Itinerario nella provincia di Macerata

San Martino di Serravalle di Chienti. Il Giudizio finale della Madonna del Sasso

Le tappe dell’itinerario


San Martino è una frazione di Serravalle di Chienti, sul confine con l’Umbria, martoriata dal terremoto del 1997. La si raggiunge da Colfiorito con una strada lunga otto km. La chiesa nuova ospita un affresco del Giudizio universale della fine del Quattrocento che proviene dal santuario della Madonna del Sasso, un eremo prossimo al paese.


La visione del giudizio si articola su tre fasce geometriche, con il Giudice e i cori degli angeli in alto, il Paradiso al centro e l’Inferno in basso. Il Cristo ritorna in volo sulla terra, sullo sfondo di un cielo solare e luminoso, sostenuto da una mandorla di angeli dalle splendide acconciature. I suoi piedi poggiano sulle ali di un cherubino e il mantello lascia bene in vista la ferita sul costato. L’esibizione dei fori dei chiodi sulle mani e sui piedi è un messaggio chiaro rivolto ai risorti, salvati grazie al suo estremo sacrificio, ma anche liberi di rompere la nuova alleanza. La doppia sentenza di beatitudine e di perdizione è affidata ai cartigli e all’esecuzione dell’arcangelo Michele. Ai lati del giudice si collocano gli intercessori: la madre Maria e Giovanni il Battista. Una lunga teoria di angeli assolve alle funzioni loro dedicate: mostrare gli strumenti della passione, suonare le trombe del giudizio per la risurrezione universale, lodare e cantare la lode di Dio.

Al centro della seconda fascia è la porta chiusa del Paradiso che l’apostolo Pietro riapre con le chiavi del regno dei cieli. In Paradiso vediamo Paolo con la spada del martirio e gli apostoli, con i loro attributi, seduti sui troni, con gli angeli alle spalle. Alle porte del Paradiso si accalca il corteo dei beati. I primi due personaggi accolti da Pietro sono Adamo ed Eva. Dietro i progenitori vengono le gerarchie ecclesiali: un papa col triregno, un cardinale con la sua berretta, un vescovo con la mitria, un abate col cappuccio. Ma il folto gruppo alle loro spalle, oranti in piedi o genuflesse, è un magnifico defilé di moda quattrocentesca, espressione di tutti i ceti e le condizioni di vita, laici e religiosi, nobili e popolani.

La parte inferiore dell’affresco mostra larghe cadute di pellicola dipinta, ma consente ancora di identificarvi le pene dei dannati. Al centro dell’Inferno siede Lucifero, in una posizione che è gerarchicamente e simmetricamente sottostante a Cristo e a Pietro. Ovviamente privo della corte degli angeli, Lucifero è tuttavia attorniato da servizievoli diavoli che gli portano i dannati. Schiaccia i superbi e punisce gli altri vizi capitali (le scritte identificano l’accidia e l’ira). L’Inferno è rappresentato con la tradizionale caverna fiammeggiante, dove i diavoli scaricano le anime dei malvagi.



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