Itinerario nella provincia di Grosseto
Grosseto. La tavola del Giudizio finale nel Museo diocesano
Le tappe dell’itinerario
Il Museo diocesano di arte sacra, allestito congiuntamente al Museo d’archeologia e d’arte della Maremma, conserva una tavola del Giudizio finale, attribuita a Guido da Siena e alla sua scuola, proveniente dalla chiesa di San Giovanni Battista o della Confraternita della Misericordia, datata al 1280 circa.
La parte superiore della tavola mostra la grande figura del Cristo. Sceso dall’alto dei cieli attraverso il varco ovale della mandorla, il giudice siede sull’arcobaleno della nuova alleanza e poggia i piedi sulla sfera terrestre in segno di signoria sul creato. Ha il volto aureolato, è rivestito di un ampio mantello ed esibisce le cinque piaghe sanguinanti. Sulla verticale di Gesù è raffigurata l’ostensione degli strumenti della passione: la grande croce sorretta da due angeli, i chiodi infissi nel legno, il flagello appeso alla croce, la brocca dell’acqua della lavanda delle mani di Pilato, la secchia dell’aceto, la canna con la spugna imbevuta d’aceto, la lancia di Longino. Fanno corona al Cristo quattro angeli tubicini, rivestiti di lunghe tuniche e di stole ricamate, che suonano le trombe del giudizio per chiamare i morti al risveglio. Sul fondo oro della tavola è scritto l’invito angelico alla risurrezione universale: surgite mortui, venite ad iudicium.
La parte inferiore della tavola è divisa in due sezioni, dedicate rispettivamente ai beati e ai dannati.
Quella di sinistra mostra – procedendo dal basso in alto – tre scene in successione: i morti si risvegliano, sollevano i coperchi dei loro sarcofaghi e escono dai loro sepolcri; nel paesaggio roccioso della valle di Giosafat i beati, in corteo, iniziano la loro ascesa (si riconoscono un vescovo, un religioso, una monaca e un gruppo di laici); il corteo dei beati, preceduto da San Francesco, sale la scala santa del paradiso ed è accolto da San Pietro che con le chiavi apre loro la porta del Regno dei Cieli (sono visibili le architetture urbane della Gerusalemme celeste).
La sezione di destra si apre con una nuova scena della risurrezione dei morti. Anche qui i risorti, emersi dai loro sarcofaghi, escono allo scoperto ma apprendono con terrore la notizia della loro dannazione. Precipitano quindi a capofitto tra le fiamme di un tetro Inferno, popolato di demoni. Ad accoglierli è la figura mostruosa di Lucifero, seduto su un drago infernale. I due serpenti che gli fuoriescono dalle orecchie si avventano a mordere i dannati in caduta libera.
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