Itinerario nella provincia di Milano

Milano. Il Giudizio finale di Bernardino Butinone

Le tappe dell’itinerario

Il Castello Sforzesco di Milano custodisce in una sala della Pinacoteca un bel tabernacolo dipinto a tempera da Bernardino Butinone alla fine del Quattrocento. Il trittico racconta in tredici scene le due venute di Cristo sulla terra. La storia della salvezza inizia con l’annunciazione dell’angelo a Maria della prossima nascita del salvatore e si conclude con la seconda venuta del Signore alla fine del mondo per giudicare l’umanità. I due episodi fanno da cornice alle altre scene della vita di Gesù: la visita di Maria alla cugina Elisabetta, la nascita a Betlemme, la fuga in Egitto, il battesimo nel fiume Giordano, l’ultima cena con gli apostoli, la flagellazione, la salita al Calvario, la crocifissione, la deposizione dalla croce, il compianto, la risurrezione.


L’evento del Giudizio finale è descritto nella lunetta della tavola centrale. Butinone immagina Cristo giudice in alto nei cieli, seduto su un trono di cherubini, che allarga le braccia e mostra le piaghe sulle palme delle mani e sui piedi, provocategli dai chiodi della crocifissione. In evidenza è anche la ferita sul costato, provocata dalla lancia di Longino. Intorno al suo capo volteggiano due angeli che fanno squillare le loro trombe per chiamare i morti alla risurrezione. Alla sua sinistra vediamo l’intercessore Giovanni Battista in ginocchio e tre angeli che reggono tra le mani alcuni strumenti della passione: la croce, la lancia e la canna. Alla destra di Gesù, in ginocchio, vediamo il gruppo degli apostoli preceduto dalla Madonna.

In basso sono descritti gli esiti del Giudizio finale. La sentenza è eseguita dall’arcangelo Michele. La sua spada sguainata separa il gruppo dei beati da quello dei dannati. Egli levita su un bellissimo paesaggio urbano insediato sullo sfondo di montagne azzurrine: è la visione della nuova Gerusalemme, la città santa dell’Apocalisse: «L'angelo mi trasportò in spirito su di un monte grande e alto, e mi mostrò la città santa, Gerusalemme, che scendeva dal cielo».

Gli eletti sono raffigurati nudi e con le mani giunte nel gesto della preghiera di ringraziamento. Essi sono accolti, abbracciati e coccolati da un gruppo di angeli. Molto diverso è il destino dei dannati. Mentre sono ancora giacenti nei loro avelli, i diavoli intervengono rudemente per estirparli dalla terra con l’aiuto di rampini e forconi. Un dannato tenta una fuga disperata ma viene braccato, cinturato e infilzato da un diavolo. Una donna viene dileggiata e costretta a essere cavalcata da un diavolaccio nero. Un’altra donna è caricata sulle spalle di un demone e scaricata come un sacco nella caverna tra le rocce infernali. Spiccano tra i dannati le tonsure di due religiosi infedeli ai loro voti.

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