Itinerario nella provincia di Brescia
Brescia. Il Tribunale celeste e il Giudizio di San Cristo
Le tappe dell’itinerario
Il turista che percorre la Via dei Musei, affascinato dal canto delle sirene artistiche bresciane, strattonato da un lato dalla Scilla del Capitolium romano e dall’altro dalla Cariddi della medievale Santa Giusta, scorge all’improvviso una viuzza ombrosa, una silenziosa via d’uscita, seguita da una lunga e un po’ preoccupante scalinata, che sale a una chiesa di sobria bellezza. Il cartello turistico la segnala come la Chiesa di ‘San Cristo’. In questa forma il titulus è certamente inconsueto e lascia perplessi; ma in realtà si tratta solo di una shortcut del nome più esteso di Chiesa del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo, o del Corpus Domini, o dell’Eucaristia. Il turista non troppo stanco che decide per l’ascesa, salite le scale, si ritrova di colpo nella cittadella dei Saveriani, la congregazione missionaria che ha avuto il merito del pieno recupero del complesso situato alle spalle del Teatro romano, sulle pendici della collina del Castello. Quando poi entra nella chiesa quattrocentesca resta colpito, ma direi meglio “avvolto”, dalle immagini dipinte dagli artisti bresciani, immagini che risalgono le pareti e coprono tutto il soffitto. Tra queste scene selezioniamo il grande Giudizio universale dipinto nella seconda metà del Cinquecento da Paolo da Marone, rampollo di una famiglia di artisti, entrato poi nella comunità dei Gesuati col nome di Fra’ Benedetto. Le scene si distribuiscono su spazi contigui ma sfalsati, come la fronte dell’arco trionfale, il soffitto, i primi due archi contrapposti della navata centrale.
Il cuore della visione dell’ultimo giorno è la figura del Giudice. Il Cristo torna trionfante sulle nubi, in un alone sfavillante di luce, esibendo le piaghe della passione; pronuncia la doppia sentenza di assoluzione e di condanna, simboleggiata dai gesti delle mani e delle braccia; la veemenza del giudizio e dell’ira divina è temperata dalla preghiera degli intercessori che scongiurano il giudice di essere misericordioso: hanno un rilievo drammatico le pose assunte da Maria, la madre di Gesù, e da Giovanni il Battista, inginocchiati in preghiera ai piedi del Cristo parusiaco. Sul soffitto fanno corona al giudice i suoi dodici apostoli, raccolti insieme a comporre il tribunale celeste. Le figure degli apostoli sono rappresentate singolarmente, in riquadri personalizzati e con grande rilievo. Vediamo l’apostolo Pietro (con le chiavi del regno dei cieli), Giacomo il minore (con la spada della sua decapitazione), Tommaso (con la squadra del progettista di chiese), Filippo (con la croce), Matteo (con il libro del Vangelo), Simone (con la sega), Andrea (con la croce greca), Giovanni (con il calice e il serpente), Giacomo il maggiore (con la conchiglia del pellegrino), Bartolomeo (con il coltello della scorticatura), Giuda Taddeo (con l’alabarda) e Mattia (con la scure). Al centro del gruppo dei Dodici è in grande evidenza il triagramma di Cristo: IHS, Jesus Hominum Salvator.
L’annuncio del Giudizio è portato ai quattro angoli del mondo da altrettanti angeli tubicini che fanno squillare le loro lunghe bùccine ricurve e chiamano i morti al generale risveglio. La scena della risurrezione dei morti è ampiamente descritta nell’arcone laterale di sinistra e alla base dell’arco centrale. I corpi nudi di uomini e donne emergono dalle fosse sepolcrali. I risorti si volgono stupiti verso il Giudice. Frotte di angeli piombano in volo sui risorti per incoraggiarli, aiutarli a sollevarsi, assisterli e accompagnarli nell’ascensione versi il Cielo. Il frullare delle ali angeliche genera un vento impetuoso che fa svolazzare i resti dei sudari indossati dai risorti o i lunghi capelli delle signore. Una citazione benevola per il suo ordine religioso il pittore la riserva a quei diversi risorti che fan riconoscere la loro scelta di vita grazie alla tonsura sul capo. I beati salgono al Cielo e s’inginocchiano davanti al Cristo. Alla sommità dell’arco, pur tra cadute di pellicola e perdite di colore, si riconoscono il triagramma e gli strumenti della Passione (la croce e la colonna della flagellazione) sollevati dagli angeli. Sul versante opposto vediamo la scena violenta della caduta dei dannati: un angelo respinge i peccatori lontano dal cospetto di Dio; i diavoli si alzano in volo per caricarsi di quei corpi lordi di peccato e scaricarli nel baratro infernale; altri diavoli maltrattano quei corpi a colpi di lancia e di forcone. La scena infernale continua sull’arcone laterale destro, ma resta molto meno leggibile a causa dell’apertura di una finestra: si notano comunque i corpi dei dannati dentro la caverna infera, ormai assestati tra le fiamme della loro eterna punizione.
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