Itinerario nella provincia di Cremona

Cremona. L’incontro dei tre vivi con i tre morti nella chiesa di San Luca

Le tappe dell’itinerario

La chiesa di S. Luca a Cremona presenta al visitatore la facciata a capanna, arricchita da un elegante protiro antistante il portale d'ingresso costruito nel 1415, affiancata da un tempietto ottagonale dedicato al Cristo risorto, realizzato in stile rinascimentale da Bernardino de Lera nel 1503. All’interno, della decorazione quattrocentesca rimangono i dipinti della sacrestia: nella prima stanza sono affrescati sulla volta i quattro evangelisti, nella seconda la leggenda dei tre vivi e dei tre morti sulla parete laterale. Gli affreschi furono realizzati in stile tardo gotico forse da Antonio de Ferrara, nel 1419. Furono poi ricoperti d’intonaco e riportati alla luce soltanto nel 1905 per iniziativa dei Padri Barnabiti che officiano la chiesa.


La predicazione morale ha fatto spesso leva sulla paura della morte per sollecitare cambiamenti di vita e comportamenti eticamente virtuosi. E la descrizione dell’incontro di tre vivi con tre morti che vediamo qui a Cremona è un’originale forma di predicazione ‘per immagini’. Il contesto è una battuta di caccia in un fitto bosco, segnalato dagli alberi dipinti sul lato sinistro. I cacciatori – personalità di alto lignaggio - sono a cavallo e sono dotati di cani per la battuta, di un agile ghepardo e di un falcone per la cattura; un servo segue la cavalcata portando appesa una lepre, frutto della battuta. L’incontro allegorico avviene in una radura, nei pressi di un eremo. Il gruppo dei cavalieri s’arresta di fronte a un ostacolo imprevisto. Un ampio sepolcro di marmo scoperchiato mostra al suo interno tre cadaveri: il primo è morto di recente, il secondo è mummificato e il terzo è ormai uno scheletro. La reazione dei cavalieri è di sorpresa e di ribrezzo, reazione imitata dagli stessi cavalli. Sulla scena interviene un monaco, uscito dall’eremo, che spiega il significato dell’incontro. Le sue parole sono affidate a due cartigli, oggi illeggibili. Sulla base di exempla analoghi, si può comunque ipotizzare che le scritte riportino un memento mori (ricordati che devi morire) o espressioni del tipo: “eravamo quel che voi siete, siamo quel che voi sarete”.

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