Itinerario nella provincia di Siena

Siena. Il Giudizio universale nel Museo Castelli

Le tappe dell’itinerario

La chiesa dell'Osservanza, alta sul colle della Capriola, s’impone alla vista sullo scenario orientale di Siena. Il titolo “Osservanza” deriva dal movimento di restaurazione e di ritorno alle origini dei francescani dell'ordine dei Frati Minori. Fu San Bernardino a volere la costruzione del convento e della chiesa primitiva. La visita alla Basilica dell’Osservanza può allargarsi all’adiacente Museo intitolato al Padre Aurelio Castelli. Il Museo espone in un’unica sala sono opere di pittura, scultura e arte varia. Fra i materiali meritano di essere ricordati per la loro importanza: la lapide sepolcrale di Niccolò Piccolomini (1476) attribuita ad Antonio Federighi, l'affresco del Giudizio Universale dipinto sulla parete di fondo da Girolamo Benvenuti, i corali miniati realizzati nello scriptorium del convento (XV sec.), il reliquiario di San Bernardino dell'orafo Francesco d'Antonio (1462). Il Museo iniziò a prendere forma nel 1910 quando si scelse questo ambiente per trasferirvi l'affresco staccato di Girolamo di Benvenuto raffigurante il Giudizio universale, posto in origine nella parete di fondo della cripta.


Girolamo di Benvenuto, detto anche Girolamo del Guasta (Siena, 1470-1524), ha dipinto un Giudizio concentrato sulle figure del Cristo, degli angeli e della risurrezione dei morti, con il Paradiso e l’Inferno ai margini, appena accennati. In un bel cielo azzurro, tra il frullare delle ali dei cherubini, il Cristo, seduto sulle nuvole, rivestito del manto rosso, proclama la sua sentenza levando in alto il braccio destro. Due angeli lo affiancano ed esibiscono alcuni strumenti della passione, come la corona di spine, la canna con la spugna, la lancia e i chiodi. Altri due angeli in volo, ritratti in torsione, fanno squillare le lunghe trombe che chiamano i morti al risveglio. In basso vediamo una coppia e un single risuscitare da morte, abbandonare gli avelli quadrati e attendere in fiduciosa preghiera l’esito del Giudizio. L’arcangelo Michele si staglia al centro della scena: con la bilancia a doppio piatto pesa le anime dei risorti e con la spada sguainata separa i buoni dai cattivi. A sinistra due gruppetti dei beati si librano verso il Cielo e ammirano estasiati la manifestazione di potenza del giudice. Sul fronte opposto si consuma il destino dei peccatori. Il dannato in primo piano viene afferrato da un diavolo. Più in là un secondo dannato ha i polsi legati. Tutti si avviano verso le rupi fiammeggianti dell’Inferno.

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