Itinerario nella provincia di Siena
Siena. Il Credo del Vecchietta nel Battistero
Le tappe dell’itinerario
Il Battistero di San Giovanni Battista è stato costruito sotto la cattedrale di Siena, quasi ne fosse la ‘cripta’, per opera di Camaino di Crescentino, tra il secondo e il terzo decennio del XIV secolo. La Chiesa, a pianta rettangolare, è divisa in tre navate, ognuna delle quali è costituita da due campate con volte a crociera. Gli affreschi, che decorano completamente le magnifiche volte, rappresentano il ciclo religioso più ampio ed articolato del Rinascimento senese. Lorenzo di Pietro, detto il Vecchietta, riceve l’incarico di decorare il Battistero nel 1450 e affresca le tre campate verso la parete di fondo con gli articoli del Credo nella versione più sintetica del Simbolo Apostolico: «Io credo in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra e in Gesù Cristo, Suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio, Padre onnipotente: di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei Santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen». Le scene del Vecchietta sono dodici, quattro per ogni campata; la raffigurazione di un Articolo, è accompagnata da un apostolo e da un profeta. Sono quattro gli articoli del Credo che rinviano alle immagini dell’aldilà cristiano: la risurrezione dei morti, il giudizio universale, gli inferi e il paradiso.
Una vela raffigura la discesa al Limbo. Il Cristo sfonda la porta dell’inferno, mette in fuga il diavolo guardiano e libera i giusti dell’antico testamento, rinchiusi nello Sheol. Adamo è rappresentato come un vecchio dalla lunga barba grigia che si protende con la mano verso il Cristo inchinandosi, mentre Eva, con le braccia conserte, è inginocchiata. A destra, compare Giovanni Battista, vestito di pelli animali e di un manto violetto, che mostra un cartiglio con l’iscrizione ‘Ecce agnus Dei’. Nell’angolo in basso a destra, compare l’apostolo Tommaso che dice: ‘Descendit ad inferos tertia die resurrexit’. In corrispondenza, a sinistra, si cita il profeta Osea ‘O mors ero mors tua, morsus tuus ero, inferne’ (O morte sarò la tua morte, o inferno sarò il tuo castigo).
È poi proposta la visione del Giudizio universale. Il Cristo giudica l’umanità, con la ferita del costato in evidenza e gli strumenti della passione esibiti da un angelo. Egli siede in mezzo alla schiera degli apostoli, disposti in circolo nel ruolo del tribunale celeste, ed è affiancato dagli intercessori: la Madonna e San Giovanni Battista. In basso l’Arcangelo Michele, separa i buoni dai cattivi. Il gruppo dei giusti, che comprende laici e religiosi, è guidato verso il cielo da una schiera di angeli. I dannati sono sospinti dal demonio verso le fauci del Leviatano infernale. Il filatterio di Filippo riporta la citazione del Credo: ‘inde venturus est iudicare vivos et mortuos (Verrà a giudicare i vivi e i morti)’. Sull’altro lato della vela, il profeta Gioele recita: ‘in valle Iosaphat iudicabit omnes gentes (Nella valle di Iosaphat giudicherà tutti i popoli)’.
L’articolo del Credo sulla risurrezione della carne ‘Credo carnis resurrectionem’ è pronunciato da Giuda Taddeo, ed è confermato dal profeta Zaccaria con il suo: ‘Suscitabo filios tuos (Resusciterò i tuoi figli)’. Nella parte superiore della scena quattro angeli suonano le trombe che risvegliano i morti. I corpi dei defunti emergono progressivamente dalle sepolture nelle profonde fenditure del terreno e si mettono in attesa della sentenza individuale del giudice.
Il Simbolo apostolico termina con l’articolo ‘Credo vitam aeternam’ presentato da Mattia, l’apostolo che fu accolto tra i dodici come sostituto di Giuda Iscariota. Il profeta Abdia espone invece il credo profetico dal suo libro: ‘et erit domino regnum (E il regno sarà del Signore)’. Il ciclo si conclude dunque con la serena visione del giardino paradisiaco. In alto sono raffigurati il Cristo e la Vergine, sostenuti da una nube di cherubini e circondati dai cori degli angeli musicanti. Tra i Santi si riconoscono San Bernardino e i quattro santi patroni di Siena: Ansano, Crescenzio, Savino e Vittore.
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