Un’altura boscosa fa da sentinella naturale della foce del fiume Sangro. É la “Lecceta di Torino di Sangro”, relitto degli antichi boschi spontanei che un tempo scendevano fin sulla riva del mar Adriatico. Essa si estende ad angolo retto tra la costa e l’ultimo tratto della riva destra del Sangro, in prossimità della foce. La riserva naturale, estesa dal livello del mare fino ai 115 m di quota del colle, forma un unicum ambientale con la vegetazione ripariale del fiume. Il leccio è l’albero dominante, ma non mancano roverelle, ornielli e cerri. Il sottobosco è ammantato da densi tappeti di edera. Qui si incontrano gli uccelli acquatici che frequentano la foce del Sangro e i loro colleghi che preferiscono trovare rifugio nella folta vegetazione d’altura, sia durante il periodo riproduttivo che nei periodi di passo. La cima del colle ospita in uno dei più suggestivi cimiteri-giardino in Italia le tombe dei caduti del Commonwealth nella battaglia del Sangro.

La strada per il Sangro River War Cemetery inizia al km 491,8 della strada statale “Adriatica”, appena a sud del ponte sulla foce del Sangro. Due chilometri su fondo in cemento conducono al parcheggio del cimitero, su un colle a ridosso del mare.

Conviene affacciarsi subito sul balcone naturale a picco sulla valle (assenza di protezioni: attenzione!). Si osserva al di là del fiume la linea regolare dei colli, nota come il “ciglione” del Sangro, che costituiva l’ultimo tratto della linea Gustav e la larga striscia pianeggiante del fondovalle che si alza ripidamente verso le colline frentane. A sinistra il paesaggio è dominato dal massiccio della Maiella.

Entriamo ora nel cimitero di guerra. Vi riposano i caduti della battaglia sul fiume Sangro, avvenuta nel novembre 1943, tra i granatieri tedeschi e le truppe britanniche, integrate da neozelandesi e indiani. Le lapidi di marmo bianco sono disposte a semicerchio lungo il pendio, come un anfiteatro. Dall’ingresso un sentiero lastricato e fiorito conduce alla “croce del sacrificio” e scende poi alla “pietra del ricordo”. Ospita 2617 tombe dei militari del Commonwealth: britannici, canadesi, australiani, neozelandesi, sudafricani, indiani e pakistani. Un’iscrizione del memoriale ricorda i nomi di altri 517 soldati indiani, caduti nella battaglia, i cui resti furono cremati. Un percorso tra le tombe scopre le frasi toccanti dedicate ai giovani caduti. Una per tutte: Albert, sleep gently here, the Lord watch over these, you are never forgotten. Mum. (“Alberto, dormi sereno qui, il Signore vegli su di te, tu non sarai mai dimenticato. Mamma”).

Usciti dal cimitero ci dirigiamo verso l’imbocco della riserva, segnalato da un cartello informativo e dalla freccia del “percorso natura”. Il sentiero segue per un tratto il bordo della valle e inizia poi la discesa verso il fondovalle, aiutata da 126 gradini in legno. Al termine c’è una panchina. Un breve tratto pianeggiante di strada sterrata conduce a un cartello in legno. Una scarpata scende all’area pic nic e al Centro visite della Riserva: qui è possibile ottenere opuscoli e organizzare visite guidate (per informazioni: tel. 0873 913121; sito web: www.leccetatorinodisangro.it).

Risalita la scarpata lungo la staccionata in legno, si riprende il “sentiero natura” seguendo fedelmente i frequenti cartelli e trascurando le deviazioni sulla sinistra (che conducono comunque ai diversi accessi alla Riserva sulla strada di fondovalle). Si procede ora piacevolmente in piano tra i lecci, in una galleria verde, ombrosa e fresca, osservando il ricco sottobosco. Alcune targhe segnalano le piante più comuni: l’asparago, il pungitopo, lo “stracciabrache”, il lentisco). Più avanti, al culmine di una breve salita e di una marcata curva della sterrata, si trova una nuova panchina in legno. Un sentierino nel bosco conduce a un bel punto panoramico: lo sguardo abbraccia l’ultimo tratto della valle, il colle con l’abbazia di San Giovanni in Venere, la costa e il nuovo porto turistico. Tornati alla panchina, si segue ancora la sterrata che conduce alla sbarra d’accesso alla Riserva sulla strada per il cimitero britannico. Qui ha termine il “percorso natura”: nel percorrerlo avremo impiegato circa 35 minuti; qualche minuto in più sarà necessario per risalire al parcheggio sul colle.

Ai camminatori attratti da percorsi più lunghi un cartello al di là della strada indica il “percorso escursionistico” parallelo alla costa, che conduce nei pressi della Masseria Iezzi. Questo percorso, poco faticoso e recentemente ripulito, consente di farsi un’idea completa dell’ambiente della Riserva naturale e richiede circa un’ora di cammino tra andata e ritorno.

Itinerario

Indice passeggiate

Il cimitero di guerra e la lecceta alla foce del Sangro

La Valle del Sangro - 1943-44: lo sfondamento della Linea Gustav

I sentieri dei trabocchi

Campi di battaglia

Sentieri di guerra e di pace in Abruzzo

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