Itinerario nella provincia di Novara

Biandrate. Il Giudizio finale di San Colombano

Le tappe dell’itinerario

Biandrate custodisce la memoria del monaco irlandese Colombano, un santo «europeo» ante litteram, che girò l’Europa fondando monasteri e morì in Italia a Bobbio. La parrocchiale di San Colombano a Biandrate sorge sui resti dell’antico monastero fondato dai monaci di Bobbio e conserva dell’originaria chiesa romanica una parte dell’atrio.

Qui è visibile un affresco del Giudizio universale che Giovanni De Campo dipinse nel 1444 e che poi replicò qualche anno più tardi nel tiburio del Battistero di Novara.

Al centro della visione è la grande immagine del Cristo giudice: la sua mano destra benedice gli eletti e regge il cartiglio con la sentenza favorevole del «venite benedicti…»; la sua mano sinistra ha l’indice puntato contro i dannati e regge il cartiglio con la sentenza sfavorevole «ite maledicti…». Gesù siede sull’arcobaleno della nuova alleanza, all’interno di una mandorla madreperlacea punteggiata di fiori. Indossa una preziosa tunica damascata con un  ampio mantello rosso e ha sul capo la corona di re dell’universo. Gli fanno corona i cori angelici, mentre due angeli tubicini suonano le lunghe trombe per risvegliare i morti e chiamarli alla risurrezione e al giudizio.

A sinistra vediamo il Paradiso affollato da quattro gruppi di beati. Nel primo gruppo compaiono la Madre di Gesù (che indossa una tunica simile a quella del Figlio e la corona di regina del cielo), San Colombano e Giovanni il Battista, nel ruolo degli intercessori. Il secondo gruppo comprende gli ecclesiastici (un Papa col triregno e le chiavi del successore di Pietro, quattro cardinali e un vescovo) e i religiosi dei diversi ordini. Il terzo gruppo è guidato da un re seguito da un nobile dal vistoso cappello (probabilmente il conte di Biandrate). Il quarto gruppo comprende il popolo indistinto dei beati.

A destra è la complessa visione dell’Inferno. Il suo ingresso è raffigurato come la bocca spalancata del drago apocalittico, il biblico Leviatano. Un diavolo vi riversa una gerla piena di dannati.  Al di sotto il pittore ha dipinto uno spaccato dell’inferno ctonio, inondato dal fiume di fuoco che scende dai piedi del giudice. I dannati vi precipitano provenendo dalla gola del mostro e vengono sottoposti alle diverse punizioni. Alcuni dannati sono appesi a testa in giù a una forca e sono squartati o sventrati dai diavoli. Ben leggibile è anche la caldaia dove i lussuriosi sono bolliti e scontano l’ardore della loro passione terrena.

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