Itinerario nella provincia di Verona

Verona. Il Giudizio finale nella chiesa di Sant’Anastasia

Le tappe dell’itinerario

La chiesa di Sant’Anastasia sulla riva dell’Adige a Verona fu fondata dai Domenicani alla fine del Duecento, ma fu terminata solo alla fine del Quattrocento. Oggi colpisce il visitatore con il suo portale gotico a marmi policromi, con il maestoso interno a tre navate e con il famoso affresco di Pisanello che racconta la partenza di San Giorgio per andare a liberare la donzella dal drago, capolavoro del gotico internazionale. Tra le tante opere che arricchiscono la decorazione interna, ci concentriamo sul grande affresco del Giudizio universale, dipinto nel 1360 sulla parete destra del presbiterio.


La scena si sviluppa su due registri sovrapposti. In alto vediamo gli angeli tubicini che fanno squillare le loro trombe e che chiamano i morti a risorgere. La scena è dominata dall’apparizione del Cristo giudice, sceso dai cieli attraverso la mandorla iridata, e ora seduto sull’arcobaleno della nuova alleanza. Egli mostra le ferite dei chiodi sulle mani e sui piedi, la grande croce, sostenuta da un angelo che regge anche la lancia di Longino, la colonna della flagellazione, la mano che l’ha schiaffeggiato, i flagelli e la corona di spine. Gesù è fiancheggiato dalla madre Maria e da Giovanni Battista, gli intercessori inginocchiati in preghiera per impetrare la sua misericordia. I dodici apostoli sono seduti sui loro troni e formano così la corte di giustizia. Nel registro inferiore vediamo due processioni contrapposte che convergono di fronte al giudice: il corteo di sinistra è formato da dieci beati oranti che indossano la ‘veste candida’ della gloria; il corteo di destra, sorvegliato da un angelo con la spada sguainata, è formato da dieci dannati, vestiti dei colorati abiti trecenteschi, che esprimono nei gesti e nei volti l’amarezza della condanna e la remissione di fronte alla volontà del giudice. Il Paradiso e l’Inferno non sono fisicamente descritti ma sono personificati in un gruppo di angeli e di diavoli che presidiano i rispettivi territori di competenza.

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