Itinerario nella provincia di Verona
Verona. Un’immagine dell’Inferno nella Cappella Brenzoni
Le tappe dell’itinerario
La chiesa di San Fermo Maggiore è una delle maggiori attrazioni di Verona grazie alla sua architettura, alle opere d’arte che contiene e alla sua lunga storia, legata prima alla presenza dei benedettini e poi dei francescani. Nella chiesa superiore visitiamo la cappella Brenzoni, dove è stata spostata l’arca funebre di Barnaba Morano insieme con gli affreschi staccati che la incorniciavano. Possiamo vedere la scena dell’incontro dei tre vivi con i tre morti e due frammenti di un affresco del Giudizio universale dovuto probabilmente a Martino da Verona nel 1410-11.
Il frammento a sinistra della tomba raffigura le schiere ordinate degli eletti. In basso vediamo i giusti risorgere dalle loro tombe. Sopra di loro si schierano le donne sante e le vergini prudenti. Più in alto vediamo il gruppo dei religiosi dei diversi ordini, i dottori della chiesa, i santi fondatori di ordini (Francesco, Agostino, Benedetto, Domenico). La fila più alta è formata dai patriarchi biblici. Tra loro si riconoscono Abramo (con il figlio Isacco e il coltello del sacrificio), Mosè con le tavole della legge, Noè con l’arca e Abele con l’agnello.
L’affresco a destra della tomba raffigura il gruppo dei malvagi e la struttura dell’Inferno. I dannati apprendono dal giudice la sentenza a loro sfavorevole, restano interdetti e reagiscono con gesti di recriminazione e sconforto. Vi sono tra loro persone di tutte le condizioni, ma spiccano le corone dei re, le mitrie dei vescovi, i berretti dei cardinali, le parure delle matrone. I più rappresentati sono tuttavia i soldati degli eserciti invasori, il faraone con i persecutori del popolo ebreo e i turchi, incubo della cristianità. Un arcangelo guerriero tiene a bada la schiera guidata da Caino ed Erode mentre gli angeli punitori iniziano a spingere i dannati nei luoghi di punizione.
L’Inferno è raffigurato come uno scoglio roccioso, traforato da sette caverne. Al centro è Lucifero, un grande diavolo nero dotato di corna e ali da pterodattilo, seduto su una ciambella di grossi serpenti che ingoiano dannati e guardato a vista da due fedeli draghetti; il re dell’inferno è incatenato alle caviglie e defeca un superbo. Accostate alle ali di Lucifero vediamo le caverne dove sono puniti da un lato gli avari (il diavolo strappa loro le borse delle monete; un avaro steso su una tavola è ingozzato di oro fuso) e dall’altro gli accidiosi (i diavoli appollaiati sulle spalle dei pigri sonnolenti). Più in alto è la caverna dei lussuriosi (un corteo di donne scortate da un diavolo raggiunge i drudi già finiti tra le fiamme) affiancata a quella degli iracondi (qui i dannati litigano e si battono tra di loro). Le altre caverne dovrebbero ospitare i golosi (in alto), i superbi (sotto i piedi di Lucifero) e gli invidiosi.
Sotto l’arca funebre troviamo la scena moraleggiante dell’incontro dei vivi con i morti. Tre figure incoronate che vanno a caccia interrompono il loro svago e scendono da cavallo, colpiti dalla presenza sul sentiero di tre sepolcri affiancati. Affidano i cavalli e i cani da caccia a uno stalliere e ragionano sul significato dei tre cadaveri che hanno di fronte: il primo è morto di recente e veste ancora i suoi abiti sfarzosi; il secondo è in avanzato stato di mummificazione; il terzo è ormai ridotto a scheletro. Il cartiglio contiene la morale del contrasto tra la vanità dei beni terreni, la tentazione dell’immortalità, le gioie effimere della terra e la prefigurazione didascalica della sorte umana.
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