Le tappe dell’itinerario
L’itinerario
Si raggiunge il punto di partenza dell’itinerario lasciando la Val Badia all’altezza di San Martin de Tor (il cui castello è sede del Museo Ladino) e imboccando la valle laterale di Lungiarü; oltrepassato il paese omonimo e la località di Frëina si trova un bivio sulla destra che porta alle viles di Seres e Miscì e alla valle dei mulini. Qui si parcheggia. Siamo a circa 1500 m di quota. Si osserva subito la Cialciara, il forno che serviva a produrre la calce sciogliendo le pietre calcaree, all’interno di un rivestimento d’argilla. Seguendo la strada si visita un interessante complesso agricolo riutilizzato come ristorante e si raggiunge il nucleo abitato di Seres. Da vedere la struttura esterna dei fabbricati con la base in pietra, la sopraelevazione in legno, i ballatoi e la copertura con scandole di larice; se possibile, conviene dare un’occhiata agli interni e agli spazi destinati ad abitazione (stüa, soggiorno, camera da letto), dispensa e a magazzino. Si notino i rustici esterni utilizzati come fienile, le stalle, le vasche di abbeverata, i forni per la cottura del pane e le imponenti griglie verticali di legno utilizzate per essiccare il fieno.
Si può ora imboccare il sentiero che risale il rio Seres e tocca ben otto mulini, tutti restaurati e occasionalmente funzionanti. I mulini sono costituiti da un vano ligneo poggiato su uno zoccolo in muratura e sono solitamente organizzati su quattro livelli. Nel seminterrato vi è l’entrata dell’albero della ruota e sono alloggiati gli ingranaggi che determinano il movimento. Al secondo livello, dov’è la porta d’ingresso, si trovano le attrezzature complementari alla macinazione: il buratto per la setacciatura e la raccolta delle farine, e la ventola per il vaglio dei grani prima della macinazione. Il livello superiore è quello delle macine: la distanza tra le due grandi pietre viene regolata da un meccanismo a leva formato da grosse travi. Al livello più alto si trova il locale di residenza del mugnaio, dotato di finestrella e riscaldato da una stufa in muratura alimentata dall’esterno. La struttura più spettacolare è comunque la grande ruota esterna messa in movimento dall’acqua del rio opportunamente canalizzata. Il percorso è alternato sulle due rive del rio e raggiunge il mulino più alto a 1650 m di quota. Sul percorso che ridiscende a valle, conviene fare una deviazione per visitare i masi della vila di Miscì. Il percorso è appagante, grazie anche alle terrazze panoramiche e ai punti di sosta, ed è agevolato da pannelli informativi e schede descrittive della struttura dei singoli mulini.
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Val Badia: le Viles di Seres e Miscì e la valle dei Mulini
La Val Badia è certamente una delle valli dolomitiche più attraenti per gli appassionati di escursionismo estivo e di sport invernali. Ma il suo fascino non si esaurisce sui sentieri o sulle piste da sci. L’insediamento dei Ladini può raccontare una storia straordinaria in cui la lingua, la cultura e l’immaginario si fondono alla geologia dolomitica, all’archeologia, all’artigianato e al turismo. Il Museo ladino di San Martin de Tor ne è una ‘summa’ didascalicamente perfetta. Uno dei motivi che fanno della Val Badia una valle amata è anche la sua architettura spontanea, il paesaggio costruito. A differenza dell’insediamento a ‘masi sparsi’ tipico del paesaggio sudtirolese, le valli ladine propongono sui pendii soleggiati i nuclei abitativi delle ‘viles’. La ‘vila’ è un agglomerato rustico con funzioni differenziate, un insieme di costruzioni adibite a cucina, focolare, fienile, stalla, granaio, forno, legnaia, fontana, mulino, laboratorio artigiano. La struttura tipica di un edificio rurale si articola su uno zoccolo in muratura, suddiviso in due piani, e un volume superiore in legno, sporgente su tre lati e composto da un piano più un sottotetto. Alcuni splendidi esempi di ‘viles’ ladine si trovano nei paesi della media valle, come La Valle e Longiarù. La passeggiata che proponiamo, facile e alla portata di tutti, va alla scoperta delle ‘viles’ di Seres e Michì e della valle dei Mulini. È la scoperta di un mondo d’altri tempi – ma ancora vivo – che è il risultato dell’opera di un popolo e della sua cultura sul territorio; una testimonianza dell’equilibrio – sempre fragile e in pericolo – tra paesaggio naturale e ambiente antropizzato.
L’Italia della pietra a secco
Passeggiate tra i monumenti dell’architettura spontanea
Per approfondire
Per una prima introduzione al mondo dei Ladini è raccomandata la visita del Museo della cultura ladina sistemato nel castello di San Martin de Tor
Le forme dell’edilizia rurale ladina sono descritte in forma divulgativa in alcune pubblicazioni disponibili in valle. Tra queste: Nel cuore della Ladinia – Piccola guida turistico-escursionistica della zona centrale della Val Badia, scritta da Pio Baldissera e pubblicata a cura della Pro Loco di San Martino; Die “Viles” des Gadertales e Forme e colori del costruire in Val Badia, pubblicate dalla Ripartizione tutela del paesaggio e della natura della Provincia autonoma di Bolzano.
La ricognizione del percorso è stata effettuata il 16 agosto 2014