II è dedicata alle Mainarde e alla Valle del Volturno.


Scapoli (www.comunescapoli.is.it) è la patria delle zampogne: uno dei pochi paesi in Italia dove, insieme alla presenza di abili e valenti suonatori, sopravvive l'antica tradizione della fabbrica delle zampogne, grazie ad un numero ristretto di artigiani che, tramandandosi le tecniche di costruzione, tengono in vita questo strumento musicale ed assicurano il necessario ricambio generazionale. Nel museo della zampogna, dislocato su tre piani, è possibile ammirare zampogne di ogni parte del mondo, prodotte in varie epoche, strumenti a fiato di rara bellezza, una vasta documentazione iconografica e letteraria, oltre a foto d'epoca e la riproduzione di un'antica bottega artigiana. L’associazione culturale “Circolo della zampogna” ha aperto una mostra permanente di cornamuse italiane e straniere e organizza incontri con suonatori e costruttori, proiezioni, audizioni e tesi di laurea. Il sito (www.zampogna.org) ne documenta le attività. Scapoli è anche sede della Mostra mercato e del Festival internazionale della Zampogna che si tengono tutti gli anni, l'ultimo weekend di luglio.


Charles Moulin, pittore francese compagno d’accademia di Matisse, vince nel 1896 la borsa di studio dell’Accademia di Francia “Prix de Rome” che gli permette di studiare in Italia. Dopo un breve  soggiorno ad Anticoli Corrado, sceglie come sua abituale residenza Castelnuovo al Volturno, alle pendici delle Mainarde, incantato dalla natura dei luoghi. Seguace delle teorie di Rousseau, vi conduce una vita da anacoreta, vestito dimessamente, con una lunga barba incolta. Si reca spesso in una caverna sul Monte Marrone, nutrendosi di erbe, radici e decotti. Per ricambiare l'ospitalità degli abitanti del paese, Moulin, insegna francese ai bambini, confeziona tisane per gli ammalati, regala ritratti e dipinti di paesaggi.


Castelnuovo è legato anche al ricordo della tragica fine di Giaime Pintor. L'8 settembre del  '43 Pintor si trova a Roma tra i giovani che chiamano il popolo ad appoggiare la  resistenza di reparti armati a Porta San Paolo. Fallita la difesa della capitale, l'11  settembre supera le linee tedesche e si reca a Brindisi e poi a Napoli, sotto falso  nome. Ottenuto dal quartier generale inglese il consenso per la formazione di un gruppo di patrioti si mette in viaggio verso Roma, per  organizzare nel Lazio gruppi di resistenza partigiana. Ma il 1° dicembre del ’43,  nel tentativo di passare il fronte, davanti a Castelnuovo al  Volturno, muore tragicamente a causa dello scoppio di una mina.

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