Itinerario nella provincia di Cremona

Cremona. Il Giudizio nella Cupola di San Pietro al Po

Le tappe dell’itinerario

La chiesa di San Pietro ha una storia ormai millenaria. Fu infatti eretta nel 1064 sull'antica sponda cremonese del fiume Po dai monaci Benedettini che si erano insediati su quell’area per bonificarla e renderla salubre. Nel 1439 subentrarono i Canonici Lateranensi che provvidero a ristrutturare la primitiva chiesa romanica. Ma fu nel 1573, con l'intervento dell'architetto Francesco Dattaro, che la chiesa assunse l'aspetto attuale, con la fastosa decorazione che la caratterizza. Ci concentriamo sul bel Giudizio universale degli inizi del Seicento che riveste la cupola e che è tradizionalmente attribuito al pittore centese Orazio Lamberti.


Il registro circolare sulla sommità della cupola descrive gli eventi dell’ultimo giorno che si manifestano in cielo: l’avvento del Cristo giudice, l’intercessione, l’ostensione degli strumenti della passione, il tribunale celeste, la comunione dei Santi. Segue l’ampia massa nuvolosa intermedia che separa il Cielo dalla Terra. Il registro circolare alla base della cupola descrive gli effetti dell’ultimo Giudizio sulla terra: gli angeli tubicini, la risurrezione dei morti, l’ascensione dei beati, la caccia dei diavoli ai dannati, l’ingresso all’Inferno.

La figura di Gesù seduto sulle nuvole risalta al centro dell’affresco grazie all’alone luminosissimo che la circonda. Il braccio destro, levato in alto, ritrae l’attimo in cui il giudice scaglia la sua sentenza e mette in moto gli eventi successivi. Ai piedi del giudice sono le due figure degli intercessori, Maria, la madre di Gesù (con il velo) e Giovanni Battista (con la croce astile e l’abito di pelo di cammello) che invocano la misericordia del giudice. Dietro gli intercessori siede il tribunale celeste formato dal consesso degli apostoli: il primo, quello che affianca Maria, è Pietro, l’apostolo cui la chiesa è dedicata; a fianco del Battista siede invece Paolo, con la sua caratteristica barbett nera e appuntita. A fare corona al giudice sono anche gli angeli che mostrano ai risorti gli strumenti della passione di Gesù, come la croce, la colonna della flagellazione, la scala e la corona di spine. Segue la folla dei martiri (San Lorenzo con la sua graticola è in particolare evidenza), dei patriarchi (Mosè con le tavole della legge), dei dottori della chiesa (Sant’Ambrogio o Sant’Agostino, con la mitria e il pastorale); emoziona l’irruzione nello spazio celeste dei nuovi beati che indossano la veste bianca.

La scena sotto il Cristo giudice ritrae l’arcangelo Gabriele, con la bilancia del giudizio in mano, gli angeli tubicini fanno squillare le loro trombe, i morti che si risvegliano e si sollevano dalle loro tombe, gli angeli che aprono i libri del bene e del male. I risorti si dividono in due gruppi. I beati sono raggiunti dagli angeli e con l’aiuto delle creature celesti iniziano l’ascesa verso il cielo. Sul fronte opposto si radunano i dannati che diventano oggetto di una spietata e selvaggia caccia da parte dei diavoli. Sul retro si apre la voragine fiammeggiante dell’Inferno, nella quale i dannati sono precipitati.

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