Itinerario nella provincia di Aosta

Saint-Vincent. Il suono dell’organo nel Paradiso di Tromen

Saint-Vincent è certamente una delle località valdostane più celebrate dal turismo internazionale, grazie alla sua Casa da gioco, il Casino de la Vallée, alle sue Terme, la Fons Salutis, alla qualità dei suoi alberghi e degli impianti sportivi. Pure conserva però qualche reliquia di un passato meno scintillante dei suoi negozi di griffes, che riesce a ricordarci quando i suoi abitanti preferivano affidarsi alla protezione divina piuttosto che agli ingegneri civili per prevenire disastri e minacce della natura. È il caso della Cappella di Tromen, dedicata a Nostra Signora delle Nevi. La chiesetta sorge a fianco del torrente Grand-Valey, un corso d’acqua che scende dal monte Zerbion e dalla portata irregolare, soggetto quindi a periodi di secca e a piene impetuose. Nel Cinquecento i saint-vincentins edificarono la cappella per impetrare protezione contro le piene rovinose, dedicandola prima a San Michele e poi, con la ristrutturazione settecentesca, alla Madonna della Neve.

La facciata è decorata da un affresco che descrive le scene del Giudizio finale e dell’ascesa delle anime al Paradiso. Per descrivere le gioie del Cielo l’ignoto pittore ha pensato che nulla sia più paradisiaco di un concerto musicale di voci d’angelo.  E ha così collocato sulle nuvole un coro di angeli, un’intera orchestra di voci accompagnata dalla melodia di un grande organo a canne e di un violoncello. Ascoltano la musica il giudice Gesù e, al suo fianco, la Madonna delle Nevi cui la cappella è dedicata. Insieme alla melodia musicale, concorre a temperare l’ira del giudice la preghiera dei due intercessori in ginocchio, la madre Maria e Giovanni il Battista.

Alle spalle di Maria siede la corte dei beati, tra i quali spiccano i patriarchi biblici, come Mosè con le tavole della legge, i profeti che ci hanno scritto le loro visioni del giudizio finale, le gerarchie della chiesa. E anche la comunità committente dell’affresco, impersonata dall’ignoto donatore, ha voluto presenziare all’ultimo evento, chiedendo salvezza. Dal basso, con il loro frullar d’ali, gli angeli accompagnano in cielo i risorti che hanno meritato l’eterna beatitudine.

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