Itinerario in Calabria
Cerchiara. Il santuario della Madonna delle Armi. Il giudice e l’avvocata dei peccatori
Le tappe dell’itinerario
Il Santuario di Santa Maria tòn armòn - la Madonna delle Grotte o delle Armi – domina il golfo di Sibari dall’alto dei suoi mille metri di quota. Vi si sale da Cerchiara, nella Calabria jonica, con una tortuosa strada di 12 km. Il complesso è in parte scavato in parte nella roccia sui resti di un antico sito monastico bizantino e custodisce una miracolosa immagine nera della Madonna, conservata in una teca d’argento.
Il nostro interesse è qui motivato da un’ampia immagine del Giudizio universale che Joseph de Rosa di Castrovillari ha dipinto nel 1715 sulla volta che sovrasta l’altare. La visione del giudizio finale è tradizionale e non particolarmente innovativa. Il Cristo giudice siede sull’arcobaleno della nuova alleanza, a torso nudo e con le piaghe della passione in evidenza. L’artista dà un grande rilievo alla presenza degli angeli e affida alle creature celesti numerose funzioni: un angelo suona l’arpa e simboleggia i cori paradisiaci di musica celestiale; altri angeli esibiscono la croce, la colonna della flagellazione e i tre chiodi, le arma Christi; due angeli suonano le trombe del risveglio universale dell’umanità; angeli soccorrevoli aiutano i risorgenti a uscire dai sepolcri e ad avviarsi verso il Cielo; ancora un angelo espone su un cartiglio le parole di Gesù dedicate ai beati: Venite benedicti Patris mei… Altrettanto evidente è la presenza degli apostoli che compongono il tribunale celeste, con San Pietro che custodisce le chiavi che aprono il Regno. Fittissima, esclusiva fino a diventare imbarazzante, è la presenza dei religiosi e delle gerarchie ecclesiastiche in Paradiso. Un vescovo con la mitria in capo spunta addirittura a fianco di Gesù.
Il particolare più interessante del dipinto è allora il rilievo dato agli intercessori. Giovanni il Battista è raffigurato in ginocchio con le braccia incrociate sul petto nel gesto dell’orazione: con l’indice della mano destra indica al giudice i risorgenti e prega per la loro salvezza. All’altro lato del Giudice, in posizione gerarchicamente di maggiore rilievo, compare la Madonna, titolare del Santuario. Il gesto d’intercessione di lei è ancora più esplicito e pressante: la sua supplica per i risorti è giustificata dal suo essere la madre del giudice, quella madre che ha sofferto sotto la croce e ha composto pietosamente il corpo del Figlio e ora ne accompagna il suo ritorno trionfale. A queste preghiere d’intercessione, a queste richieste di grazia espresse dall’Advocata nostra, il Cristo parusiaco sembra dare ascolto: la sua gestualità non è quella vendicativa e irata della condanna ma quella grandiosa della misericordia.
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