Itinerario nella provincia di Cuneo
Manta. Il Giudizio finale di Santa Maria del Monastero
Le tappe dell’itinerario
La maggiore attrazione di Manta è certamente il suo castello, oggi bene del Fai, che custodisce nelle sue sale gli straordinari affreschi della Fontana della Giovinezza, dei Prodi e delle Eroine. Dopo aver visitato questi capolavori del gotico internazionale conviene però raggiungere anche la chiesa di Santa Maria del Monastero, di proprietà comunale, primo luogo di culto di Manta e uno dei più antichi monumenti cristiani del Piemonte. L’interno è quello classico della basilica romanica a tre navate, separate da pilastri e chiuse da absidi semicircolari. Gli affreschi risalgono al Quattrocento saluzzese e descrivono popolari figure di santi (San Nicola, San Leone Papa, San Biagio, San Giacomo, San Benedetto, San Bernardino, San Sebastiano), le scene dell’annunciazione, della deposizione, della Trinità, e infine la visione del Giudizio finale.
L’affresco del Giudizio Universale è il più vasto tra quelli presenti nella chiesa ma ha subito una rilevante mutilazione che lo priva della descrizione dell’inferno. Restano tuttavia visibili le altre scene. La seconda parusia del Signore è l’elemento di maggiore spicco. Il secondo avvento di Cristo è descritto in modo tradizionale e comparabile ad altre similari raffigurazioni del tema, ma con due originalità che valgono a differenziarlo. La prima è il doppio lavoro svolto dai due angeli centrali, che con una mano sostengono la mandorla e con l’altra soffiano nelle lunghe trombe che svegliano i morti per chiamarli al giudizio. La seconda originalità è la lunga spada sguainata che Gesù stringe nella mano destra. L’immagine della spada è tratta di peso dal primo libro dell’Apocalisse: «dalla sua bocca usciva una spada appuntita a doppio taglio». Essa simbolizza la giustizia. Il doppio taglio simbolizza la separazione degli eletti dai dannati. La sentenza che divide l’umanità risorta nei due gruppi dei buoni e dei cattivi è rafforzata dallo sguardo irato del giudice, dal suo indice minacciosamente levato e dai cartigli che riproducono la sentenza di salvezza («Venite benedicti…») e di condanna («Ite maledicti…»). Gli altri particolari sono descritti come d’abitudine. Cristo giudice sfonda i cieli luminosi di luce dorata, si apre un varco nella mandorla sostenuta da sei angeli e viene a sedersi sull’iride, l’arcobaleno simbolo della nuova alleanza con l’umanità. La sua figura è avvolta in un ampio mantello rosso e mostra sulla testa il nimbo crociato. Bene in vista sono anche i fori dei chiodi sui piedi e sulle mani e la ferita sul costato. L’apparizione del giudice ha per corollario il volo di quattro angeli che esibiscono ai risorgenti gli strumenti della passione di Gesù: la corona di spine, la canna con la spugna (o la lancia di Longino), i tre chiodi e la grande croce. Ai lati del giudice sono le due figure tradizionali degli avvocati difensori, che intercedono affinchè Gesù nell’esercizio della giustizia non dimentichi la misericordia. E qui si presenta un’altra originalità. Maria, la madre di Gesù, scende dal trono che le è attribuito in cielo dopo la sua assunzione e incoronazione, e si pone umilmente in ginocchio davanti al figlio nel gesto della preghiera di intercessione a mani giunte. L’altro intercessore è Giovanni Battista con i capelli in disordine e l’abbigliamento selvaggio tipico della permanenza nel deserto.
Nella zona inferiore si vede la scena della risurrezione dei morti, con due corpi che si risvegliano dai loro sepolcri, guardano sorpresi gli avvenimenti che accadono in cielo e attendono in preghiera la sentenza relativa alla loro destinazione eterna.
A sinistra si trova la raffigurazione del Paradiso. Con qualche eco della descrizione apocalittica della Gerusalemme celeste, il Paradiso è descritto come un’alta torre quadrata, fornita di terrazzo (dov’è il trono di Maria), di eleganti bifore, di finestre e di una porta sorvegliata da San Pietro. Gli angeli accompagnano le anime dei salvati e le presentano all’apostolo. La scena dell’Inferno si è perduta. Restano le ali di pipistrello a suggerire la presenza di un diavolo.
Visioni dell’aldilà
Percorsi apocalittici in Italia
Home -> Visioni dell’aldilà -> Itinerari -> Piemonte -> Cuneo
>> Bastia Mondovì. L’Aldilà di San Fiorenzo
>> Boves. Il Giudizio della Madonna dei Boschi
>> Castelletto Stura. La Cappella di San Bernardo da Mentone
>> Celle di Macra. La Cappella di San Sebastiano
>> Chianale. Il Giudizio finale nella chiesa di Sant’Antonio
>> Manta. Il Giudizio finale di Santa Maria del Monastero
>> Mombarcaro. La cavalcata dei vizi
>> San Michele Mondovì. La Cappella della Madonna della Neve