Itinerario nella provincia di Bologna

Bologna. Il Giudizio finale in San Girolamo alla Certosa

Le tappe dell’itinerario

La Certosa di Bologna, fondata nel 1334, è diventata dal 1801 sede del Cimitero monumentale della città. Al suo interno la chiesa di San Girolamo è una galleria della pittura bolognese del Cinquecento e del Seicento. Oltre alle opere dei Carracci spicca il ciclo cristologico realizzato a metà del Seicento da numerosi artisti. Il ciclo comprende le scene della natività, della cacciata dei mercanti dal tempio, della pesca miracolosa, della cena in casa del fariseo, del battesimo di Gesù, del Cristo che appare alla madre assieme ai santi padri liberati dal Limbo, dell’Ingresso di Cristo in Gerusalemme, della resurrezione di Cristo. Chiude la serie il Giudizio Universale dipinto da Domenico Maria Canuti nel 1658.


La tela del Giudizio mette in mostra una scena movimentata che rispetta la tradizionale ripartizione verticale degli eventi del cielo e della terra e quella orizzontale dei beati e dei dannati, ma fonde il tutto in un vortice unitario di stile tipicamente barocco. Il Cristo siede sulle nuvole e solleva il braccio destro nel gesto del giudizio, mentre la mano sinistra poggia sul globo a significare la sua signoria sul creato. La lunga tunica bianca e l’ampio mantello azzurro sottolineano il biondo dei suoi capelli. Al suo fianco stanno gli intercessori: la madre Maria indossa abiti in tutto simili a quelli del Figlio e invoca la sua misericordia mostrandogli la folla dei risorti; Giovanni Battista ha la pelle abbronzata dal sole del deserto e indossa una pelle di cammello. Ai piedi di Gesù si collocano Girolamo e i profeti che hanno annunciato il giudizio nei loro scritti. Sugli spalti celesti si distende il gruppo dei beati, con molte sante in evidenza. A mezz’aria si consumano duelli aerei tra gli angeli e i diavoli per il possesso delle anime; un angelo minaccia con la spada di folgore il diavolo che vuol portargli via, tirandolo per il vestito, un risorto aggrappato disperatamente alle sue gambe; un altro duello si consuma in un corpo a corpo tra l’angelo che abbraccia il risorto e impugna la lancia per liberarsi del diavolo che vuole sottrarglielo. In basso è raffigurata la risurrezione dei corpi. Tre personaggi sono in particolare evidenza: il primo mostra eccitato ai suoi compagni gli avvenimenti che si svolgono in cielo; il secondo guarda verso l’alto proteggendosi gli occhi dal riverbero della luce sfolgorante; il terzo è una donna bellissima che in ginocchio ringrazia il Signore con un gesto di tenerezza materna. Lo spazio aperto dell’Inferno è popolato di serpenti e altri animali mostruosi che accolgono la caduta dei dannati. Al centro dell’Inferno il ricco Epulone si rivolge invano al cielo e chiede a Lazzaro una stilla d’acqua per rinfrescarsi le labbra riarse.

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