Itinerario nella provincia di Genova
Genova. Il Giudizio finale nella chiesa del Gesù
Le tappe dell’itinerario
La chiesa del Gesù (e dei santi Ambrogio e Andrea) è adiacente alla centralissima Piazza De Ferrari, cuore di Genova, ma si apre sulla più discreta Piazza Matteotti. È il tempio dei Gesuiti, il monumento più rappresentativo della presenza della Compagnia di Gesù a Genova. L’architettura e la decorazione pittorica offrono una testimonianza rilevante dell’arte del Seicento.
Sulla volta della navata centrale, prossima alla controfacciata, si può osservare una raffigurazione del Giudizio finale dipinta da Giovanni Carlone nel 1624. La visione è suddivisa in due parti simmetriche, con una scena celeste che si sviluppa sopra la fascia nuvolosa e una scena terrestre ai piedi di una fascia di rocce. I protagonisti degli eventi celesti e terrestri si guardano reciprocamente. Sembra di osservare la platea e la galleria di una grande scena teatrale che improvvisamente si anima e si mette in moto seguendo il gesto del suo direttore d’orchestra.
Il regista dell’evento è Gesù Cristo che scende dal cielo e s’impone al centro della scena, sollevando il braccio nel gesto del giudizio e della benedizione. Ha in mano lo scettro della sua regalità sul mondo e indossa un mantello svolazzante che lascia visibili della piaghe della passione. Il volto è giovanile, privo di nimbo, incorniciato da lunghi capelli riccioluti e dalla barba sul mento. Un angelo indica con il dito puntato il foro dei chiodi sul piede di Gesù, per ricordare ai risorgenti che è stato il sacrificio del figlio di Dio a permettere la loro possibile salvezza. Il messaggio è reso esplicito dall’ostensione che gli angeli fanno degli strumenti della passione: la grande croce, la scala della deposizione, la colonna della flagellazione, il titulus Inri. Ai lati di Gesù siedono la Madre Maria, dal fresco volto giovanile, e Giovanni il Battista: essi incarnano il loro ruolo di intercessori a favore dell’umanità risorta. Alle spalle di Gesù s’intravedono i volti dei progenitori e degli apostoli. Due angioletti suonano le trombe che chiamano i morti a risvegliarsi e a sottoporsi al giudizio. Un altro angelo apre il libro del bene e del male dove sono scritte le opere buone (e le malvage) compiute dagli uomini.
Ci trasferiamo ora sulla terra. La risurrezione dei morti è già avvenuta ed è già noto il giudizio individuale e il destino personale di ciascun risorto. In scena entra ora la separazione degli eletti dai dannati. A sinistra i beati sollevano lo sguardo riconoscente verso il cielo e si esprimono con i gesti della preghiera e del ringraziamento. Gli angeli scendono dal cielo e rialzano con gesti premurosi i risorti, ancora attoniti, per condurli in paradiso. A destra la scena è di tutt’altra natura. I diavoli escono dall’inferno e si scatenano in una spietata caccia al dannato. Il primo è abbrancato alla vita; un secondo è trascinato via per i piedi; un terzo viene fatto cadere carponi; un quarto è caricato sulle spalle come un sacco; una donna viene cinta alla vita e morsicata sul seno da un grosso serpente. Altri dannati tentano una fuga senza speranza, correndo o arrampicandosi sulle rocce, o rivolgono al cielo un’invocazione disperata. La bocca dell’inferno si apre e ingoia l’umanità peccatrice.
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