Itinerario in Molise

La battaglia tra gli angeli nel cielo di Agnone

Le tappe dell’itinerario

Agnone è una delle città più interessanti del Molise, apprezzata dai visitatori per la combinazione dei moderni servizi turistici con il fascino delle antichità sannitiche e medievali. La sua icona più famosa è una fabbrica di campane che risale al Mille e che è probabilmente la più antica del mondo.

Entrati nella chiesa di San Francesco solleviamo in alto lo sguardo verso la volta della navata. Ai nostri occhi si offre una scena molto articolata che si sviluppa tra il cielo e la terra. Nel più alto dei cieli la scena è in realtà serena; è al di sotto del trono di Dio che i cieli sono sconvolti da un combattimento tra angeli guerrieri che si conclude con la sconfitta dell’alfiere degli angeli ribelli e la rovina di questi ultimi sulle mura della città infernale. Anche i colori mutano: dal celeste e oro che dominano nell’empireo, la colorazione s’incupisce progressivamente fino fino ad assumere i toni del rosso scuro delle fiamme e del nero delle tenebre infernali. Dio Padre è assiso sul suo trono tra le nuvole. Riceve l’omaggio dell’angelo incensiere davanti all’altare del sacrificio. Al suo fianco un angelo ostende la croce, simbolo della passione del Figlio. Al suo ordine un angelo sguaina la spada e si lancia in volo per raggiungere la schiera degli altri spiriti armati. Nella parte centrale del dipinto si consuma il dramma fratricida del combattimento tra gli angeli fedeli e gli spiriti ribelli. Due angeli brandiscono insieme una lunga lancia acuminata e si scagliano contro i loro colleghi che il peccato di superbia sta trasformando in demoni dalle ali di pipistrello. L’arcangelo Michele veste un’elegante divisa militare con tunica e corazza e usa un’arma ben più potente di quelle usate dalle milizie del suo esercito celeste, un crocifisso acuminato che esplicita la metafora del giudizio universale e della condanna dei reprobi. A terra, tra le rocce fiammeggianti, giace abbattuto sulla schiena l’angelo superbo Lucifero. Ha ancora in mano lo scettro della sua trascorsa dignità ed esibisce il corpo nudo dotato di una straordinaria muscolatura scolpita. Intorno a lui giacciono ormai sconfitti i suoi diabolici compagni.

Del dipinto del 1771 è autore il pittore molisano Paolo Gamba. Il soggetto declina un tema molto in voga nel Settecento: il combattimento tra gli angeli fedeli e gli angeli ribelli a Dio e la sfida diretta tra l’arcangelo guerriero Michele e l’angelo maligno Lucifero. Un soggetto, questo, tratto di peso dal capitolo 12 dell’Apocalisse, ma che viene ricordato anche in altri libri della Bibbia. Nella sua seconda lettera Pietro, ad esempio, affronta la situazione drammatica delle comunità cristiane dell'Asia Minore, dove si erano diffuse cattive dottrine che deridevano quanti attendevano la seconda venuta del Signore. Pietro ammonisce quelle comunità e nel ricordare la prospettiva escatologica dei cristiani, non esita a richiamare la tragica fine degli angeli superbi: «Ci sono stati anche falsi profeti tra il popolo, come pure ci saranno in mezzo a voi falsi maestri, i quali introdurranno fazioni che portano alla rovina, rinnegando il Signore che li ha riscattati. Attirando su se stessi una rapida rovina, molti seguiranno la loro condotta immorale e per colpa loro la via della verità sarà coperta di disprezzo. Nella loro cupidigia vi sfrutteranno con parole false; ma per loro la condanna è in atto ormai da tempo e la loro rovina non si fa attendere. Dio infatti non risparmiò gli angeli che avevano peccato, ma li precipitò in abissi tenebrosi, tenendoli prigionieri per il giudizio».

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