Itinerario nella provincia di Teramo
L’aldilà dei Pretuzi
Le tappe dell’itinerario
Quattro chiese in provincia di Teramo custodiscono alcune scene del giudizio finale e immagini dell’aldilà che meritano di essere visitate. Due di queste chiese sono patrimonio artistico della città di Atri e altre due si trovano alle falde del Gran Sasso nella valle del fiume Mavone. Atri è una delle più attraenti cittadine abruzzesi per quel suo aspetto tutto medievale fatto di strade, chiese e palazzi distesi su un colle. E questo colle è piantato sul paesaggio straordinario dei calanchi, maestose architetture naturali originate dall’erosione del terreno argilloso e conosciute anche come “bolge” o “scrimoni”. Nel centro di Atri visitiamo la Cattedrale di Santa Maria Assunta e la chiesa di Santo Spirito. Ci spostiamo poi nella Valle Siciliana, seguendo il corso del fiume Mavone dominato dal Paretone e dalle cime della catena orientale del Gran Sasso. Qui facciamo tappa in due chiese romaniche che sorgono isolate sui colli, fuori dai centri urbani: La prima è San Giovanni ad Insulam nei dintorni di Isola del Gran Sasso e la seconda è Santa Maria di Ronzano nei dintorni di Castelcastagna. L’itinerario si chiude con il testo letterario trecentesco di Jacobus de Theramo dedicato al giudizio universale.
Atri: la cattedrale di Santa Maria Assunta
Il Duomo di Atri è uno dei più famosi dell’Abruzzo. Il suo campanile, il ciclo di affreschi rinascimentali di Andrea De Litio, il chiostro e la cisterna romana, il museo capitolare sono le principali attrazioni di questo monumento nazionale. Questa basilica, concattedrale della diocesi di Teramo, custodisce anche numerose immagini dell’aldilà interessanti per la nostra ricerca. Ne proponiamo cinque.
La prima immagine è sulla controfacciata, all’interno del ciclo delle storie di Cristo, dipinte nel 1340. Il ciclo comprende l’annunciazione, Maria lactans, l’orto del Getsemani e la crocifissione. La scena finale è una Deesis, con Gesù nella mandorla, gli intercessori e due santi. Gesù appare nello squarcio del cielo seduto sull’arcobaleno. Pronuncia la sentenza di assoluzione e di condanna con il semplice gesto delle mani: la destra è aperta ad accogliere i beati e la sinistra respinge i dannati. A testimoniare le sofferenze sopportate da Gesù per la salvezza dell’umanità è l’ostensione delle piaghe del suo corpo e il corredo degli strumenti della sua passione. Questo corredo è descritto minuziosamente e comprende una ventina di pezzi e di gesti. Inginocchiati ai lati del Giudice sono i due intercessori, la madre di Gesù e il precursore Giovanni Battista, entrambi in preghiera. Il significato intercessorio del dipinto è rafforzato dal gesto della santa che pone la sua mano sul capo del donatore orante intercedendo così per la sua salvezza.
La seconda immagine s'incontra all’inizio della navata di sinistra e raffigura la Liberazione delle anime dal Purgatorio. È un dipinto seicentesco curioso e pieno di particolari originali. È diviso in tre fasce, dedicate rispettivamente al Cielo, alla terra e al mondo sotterraneo. Nel mondo ctonio la geografia del Purgatorio descrive due luoghi: il primo è quello della profonda caverna semicircolare dai tratti più infernali, cupa, riverberante di fiamme rossastre e popolata di anime ustionate che aspirano al cielo; il secondo è il bordo della caverna, dove le fiamme perdono vividezza e potenza e dove le anime ormai purificate iniziano l’ascesa verso l’empireo.
Sulla terra, tra le montagne che segnano l’orizzonte occidentale di Atri, compaiono quattro grandi santi intercessori. San Gregorio Magno indossa la tiara papale con i simboli dei tre regni e ascolta all’orecchio la colomba dello Spirito Santo che secondo la tradizione gli suggerisce i versi e le note del canto gregoriano. San Leonardo da Limoges, eremita e abate, porta in braccio la “Vita Santi Leonardi” e regge con la mano destra una catena, simbolo del suo patronato per i prigionieri. Gli altri due santi sono i popolarissimi San Carlo Borromeo e San Francesco d’Assisi.
Sopra le nubi si apre la scena del Cielo segnata dalla presenza della Trinità. L’anziano Dio Padre con il globo in mano, il giovane Gesù con la croce e i segni delle piaghe, la colomba dello Spirito Santo incoronano Maria Assunta regina del cielo e della terra.
I tre luoghi sono collegati tra loro. Due grandi àncore navali, con grande sprezzo delle leggi della fisica e della gravità, ma in adesione alla spiritualità del suffragio, sono buttate dalla terra verso il cielo e due angeli contribuiscono a tenerle salde sull’incerto sostegno gassoso delle nuvole. Dalle àncore scendono due lunghe cime, pezzi di corda con nodi che intendono favorire l’arrampicata. Tali corde, con l’aiuto dei santi intercessori, raggiungono il Purgatorio e favoriscono l’ascesa dei purgati verso il cielo. Anche il cordone del saio di San Francesco assolve il ruolo di ausilio ascensionale. Il collegamento tra terra e cielo è garantito anche da una scala, presa di peso dal sogno di Giacobbe, dove gli Angeli aiutano le animulae a salire nella gloria del Paradiso.
La terza immagine si trova sulla parete di fondo della navata sinistra, all'angolo con il coro. Risale al 1260 e rappresenta l'incontro dei tre vivi con i tre morti, tema caro all’arte medievale, al teatro e alla letteratura morale. Tre giovani aristocratici, dai lunghi abiti eleganti vestiti compiono un’escursione a cavallo nei boschi, forse per una battuta di caccia. Lasciate le cavalcature legate a un albero e affidate alle cure dei paggi, si addentrano nel folto lungo il sentiero dove fanno un incontro agghiacciante che li lascia sorpresi e atterriti: due cadaveri mummificati (con un terzo ancora nel sepolcro) si fanno loro incontro, irridenti e minacciosi, a ricordare che la nobiltà, la ricchezza e il potere sono ridicolizzati dalla morte improvvisa. L’ammonizione moraleggiante è trascritta in latino nel riquadro sovrastante, in una sorta di fumetto primitivo.
Una quarta immagine è il Purgatorio dipinto su una tela seicentesca conservata nell’antisacrestia dei Canonici. Il tema è quello del suffragio. Le preghiere di intercessione alla Madonna accelerano la liberazione delle anime dalle fiamme del purgatorio. Maria, con la corona sul capo e il figlio in braccio, si trova nel Cielo sopra le nubi in una corona di angeli che suonano melodie celestiali su strumenti a corda. Le preghiere di suffragio sono simbolizzate dagli scapolari che due angioletti distribuiscono ai sofferenti. Grazie ad esse le anime purganti sono aiutate dagli angeli psicopompi a sollevarsi dalle fiamme e a salire verso il cielo.
La quinta immagine è stata affrescata nel 1437 su un arco della cisterna romana sottostante la basilica. Il tema è sempre quello dell’intercessione di Maria presso il giovane Figlio. Gesù, dai lunghi capelli biondi ben acconciati, è seduto sull’iride, all’interno di una mandorla sostenuta dagli angeli e benedice la madre in ginocchio e uno stuolo di santi che gli fanno corona. In alto, Dio Padre assiste alla scena parusiaca, tra i due grandi astri, il sole e la luna, sullo sfondo di un cielo stellato.
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