Itinerario nella provincia di Udine
Gemona. Le immagini dell’aldilà nel Duomo
Le tappe dell’itinerario
La città di Gemona è stata quasi completamente distrutta dal catastrofico terremoto che ha colpito il Friuli nel 1976. Nel quadro dei lavori di ricostruzione urbana è stato ripristinato anche il Duomo, grazie a complessi lavori di recupero statico (l’intero edificio risulta ora sorretto da una grande ossatura d’acciaio, completamente nascosta), anche se le colonne mantengono l’inclinazione accentuata dal terremoto. Possiamo così ammirare ancora questo tempio che rimane il migliore esempio d’architettura gotica in Friuli.
La facciata ospita due immagini interessanti per la comprensione dell’immaginario medievale sull’Aldilà. La lunetta sopra al portale d’ingresso descrive una scena sintetica ma completa del Giudizio universale. Vi vediamo il Cristo giudice, col nimbo crociato, seduto sul cuscino di un trono regale. Egli mostra ai risorgenti i fori dei chiodi sulle mani e sui piedi, mentre il mantello che indossa lascia scoperta la ferita sul costato. Il senso del suo sacrificio è rafforzato dall’esposizione degli strumenti della passione: la croce, la corona di spine, i tre chiodi, la canna con la spugna dell’aceto, la lancia di Longino. In ginocchio ai lati di Gesù sono i due intercessori, la madre Maria e il Battista, che implorano la clemenza del giudice. Da notare come lo scultore ha reso il mantello di peli di cammello di Giovanni Battista. In basso, due comparti sintetizzano la scena della risurrezione dei morti e la separazione degli eletti dai dannati. Nel sarcofago di sinistra vediamo i risorgenti ancora avvolti nei loro sudari che si volgono verso il Cristo con le mani giunte nella preghiera di ringraziamento. Nel sarcofago di destra sono i dannati che, respinti, allontanano il loro mesto sguardo dal Cristo e lo rivolgono verso l’inferno.
La seconda immagine scolpita si trova a fianco della statua di San Cristoforo e rappresenta il Giudizio individuale. L’arcangelo Michele pesa un’anima sulla bilancia a doppio piatto e con la lancia tiene a bada un grottesco diavolo a forma di rospo che tenta di falsare l’esito del giudizio appendendosi al piatto dei peccati.
All’interno è esposta un’ancona lignea intagliata nel 1391 da Andrea Moranzone. Gravemente danneggiata da un incendio, essa era composta in origine da 33 bassorilievi (tre sono perduti). L’ultima formella chiude la storia della Salvezza con la rappresentazione del Giudizio universale. In alto al centro è l’ovale della mandorla con il Cristo giudice. Due linee oblique definiscono la predella dei troni sui quali siede il tribunale celeste dei dodici apostoli. Due angeli suonano le trombe del giudizio. Dai piedi del Cristo scaturisce un fiume di fuoco che va ad alimentare l’Inferno, dove i demoni danno la caccia ai dannati. Sul lato opposto è la scena della risurrezione dei morti e della gloria dei beati.
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